Dimagrire con il Coaching Metodo HPM™ Deep Coaching™ in Toscana

Dimagrire con il Metodo HPM™ Deep Coaching™ : processo di perdita di peso controllata che combina l’apprendimento di uno stile di vita sano, un’alimentazione orientata al fitness e un training mentale in profondità per la gestione delle emozioni, con una combinazione sinergica di 6 tipi di intervento specifici del Metodo HPM™ Deep Coaching™

  1. intervento sulla bioenergetica ed energie fisiche, imparare come funziona il proprio corpo e capirne i processi di intervento possibile e concreto per il dimagrimento controllato e biocompatibile
  2. intervento sulla componente psicoenergetica, imparare come motivarsi per dimagrire e avere uno stile di vita sano, ripulirsi dalla credenze sbagliate e imparare le tecniche del Training Mentale Metodo HPM™  descritte nel libro “Deep Coaching™. Il Metodo HPM™ per la Crescita Personale, il Coaching in Profondità e la Formazione Attiva, verso il pieno potenziale della persona” Franco Angeli editore, Milano, 2021
  3. microcompetenze per dimagrire nelle micro-attenzioni quotidiane
  4. macrocompetenze per il dimagrimento
  5. progettualità e ciclizzazione del piano di dimagrimento
  6. spiritualità, vision e valori che sostengono il proprio piano di dimagrimento.

Contattaci tramite il form dedicato – a questo link –  per avere una prima consulenza gratuita e valutare come sia possibile procedere ad un percorso di crescita personale che comprende una consulenza sul dimagrimento scientifica e professionale. Sentirci non ti costa niente, non provarci nemmeno invece si, significa perdere un’occasione per lavorare su di se in modo serio e con l’aiuto di un team di professionisti estremamente qualificati, il migliore team di esperti sul dimagrimento e crescita personale che puoi trovare in Italia

Il Metodo Metodo HPM™ Deep Coaching™ è un Metodo Scientifico e pubblicato le cui basi si trovano nel libro “Il Potenziale Umano” di Daniele Trevisani. Il libro espone le basi del Metodo HPM mentre la sua applicazione nel dimagrimento avviene unicamente tramite incontri personali e via Zoom ed essendo seguiti personalmente. Il libro “Il Potenziale Umano” non parla di dimagrimento ma del pieno accesso alla proprie potenzialità ed è la base dello studio del metodo HPM Deep Coaching applicato al dimagrimento.

dimagrire e dimagrimento sviluppo del potenziale personale e sviluppo del potenziale individuale Metodo HPMDimagrire con il Metodo HPM™ – le basi concettuali del metodo

La ricerca di un metodo. I piani o strati del Coaching nel sistema HPM, l’Uomo come sistema di energie

Materiale Copyright Franco Angeli editore tratto dal testo “Il Coraggio delle Emozioni“, vietata la riproduzione non autorizzata

Il Potenziale Umano non è un concetto generico e si compone di diversi strati o “celle”, che ne racchiudono una porzione. Ogni strato o piano del potenziale personale richiede tecniche specifiche di sblocco e amplificazione.

Localizzare queste celle e le azioni specifiche è uno dei compiti primari di questo lavoro. Nel sistema HPM – Human Performance/Potential Model, qui sviluppato, le azioni di Coaching sono collegate ad uno schema che fa da sfondo concettuale:

Possiamo parlare, per la maggior parte degli esseri viventi, di un potenziale compresso. Un insieme di energie che deve ancora dispiegarsi, o esisteva, ma non ha trovato terreno fertile ed è in stasi, oppure, a volte, è persino regredito.

Osserviamone alcuni contenuti:

  • Il Coaching delle energie fisiche e corporee o Coaching bioenergetico. Quest’area permette di focalizzare il lato del potenziale personale che si connette alle componenti organiche, fisiche, forza, resistenza, flessibilità, benessere fisiologico, potere del corpo di compiere azione e prestazione. Consente di avviare il lavoro sulle energie fisiche e potenziamento del corpo. Es.: tecniche di allenamento corporeo, tecniche alimentari, tecniche legate allo stile di vita, tecniche di recupero fisico, tecniche di allenamento psicofisico, tecniche di overreaching allenante (alternanza di fasi di allenamento di alta intensità e riposo adeguato). È l’area più fisica, tangibile e corporea del modello.
  • Coaching per le energie mentali e motivazionali. Tecniche per sbloccare la volontà, alimentare la passione, localizzare blocchi emozionali e quelli legati ai ruoli, le contratture mentali, i colli di bottiglia dei ragionamenti, dei sistemi di credenze, e, più in generale, l’azione sulla psicologia individuale. La cella delle “energie mentali” o energie psicologiche permette di avviare un lavoro sul potenziale insito nelle energie del pensiero. Es.: training mentale, Coaching analitico, analisi in profondità dei ruoli personali e professionali; analisi delle reti di relazioni, della dispersione o ricarica di energie relazionali durante la giornata, il mese, l’anno, i cicli di vita, analisi dei sistemi di credenze su se stessi e sul campo di operazioni nel quale si deve agire, e, ancora più in profondità, analisi esistenziale. Rappresenta l’area più intrinsecamente psicologica del modello.
  • Coaching per le macro-competenze: utilizza tecniche di analisi e di formazione legate all’obiettivo di sviluppare “copertura” o collimazione (coverage o fit) tra le diverse skills che una performance richiede, e il portfolio di competenze individuali. Comprende quindi la localizzazione di dove sia bene agire distinguendo tra interventi su (1) saperi, (2) saper fare, (3) saper essere o atteggiamenti, per migliorare in modo strategico l’estensione e vastità del piano di competenze. Prevede azioni di formazione con un approccio enciclopedico e non solo iperspecialistico, e saper cogliere i diversi piani di una performance (es.: storico, politico, morale, culturale, scientifico, sociale, strategico) e non esserne puramente esecutore meccanico ignorante o passivo. Comprende quindi un lavoro formativo sulle macro-competenze. Es.: aggiornare competenze in rapporto ai ruoli che si intendono giocare, la formazione, il Coaching professionale, le azioni di allargamento del repertorio personale. Tanto più ampia è la copertura, tanto maggiori sono i margini di sicurezza e di manovra che la persona potrà affrontare, al variare delle condizioni esterne o al verificarsi di imprevisti. Rappresenta nel modello la parte più legata ai processi formativi classici.
  • Il Coaching sulle micro-competenze: azioni per aumentare la padronanza di esecuzione di atti specifici di performance, gesti operativi, o operazioni mentali specifiche e necessarie per ottenere buoni risultati. Le micro-competenze non mettono in discussione l’intero assetto del ruolo o del profilo professionale, ma entrano nei dettagli operativi. L’azione di Coaching sulle microcompetenze intende elevare il grado di profondità e progressione nell’acquisizione di una specifica competenza, i suoi dettagli più fini, stimolando la scalata dal livello di principiante al livello di mastery (completa e totale padronanza). Il lavoro sulle micro-competenze permette di evidenziare e avviare la ricerca di elementi minimali e particolari significativi, l’analisi al “microscopio comportamentale” degli dettagli che danno luogo alle performance, e l’analisi al “microscopio mentale” dei sistemi di pensiero o sistemi cognitivi che entrano in gioco nelle performance. Mentre l’analisi delle macro-competenze ci parla di una “estensione” o ampiezza di competenze, le micro-competenze ci parlano della “profondità” con cui una certa abilità entra nel nostro repertorio sino a diventarne addirittura parte inconscia. Rappresenta la parte del modello più legata ai fenomeni di percezione e di conseguenza alla formazione attiva esperienziale (active training).
  • Il Coaching per la progettualità e concretizzazione: agisce sulla cella della “concretizzazione”, per aumentare la capacità di essere concreti e operativi, intervenendo sulla capacità di dare corpo a progetti e piani, la pianificazione di obiettivi concretizzabili ed eseguibili, il lavoro sulla fissazione dei goal, es.: saper sviluppare un progetto, capire che risorse servono, come organizzarle, saper gestire il tempo in relazione ai propri progetti; riconoscere le dispersioni di energie in tempi inutili o controproducenti. Rappresenta la parte più manageriale del modello.
  • Il Coaching valoriale, spirituale e morale. Agisce sulla cella dei valori, Visione e missione, per recuperare il “motore morale”, il senso dello scopo, o causa, il senso della missione, dei valori più forti che spingono e muovono una performance, ma anche il vissuto quotidiano e l’impegno verso qualsiasi cosa. Comprende il lavoro di scavo e rafforzamento per localizzare verso cosa valga la pena spendere energie o attivarle, localizzare e alimentare valori, Visioni, ideali. Generalmente si tratta di una porzione della performance e del potenziale personale assolutamente trascurata, e per questo rappresenta l’area più difficile, in quanto obbliga a trattare fenomeni delicati come lo spessore morale, il “muoversi verso” qualcosa di superiore alla propria esistenza limitata, il voler contribuire a una causa o progetto importante, trovare o riscoprire motivi di esistere non unicamente materialistici, trovare un senso per l’esistenza, scoprire e riscoprire i propri valori ancestrali, lavorare a nuove forme di esistenza, lavorare per nuove forme di energie, lavorare per curare o migliorare le condizioni di vita delle persone. In questa cella si colloca la volontà di trovare ancoraggi a ideali da perseguire e da collegare a specifici progetti. Comprende azioni di scavo motivazionale, di mappatura dei valori personali, di localizzazione dei blocchi e contratture che impediscono di credere e volere, di alimentare la passione per un progetto o un’idea. Costituisce l’area del modello più legata a concetti di filosofia, religione, e morale.

Nel complesso, ogni piano di Coaching può essere più o meno “caricato” su una o più delle diverse aree.

Avremo quindi piani di Coaching più fisici, altri di tipo psicologico e motivazionale, altri più legati a costruire progetti, altri ancora legati a migliorare l’esecuzione dell’esistente, e via così.

Ciò che conta è che si sappia bene cosa si sta facendo, consapevoli del fatto che un Coaching totale non può prescindere da tutte le aree. Se si decide di focalizzare un Coaching solo su una area o su aree limitate, questa deve essere una scelta tattica consapevole e non un atteggiamento di miopia verso la vastità dei possibili piani di intervento.

Cambiare o migliorare un singolo gesto può immettere energia in tutto il sistema. Cambiare o migliorare un singolo pensiero o credenza può immettere equilibrio. Nessuno sforzo di miglioramento è mai vano.

Mantieni i tuoi pensieri positivi

Perché i tuoi pensieri diventano parole

Mantieni le tue parole positive

Perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti

Mantieni i tuoi comportamenti positivi

Perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini

Mantieni le tue abitudini positive

Perché le tue abitudini diventano i tuoi valori

Mantieni i tuoi valori positivi

Perché i tuoi valori diventano il tuo destino

(Mahatma Gandhi)

Non ci interessano le ovvie limitazioni biologiche e mentali dell’essere macchine fatte di carne, soggette a rottura e usura, imperfette, non ci interessa la perfezione, l’automazione non è il nostro fine.

Ci interessa ciò che possiamo essere in relazione a come siamo fatti (essere umani imperfetti, ma con grande spazio di crescita), ci interessa ciò che possiamo esprimere se e quando spezziamo le catene, liberi dai condizionamenti negativi.

Ci interessa il raggiungimento del potenziale nascosto o limitato dai fattori ambientali e personali che lo comprimono.

Ciascuna di queste celle è suscettibile di grandi miglioramenti, in ognuno di noi. Per fare salti in avanti, occorre prendere coscienza delle aree su cui lavorare, e intraprendere percorsi.

Dimagrire con il coaching Metodo HPM™ – le parole chiave il dimagrimento in Toscana

  • dimagrire SCANDICCI
  • dimagrire SIENA
  • dimagrire FIRENZE
  • dimagrire MONTERIGGIONI
  • dimagrire FIESOLE
  • dimagrire BAGNO A RIPOLI
  • dimagrire SESTO FIORENTINO
  • dimagrire CASTELNUOVO BERARDENGA
  • dimagrire VAGLIA
  • dimagrire CALENZANO
  • dimagrire CASTELLINA IN CHIANTI
  • dimagrire IMPRUNETA
  • dimagrire LUCCA
  • dimagrire AREZZO
  • dimagrire SAN CASCIANO IN VAL DI PESA
  • dimagrire PISA
  • dimagrire VINCI
  • dimagrire POGGIO A CAIANO
  • dimagrire SAN GIMIGNANO
  • dimagrire SANTA CROCE SULL’ARNO
  • dimagrire SOVICILLE
  • dimagrire RIGNANO SULL’ARNO
  • dimagrire BARBERINO VAL D’ELSA
  • dimagrire BIENTINA
  • dimagrire CAPANNORI
  • dimagrire CAPRAIA E LIMITE
  • dimagrire PRATO
  • dimagrire TAVARNELLE VAL DI PESA
  • dimagrire MONTEMURLO
  • dimagrire CAMPI BISENZIO
  • dimagrire VAIANO
  • dimagrire POGGIBONSI
  • dimagrire GREVE IN CHIANTI
  • dimagrire MONTALE
  • dimagrire LASTRA A SIGNA
  • dimagrire EMPOLI
  • dimagrire PIAN DI SCO
  • dimagrire CALCI
  • dimagrire PISTOIA
  • dimagrire RADDA IN CHIANTI
  • dimagrire LARCIANO
  • dimagrire MONTERONI D’ARBIA
  • dimagrire PONTASSIEVE
  • dimagrire MONTESPERTOLI
  • dimagrire CALCINAIA
  • dimagrire MONTOPOLI IN VAL D’ARNO
  • dimagrire COLLE DI VAL D’ELSA
  • dimagrire GAMBASSI TERME
  • dimagrire SAN MINIATO
  • dimagrire BIBBIENA
  • dimagrire CASTIGLION FIBOCCHI
  • dimagrire MONTELUPO FIORENTINO
  • dimagrire SCARPERIA
  • dimagrire SAN GIULIANO TERME
  • dimagrire CARMIGNANO
  • dimagrire MONTEVARCHI
  • dimagrire CERRETO GUIDI
  • dimagrire PONTEDERA
  • dimagrire TERRANUOVA BRACCIOLINI
  • dimagrire CHIANCIANO TERME
  • dimagrire RUFINA
  • dimagrire SUBBIANO
  • dimagrire CIVITELLA IN VAL DI CHIANA
  • dimagrire BORGO SAN LORENZO
  • dimagrire SIGNA
  • dimagrire PELAGO
  • dimagrire CAPOLONA
  • dimagrire MONTECATINI-TERME
  • dimagrire SANSEPOLCRO
  • dimagrire SANTA MARIA A MONTE
  • dimagrire FUCECCHIO
  • dimagrire VICOPISANO
  • dimagrire GROSSETO
  • dimagrire VOLTERRA
  • dimagrire MONTAIONE
  • dimagrire FIGLINE VALDARNO
  • dimagrire REGGELLO
  • dimagrire BUTI
  • dimagrire CERTALDO
  • dimagrire AGLIANA
  • dimagrire PORCARI
  • dimagrire SAN GIOVANNI VALDARNO
  • dimagrire BARBERINO DI MUGELLO
  • dimagrire MONTEPULCIANO
  • dimagrire CANTAGALLO
  • dimagrire CAVRIGLIA
  • dimagrire BUCINE
  • dimagrire LUCIGNANO
  • dimagrire RAPOLANO TERME
  • dimagrire MONTECARLO
  • dimagrire QUARRATA
  • dimagrire LORO CIUFFENNA
  • dimagrire CASTELFRANCO DI SOPRA
  • dimagrire SERRAVALLE PISTOIESE
  • dimagrire MASSA E COZZILE
  • dimagrire LATERINA
  • dimagrire PERGINE VALDARNO
  • dimagrire CASCINA
  • dimagrire LONDA
  • dimagrire GAIOLE IN CHIANTI
  • dimagrire CAPANNOLI
  • dimagrire PIANCASTAGNAIO
  • dimagrire CASTELFRANCO DI SOTTO
  • dimagrire PIEVE A NIEVOLE
  • dimagrire CASOLE D’ELSA
  • dimagrire MARCIANO DELLA CHIANA
  • dimagrire UZZANO
  • dimagrire ASCIANO
  • dimagrire PIENZA
  • dimagrire VECCHIANO
  • dimagrire SAN PIERO A SIEVE
  • dimagrire VERNIO
  • dimagrire BARGA
  • dimagrire CASTELNUOVO DI GARFAGNANA
  • dimagrire VICCHIO
  • dimagrire CRESPINA
  • dimagrire SINALUNGA
  • dimagrire INCISA IN VAL D’ARNO
  • dimagrire BUGGIANO
  • dimagrire PONSACCO
  • dimagrire PRATOVECCHIO
  • dimagrire CASTELFIORENTINO
  • dimagrire FOIANO DELLA CHIANA
  • dimagrire TORRITA DI SIENA
  • dimagrire DICOMANO
  • dimagrire CHIUSI
  • dimagrire CASCIANA TERME
  • dimagrire LIVORNO
  • dimagrire STIA
  • dimagrire LAMPORECCHIO
  • dimagrire CASTEL FOCOGNANO
  • dimagrire LARI
  • dimagrire SAN MARCELLO PISTOIESE
  • dimagrire MONTE SAN SAVINO
  • dimagrire BORGO A MOZZANO
  • dimagrire BUONCONVENTO
  • dimagrire CASTIGLIONE DELLA PESCAIA
  • dimagrire MONSUMMANO TERME
  • dimagrire POPPI
  • dimagrire TERRICCIOLA
  • dimagrire CORTONA
  • dimagrire FAUGLIA
  • dimagrire CASTIGLION FIORENTINO
  • dimagrire FIRENZUOLA
  • dimagrire COLLESALVETTI
  • dimagrire PECCIOLI
  • dimagrire PESCIA
  • dimagrire PIEVE SANTO STEFANO
  • dimagrire MONTALCINO
  • dimagrire MONTESCUDAIO
  • dimagrire MONTERCHI
  • dimagrire PALAIA
  • dimagrire ALTOPASCIO
  • dimagrire MARRADI
  • dimagrire CAPRAIA ISOLA
  • dimagrire FORTE DEI MARMI
  • dimagrire PORTOFERRAIO
  • dimagrire POMARANCE
  • dimagrire ANGHIARI
  • dimagrire COREGLIA ANTELMINELLI
  • dimagrire SAN QUIRICO D’ORCIA
  • dimagrire PONTE BUGGIANESE
  • dimagrire CHIUSI DELLA VERNA
  • dimagrire GALLICANO
  • dimagrire VIAREGGIO
  • dimagrire MONTICIANO
  • dimagrire PIOMBINO
  • dimagrire CHIESINA UZZANESE
  • dimagrire PIEVE FOSCIANA
  • dimagrire MASSAROSA
  • dimagrire SAN GODENZO
  • dimagrire MURLO
  • dimagrire TREQUANDA
  • dimagrire CECINA
  • dimagrire VILLA BASILICA
  • dimagrire ARCIDOSSO
  • dimagrire CAMAIORE
  • dimagrire PALAZZUOLO SUL SENIO
  • dimagrire CASTEL DEL PIANO
  • dimagrire SCARLINO
  • dimagrire SARTEANO
  • dimagrire AULLA
  • dimagrire PODENZANA
  • dimagrire LAJATICO
  • dimagrire CAMPIGLIA MARITTIMA
  • dimagrire TALLA
  • dimagrire ABBADIA SAN SALVATORE
  • dimagrire LORENZANA
  • dimagrire SAN VINCENZO
  • dimagrire MASSA MARITTIMA
  • dimagrire FOLLONICA
  • dimagrire PIETRASANTA
  • dimagrire ORBETELLO
  • dimagrire SAN GIOVANNI D’ASSO
  • dimagrire CAMPORGIANO
  • dimagrire ROSIGNANO MARITTIMO
  • dimagrire CUTIGLIANO
  • dimagrire CARRARA
  • dimagrire CASTEL SAN NICCOLO’
  • dimagrire GUARDISTALLO
  • dimagrire MARCIANA MARINA
  • dimagrire MARLIANA
  • dimagrire BAGNI DI LUCCA
  • dimagrire PONTREMOLI
  • dimagrire CETONA
  • dimagrire CASALE MARITTIMO
  • dimagrire CAPOLIVERI
  • dimagrire ORTIGNANO RAGGIOLO
  • dimagrire CAPRESE MICHELANGELO
  • dimagrire ISOLA DEL GIGLIO
  • dimagrire PESCAGLIA
  • dimagrire SAN CASCIANO DEI BAGNI
  • dimagrire BADIA TEDALDA
  • dimagrire CHIUSDINO
  • dimagrire CASTELLINA MARITTIMA
  • dimagrire RADICOFANI
  • dimagrire CAMPAGNATICO
  • dimagrire MASSA
  • dimagrire RADICONDOLI
  • dimagrire PORTO AZZURRO
  • dimagrire FILATTIERA
  • dimagrire LICCIANA NARDI
  • dimagrire CIVITELLA PAGANICO
  • dimagrire FOSDINOVO
  • dimagrire ORCIANO PISANO
  • dimagrire BIBBONA
  • dimagrire MANCIANO
  • dimagrire CHITIGNANO
  • dimagrire PITEGLIO
  • dimagrire ABETONE
  • dimagrire SUVERETO
  • dimagrire SAN ROMANO IN GARFAGNANA
  • dimagrire CASTAGNETO CARDUCCI
  • dimagrire SANTA FIORA
  • dimagrire SEMPRONIANO
  • dimagrire SESTINO
  • dimagrire MONTECATINI VAL DI CECINA
  • dimagrire MONTEMIGNAIO
  • dimagrire CAMPO NELL’ELBA
  • dimagrire CINIGIANO
  • dimagrire SANTA LUCE
  • dimagrire SERAVEZZA
  • dimagrire CASTIGLIONE D’ORCIA
  • dimagrire CHIANNI
  • dimagrire CASTIGLIONE DI GARFAGNANA
  • dimagrire CASTELNUOVO DI VAL DI CECINA
  • dimagrire PIAZZA AL SERCHIO
  • dimagrire ROCCASTRADA
  • dimagrire MAGLIANO IN TOSCANA
  • dimagrire VILLAFRANCA IN LUNIGIANA
  • dimagrire CASTELL’AZZARA
  • dimagrire FIVIZZANO
  • dimagrire CAPALBIO
  • dimagrire MONTIGNOSO
  • dimagrire COMANO
  • dimagrire RIPARBELLA
  • dimagrire SILLANO
  • dimagrire SAMBUCA PISTOIESE
  • dimagrire VAGLI SOTTO
  • dimagrire MONTEVERDI MARITTIMO
  • dimagrire PITIGLIANO
  • dimagrire BAGNONE
  • dimagrire MULAZZO
  • dimagrire GAVORRANO
  • dimagrire MARCIANA
  • dimagrire SEGGIANO
  • dimagrire MOLAZZANA
  • dimagrire ROCCALBEGNA
  • dimagrire SASSETTA
  • dimagrire MONTE ARGENTARIO
  • dimagrire SCANSANO
  • dimagrire TRESANA
  • dimagrire FABBRICHE DI VALLICO
  • dimagrire MINUCCIANO
  • dimagrire VILLA COLLEMANDINA
  • dimagrire MONTEROTONDO MARITTIMO
  • dimagrire RIO MARINA
  • dimagrire MONTIERI
  • dimagrire GIUNCUGNANO
  • dimagrire FOSCIANDORA
  • dimagrire SORANO
  • dimagrire CAREGGINE
  • dimagrire CASOLA IN LUNIGIANA
  • dimagrire RIO NELL’ELBA
  • dimagrire STAZZEMA
  • dimagrire ZERI
  • dimagrire VERGEMOLI

Professionisti operativi nel piani di dimagrimento “Dimagrire con il Metodo HPM™ Deep Coaching™”

  • Dott. Daniele Trevisani, Coach e Counselor Certificato UP-STEP™, Master in Communication & Research University of Florida, Coach certificato FIF (Federazione Italiana Fitness), cintura nera WKA (World Kickboxing Association) e Maestro di Kickboxing 9° Dan e Muay Thai, Coach ASI (Associazione Sportivi Italiani), consulente, coach e counselor specialista in training del potenziale personale e del potenziale umano, training emozionale e bioenergetico, sviluppo delle competenze e progettazione del cambiamento per manager, agonisti e professionisti. Sviluppatore del Metodo HPM™ Deep Coaching™. Mental Coach di oltre 10 Campioni Mondiali ed Europei di Arti Marziali e Sport di Combattimento.
  • Dott. Fabio Trevisani, laureato in Scienze Motorie e specialista in Personal Training e Training Funzionale. Coach e Counselor certificato UP-STEP™. Specializzato in Personal Training Corporeo, allenamento adattato e recupero funzionale, piani di intervento personalizzati.
  • Dott. Vincenzo Sangiovanni. Medico specialista in Neurologia esperto in processi personalizzati di analisi psicofisiologica e neurologica. Esperto in psicosomatica e coaching del Potenziale Personale, Coach Certificato Scuola di Coaching e Counseling UP-STEP™
  • Dott.ssa Cristina TurconiMaster Practitioner Certificata in HPM™ Human Potential Modeling | Coach ICF | Formatrice | Facilitatrice e Consulente dei processi di cambiamento e apprendimento, sviluppo del Potenziale Umano e del Potenziale Personale

Corsi Autostima – Corso Autostima Metodo Deep Coaching (TM)

Corsi Autostima – il metodo HPM e il metodo Deep Coaching per lo sviluppo delle proprie potenzialità. Copyright. Articolo estratto in anteprima dal libro “Deep Coaching” di Daniele Trevisani, Franco Angeli editore.

Corsi Autostima – le basi – Il Metodo del coaching in profondità Deep Coaching (TM)

L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci: soprattutto

perché provi un senso di benessere, quando gli sei vicino.

Charles Bukowski

 La crescita personale assomiglia ad un viaggio compiuto per ritrovarsi, o per scoprire chi siamo davvero, o cosa potremmo essere. Questo vale anche per la crescita professionale.

In particolare, un metodo di crescita personale o professionale deve rispondere ad alcune domande di base:

  1. quali fattori primari prendere in considerazione per liberare il potenziale e di conseguenza le performance?
  2. come si può attivare una buona formazione e un coaching per stimolare la crescita delle energie personali, delle competenze, della progettualità?

Al centro di tutto questo ragionamento c’è la convinzione profonda che l’essere umano possa prendere in mano larga parte delle redini del suo destino.

Per farlo, occorre fare alcuni cambiamenti radicali, proposti nel Metodo HPM (Human Potential Modeling), che qui trattiamo. Dobbiamo imparare a fare cose che non facevamo prima, come il lavoro bioenergetico sul corpo, il training mentale, e tante altre aree previste nel metodo, e farle diventare abitudini sane e positive per la nostra crescita personale.

Sembra sempre impossibile, finché non viene fatto.

(Nelson Mandela)

Se fai tuo questo pensiero, scoprirai che puoi avventurarti in nuove strade della vita, crescere, migliorare e cambiare il tuo modo di pensare, il tuo corpo, il tuo stato mentale e la tua comunicazione e i rapporti con gli altri. Puoi arricchire la tua vita. Puoi aiutare gli altri a migliorare a loro volta. Puoi lasciare un segno del tuo passaggio. Puoi dare un contributo alla Civiltà Umana.

Il metodo si interessa sia di chi opera nelle performance di élite (top management, sport agonistici, ma anche progetti aziendali di alta rilevanza strategica) che della vita quotidiana, e delle azioni di tutti i giorni.

È convinzione diffusa che le performance siano sforzi destinati ad un fine. Vero, ma proviamo per un attimo ad invertire il punto di vista, ed osservare le performance umane come un “termometro”, un indicatore del grado di libertà e di auto-espressione raggiunto.

Questo ci permette di trovare un fine molto più nobile che non siano prestazioni aride e fini a sé stesse: l’elevazione verso livelli di energie, competenze e cause superiori, sia in senso materiale che spirituale.

Il tema dominante di tutto il nostro pensiero va ricentrato, e presto.

Dobbiamo spostarlo dal baratro di banalità in cui il pensiero comune, la televisione, i media commerciali, le letture stupide, e la cultura mediana cercano continuamente di spingerci per non farci pensare.

Dobbiamo cambiare i parametri che usiamo per valutare noi stessi e gli altri. Il conto corrente o la bellezza esteriore sono solo indicatori apparenti, e spesso fuorvianti, di chi sia veramente una persona e di quale sia il suo vero valore.

Dobbiamo liberarci dal cancro mentale che tu sia solo Genetica e tu non abbia alcuna possibilità di influire su ciò che sei, a cosa guardi, verso dove sei diretto, e quindi sul tuo futuro.

Certo, ci sono eccezioni. La tua dote genetica può aver deciso la tua altezza, ma sono nelle tue mani il tuo potenziamento muscolare, la tua flessibilità articolare, o il tuo peso, e persino la tua rapidità di ragionamento, o la liberazione dall’ansia mentale e dallo stress inutile, o da una immagine di sé improduttiva e dannosa. Sono tutti fattori allenabili e lavorabili con un buon programma di coaching e di training, fatti in profondità.

Nel Deep Coaching dobbiamo mettere al centro la sacralità dell’essere umano e il forte bisogno di non sprecare nemmeno una vita, nemmeno un giorno, nemmeno un minuto, in qualcosa che non sia legato ad una visione positiva, di emancipazione e di crescita.

E, per crescere o reindirizzare il pensiero, le buone intenzioni non sono sufficienti. Serve un metodo che aiuti a canalizzare questo sforzo positivo.

Qualsiasi sia la tua età o condizione, non è mai troppo tardi per iniziare o intensificare un lavoro su te stesso orientato alla tua crescita personale o professionale.

Non si è mai troppo vecchi per fissare un nuovo obiettivo o per sognare un nuovo sogno.

(C.S. Lewis)

Le sei aree primarie del metodo HPM sono divise in tre macro-aree: energie, competenze, direzionalità, e queste tre categorie a loro volta sono divise in due aree: soft e hard. Questo da vita a sei celle di lavoro, sei aree di lavoro sulla crescita personale che valgono sia per le prestazioni fisiche che per quelle mentali o intellettuali. Ed inoltre, si prestano ad una analisi delle performance sia individuali che di gruppo.

Vorrei esprimere un concentrato di senso in una frase su cui discutere:

Le performance sono un grande banco di prova per la condizione umana…

ci parlano dell’istinto umano a crescere, esplorare nuovi orizzonti, ricercare… capire chi sei… e cosa puoi arrivare a fare.

Ogni gara o competizione mette in moto i principi delle performance, ogni sfida aziendale, sportiva, o personale, ogni progetto, ci costringe a fare i conti con il nostro stato di preparazione e le nostre energie. Ogni volta che sentiamo la volontà di cambiare e migliorarci, la chiamata verso una vita diversa si fa strada in noi e dobbiamo imparare ad ascoltarla e non a silenziarla. Mai.

Le buone intenzioni valgono poco se non diventano un progetto. E francamente, non importa se un progetto avrà successo o fallirà, perché anche da ogni fallimento possiamo imparare. Possiamo evolvere solo se proviamo e ci avventuriamo in strade nuove.

Sbagli il 100% dei colpi che non spari.

(Wayne Gretzky)

Il viaggio verso la crescita delle energie umane, fisiche e mentali, è un percorso di esplorazione che deve diventare progetto, un progetto di Deep Coaching.

Ognuno può progredire partendo da qualsiasi stato o condizione.

Una persona depressa o ansiosa può iniziare a vedere una luce, e questo è già progresso, tanto quanto il miglioramento di un record mondiale in qualsiasi sport.

Una persona immatura può maturare… chi si sente inadeguato in un lavoro può cambiare, ri-orientarsi, formarsi.

Un’impresa in crisi può generare nuove idee o trovare nuove strade, così come un’impresa vincente può fare da traino a tante startup e diventare fonte di utilità sociale per tutti.

Qualsiasi sia la condizione di partenza, occorre credere in sé stessi, nella possibilità di crescere, di migliorare, di fare dei salti in avanti.

Il progresso personale e professionale avviene solo se ci lavoriamo sopra concretamente.

Il miracolo della vita è talmente grande che va celebrato e non sprecato, e come sottolinea Einstein:

Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un miracolo; l’altro come se tutto fosse un miracolo.

Albert Einstein (citato in Michael J. Gelb, Il Genio che c’è in te).

Ogni volta che alleni il tuo corpo o la tua mente, rendi omaggio al miracolo della vita che ha reso possibile che in quel giorno tu ti sia potuto allenare e formare, mentre altri più sfortunati, non possono.

Ogni giorno che incontri un pensiero buono, ringrazia per l’incontro e fallo tuo.

Corsi Autostima e Crescita Personale – Approfondimento sulle sei aree di lavoro del Metodo HPM

Approfondiamo le sei specifiche aree di lavoro di un corso di autostima e di un percorso di crescita personale e professionale nel metodo HPM.

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Corso di autostima e  percorso di crescita personale e professionale “Deep Coaching™” – il ruolo delle energie fisiche (stato bioenergetico) e la sua influenza sull’autostima e sulle energie mentali

Le energie corporee sono il substrato fondamentale per mettere in atto qualsiasi percorso di crescita personale, qualsiasi azione o volontà, anche intellettuale o legata all’autostima. Sentire di avere un corpo vitale aiuta ad avere energia vitale. E per avere un corpo vitale bisogna allenarlo, ogni singolo giorno, anche con tecniche diverse.

Dobbiamo letteralmente usare ogni giorno una parte del nostro tempo per curare il corpo e potenziarlo, anche se questa sembri una strada periferica per il lavoro sulla crescita personale, sull’autostima, sullo sviluppo personale e professionale.

Iniziamo a battere nuove strade della vita, partendo dal corpo, e ne scorgeremo panorami prima impensabili.

Due strade divergevano nel bosco, ed io… io scelsi quella meno battuta e questo fece la differenza.

(Robert Frost)

Il corpo è la casa della nostra anima e del nostro pensiero. Persino il fatto di pensare, come pensiamo, e le attività mentali sia consapevoli che subconscie, sono processi che si basano su energie biologiche.

La nostra vita e abilità, il nostro pensiero e azione, dipendono dalla qualità del sangue, dall’ossigeno, dai nutrienti, dal respiro, dai muscoli, da ogni nostro sistema organico – tutti fattori che incidono sulla lucidità e sul benessere fisico e anche mentale.

Pensare, progettare, ideare, richiede energie elevate e una macchina biologica e corporea attiva, ben funzionante. Nessuno può liberarsi del proprio corpo, e quindi è meglio averlo come alleato anziché come nemico, come propulsore anziché come palla al piede, al massimo livello possibile.

Le prestazioni prevalentemente intellettuali o manageriali tendono a snobbare il corpo e sottovalutare le energie corporee, così come le performance fisiche snobbano quelle mentali. Due gravissimi errori.

Nel metodo HPM ci concentriamo su alcune domande: come entrano in scena le energie corporee nelle performance, anche in quelle intellettuali? Come è possibile aumentarle? Come agire sul proprio stato fisico, sulla condizione del corpo, sul suo stato di forma o condizione bioenergetica?

La linea guida fondamentale del metodo HPM suggerisce almeno una attivazione corporea o allenamento al giorno, ogni giorno, per tutta la vita, per tendere verso quello stato corporeo e bioenergetico (stato delle energie fisiche) che farà da propulsore ad ogni nostra volontà e da base solida per i nostri sogni.

Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.

(Eleanor Roosevelt)

Corso di autostima e  percorso di crescita personale e professionale “Deep Coaching™”- Energie mentali (stato psicoenergetico)

Se il “poter fare” dipende in larga misura dal livello di energie fisiche, il “voler fare” richiede accesso alle energie mentali. È indispensabile quindi esaminare il fronte psicologico della prestazione e del benessere individuale.

Quali sono i fattori che generano motivazione e demotivazione? Quali incidono sull’autostima e la migliorano, e quali invece la distruggono ed erodono? Possiamo fare nostro un piano di crescita delle nostre energie mentali? La risposta è si, e questo in particolare grazie al “training mentale”, una pratica del metodo Deep Coach in grado di produrre grandi miglioramenti nello stato mentale, testata su atleti campioni del mondo sino alla formazione di dirigenti, Generali ONU, comandanti di navi e leader d’azienda, così come con studenti e persone comuni.

Nel training mentale non importa quanto rapidi siano i cambiamenti, ma in genere lo sono, ed anche in modo molto evidente. Quello che conta è essere costanti, lavorare su un percorso.

Non importa quanto vai piano, l’importante è non fermarsi.

(Confucio)

Quali interventi concreti sono possibili? Se riusciamo ad isolare variabili in grado di generare o ridurre le energie mentali avremo aperto una via determinante per capire meglio come funziona l’uomo e cosa si rompe nel funzionamento della persona e delle organizzazioni quando essi non riescono a raggiungere i propri obiettivi.

Dobbiamo inoltre introdurre il concetto fondamentale della preparazione emotiva e del training emozionale. Questo viene realizzato in specifiche sessioni di Training Mentale con metodi frutto di un nostro lavoro di ricerca che distingue tra “emozioni Alfa” (emozioni legate al risultato, competitive, agonistiche, motivate alla vittoria o conclusione), e emozioni Beta (il piacere dell’azione in sé, il piacere del percorso, la scoperta delle sensazioni positive durante l’azione stessa).

Il sostegno alle emozioni Beta, reso possibile dal training mentale, significa riappropriarsi anche del proprio vissuto e gustare le piccole azioni, nella vita, nello sport e nel management, una pratica indispensabile che rappresenta una nuova sfida e offre immense opportunità per incrementare benessere, autostima, fiducia in se stessi e piacere del vivere, del lavorare, del fare progetti.

Nel Metodo HPM si suggerisce la pratica di almeno un esercizio di training mentale o di rilassamento al giorno, tutti i giorni, per tutta la vita.

Corso di autostima e  percorso di crescita personale e professionale “Deep Coaching™” – Micro-competenze

Le micro-competenze sono date dai dettagli minimali in grado di fare la differenza in una performance.

Le energie diventano utili e concrete quando le sappiamo tradurre in azione, e questo richiede competenze.

Trasformare energie latenti in energie applicative richiede specifiche abilità. Dobbiamo quindi esaminare la realtà microscopica dei comportamenti e del pensiero, sviluppare tecniche di focusing per riuscire a scovare le abilità di dettaglio in grado di fare la differenza. Si tratta di una vera e propri “caccia” ai dettagli lavorabili ed allenabili, alle cose che altrimenti sfuggono.

Come scoprire le “componenti allenabili” di una performance? Come attivare il “microscopio mentale” e il “microscopio comportamentale”? Quali spazi apre la “Mental Analysis” per capire quali sono i sistemi di pensiero e atteggiamenti mentali più efficaci nel liberarsi da blocchi e catene?

E ancora, dobbiamo apprendere a “smontare” il flusso di pensiero in flussi analizzabili passo-dopo-passo (Mental Frame-by-Frame Analysis) e il flusso di comportamento in sotto-tracce analizzabili (Behavioral Frame-by-Frame Analysis). Nuove competenze, nuove sfide.

Nel Metodo HPM si suggerisce l’esame svolto assieme ad un coach per identificare quali sono i “centri di gravità” di una performance o di un progetto per poi individuare quali siano le competenze effettivamente allenabili. Questo vale sia per le performance sportive, dove dobbiamo scoprire quali siano i dettagli in grado di fare la differenza, che per le performance intellettuali o manageriali, come il public speaking e le tecniche di presentazione, le capacità di assegnare deleghe e compiti, di gestire una riunione o di essere leader.

Corso di autostima e  percorso di crescita personale e professionale “Deep Coaching™” – Macro-competenze

I dettagli di un singolo atto sono importanti, ma lo è anche possedere un buon ventaglio di conoscenze, una conoscenza chiamata “enciclopedica”, nel senso di “non limitata” ad uno spazio troppo stretto e angusto, solo iperspecialistico.

Quello che facciamo e come lo facciamo crea in noi percorsi mentali che continuiamo a seguire ripetitivamente, spesso chiusi in una gabbia mentale che ci fa da prigione interiore. Quello che abbiamo studiato sinora, la nostra disciplina, il nostro lavoro, i nostri studi, le nostre abitudini, possono sembrare un soffice cuscino ma spesso diventano gabbie mentali e comportamentali perché non riusciamo a guardare oltre.

Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto,

devi fare qualcosa che non hai mai fatto.

(Thomas Jefferson)

Ampliare le macro-competenze significa uscire dalla gabbia mentale. È significativo il caso – visibile in un video specifico, di un’orsa liberata dopo 20 anni di cattività: continua a girare su sé stessa come fosse ancora in una gabbia virtuale[1]. La gabbia, prima fisica, è diventata mentale. La triste reazione dell’orsa Ina dopo essere stata curata e liberata dal Libearty Bear Sanctuary Zarnesti in Romania, dimostra che le azioni creano tracce mentali che tendiamo a seguire sempre e ripetitivamente, finchè non ci appropriamo di nuovi territori del sapere e di nuove competenze.

Allargare le macro-competenze significa aprirsi al nuovo e rompere la gabbia mentale che ci imprigiona.

Per capire le “connessioni tra le cose” occorre conoscere più campi del sapere, e metterli in connessione. Ogni sfida richiede un profilo di competenze adeguato. Come fare una buona analisi delle competenze richieste da un ruolo che cambia? Dove sono i gap di competenze da anticipare (e non solo da colmare)? Siamo certi di sapere esattamente quali sono le nostre competenze importanti per il futuro che vorremmo o che sta arrivando?

Se ci liberiamo dal male della presunzione, tutti noi possiamo diventare consapevoli di non sapere. Spesso gli incidenti personali di vita (critical incidents), le fasi di malessere, i test di realtà, le cadute, ci segnalano che qualcosa non va. Sia in questi casi, che nella vita quotidiana, chiediamoci cosa è bene imparare. Rimaniamo aperti. Howell[2], nell’introdurre il concetto di unknown incompetence (ciò che non sappiamo di non sapere) ha fatto un regalo ad ogni essere umano, stimolandolo ad andare a cercare i suoi punti ciechi nascosti. Quali sono quindi le cose che ci sfuggono di noi stessi? Quali sono invece i punti di forza personali su cui fare perno? Che tecniche di analisi utilizzare per scoprire dove indirizzarsi nel prossimo passo della propria formazione personale?

L’analisi del livello macro ci porta inoltre a ragionare sul tema dell’entropia delle competenze, il degrado progressivo che subisce la nostra preparazione per via dell’ambiente che cambia ed evolve, e come fronteggiarlo.

Nel Metodo HPM si suggerisce di compiere ogni anno un investimento importante sulla propria formazione personale, anche e soprattutto in campi del sapere nuovi o limitrofi al nostro territorio professionale. Fare un corso all’anno non è una richiesta troppo impegnativa, ma anno dopo anno, se ci formiamo, cresceremo sempre.

Corso di autostima e  percorso di crescita personale e professionale “Deep Coaching™” – Progettualità e concretizzazione

I progetti costruiscono. I progetti concreti aiutano a far diventare realtà una visione o un valore in cui crediamo. Dobbiamo quindi sempre lavorare sulla nostra capacità di tradurre la nostra missione e visione in qualche progetto concreto.

Stupende idee che non trovino mai soddisfazione e applicazione, energie mai tradotte in un progetto, ambizioni soffocate a lungo o per sempre, distruggono anziché costruire.

Niente è più deleterio del rimanere costantemente in uno stato di tensione latente, di pulsione bloccata, un tendere a… sempre incompiuto.

Ogni idea forte o desiderio di attivazione incompleto produce danni, una vita castrata, un adagiarsi nella sofferenza senza che mai si provi un avvicinamento all’oggetto o condizione desiderata, ad uno stato superiore.

Giorno dopo giorno soffoca chi non tenta di vivere una vita a pieno. Occorre quindi trovare sfogo applicativo, liberazione progettuale, determinazione, sviluppare le tecniche per canalizzare le energie in goals concreti.

Nessuno può pretendere che ogni sogno si concretizzi, ma nemmeno accettiamo la castrazione di ogni nostro sogno. Che caratteristiche devono avere i progetti che puntano a conseguire risultati concreti? Vogliamo finalmente mettere mano alla nostra capacità di realizzare e concretizzare?

Nessuno pretende record mondiali o progetti forzatamente fantastici, ma piccoli passi si, ricerca di significati si, ricerca di scopi praticabili sì.

I progetti vanno rifiutati quando vuoti, e riprogettati come atti di espressione praticabile, concretizzabili, per generare attivazione. Ogni piccolo passo conta. Ogni micro-goal raggiunto ci fa pensare di poterne raggiungere un altro ancora e rinforza la nostra autostima.

Nel Metodo HPM consigliamo la realizzazione di almeno un progetto significativo a semestre, o altra cadenza per noi adeguata, e lavoriamo per incrementare la nostra capacità di progettazione e di realizzazione di progetti concreti.

Corso di autostima e  percorso di crescita personale e professionale “Deep Coaching™” –  Visione e ideali, spiritualità

La spiritualità è un quadro molto complesso e non comprende per forza l’essere religiosi. Si può essere spiritualmente attivi e ricchi anche nel contemplare la natura, un quadro, o nel come si intende il proprio lavoro.

La visione di cui parliamo è connessa al quadro dei valori in cui crediamo, il futuro che vogliamo costruire, una causa alla quale vogliamo contribuire, una mission, una vision, ciò che riteniamo sia degno, qualcosa per cui lottare, la nostra capacità di connetterci a concetti spirituali e di trovare una spiritualità che ci alimenti.

L’aspetto della visione, dei valori e degli ideali è senza dubbio il più distante da un mondo massificato e materialistico. Il solo pensiero di aiutare e lasciare una piccola traccia verso un mondo migliore nobilita la nostra vita e la riempie di significati.

Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e

esteriore sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e che io devo

sforzarmi al massimo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto.

Albert Einstein

Tutto questo non è solo teoria, diventa pratica e azione nel momento in cui troviamo il “dove” e “come” provarci. Impegnarsi richiede focalizzazione.

Vogliamo fare alcune riflessioni che estendono questo ragionamento alla formazione aziendale, coaching e percorsi di sviluppo:

  1. Energie e competenze sono importanti, ma senza passione, senza il motore di una causa nobile, tutto è inutile.
  2. “A cosa serve il mio sforzo?”… è una domanda che deve trovare risposte.
  3. Tante persone sono come auto pronte al via, ma con il parabrezza talmente sporco da non consentire di vedere “verso dove”, andiamo. Auto senza un guidatore, viandanti senza una meta e senza un perché.
  4. Occorre stimolare e riscoprire gli ancoraggi profondi ai valori, e ad una causa, la sacralità di una missione, persino la sacralità dell’esistenza.
  5. Le performance, le nostre giornate, le nostre ore, sono piene di atti vuoti o sono ancorati ad un disegno superiore? Esiste una “spiritualità” delle performance o del fare, un “fuoco sacro” che alimenta energie e motivazione?
  6. Diamo un senso a quello che facciamo? Ci proviamo? Possiamo cogliere un motivo denso di significato?
  7. Anche la non-azione (come la meditazione) può essere piena di valore, così come un progetto tangibile.
  8. Credere in quello che si fa è determinante per l’auto-immagine. Se ci sentiamo inutili venditori di fumo non andremo mai da nessuna parte. Se troviamo invece il modo di essere di aiuto a qualcuno, di dare senso, o di lottare per qualcosa, diventiamo pieni di forze.
  9. Ancorare l’azione a ideali significa riconoscere il bisogno di esistere per un fine. Le performance sono destinate a svanire nell’istante, mentre invece una causa è eterna.
  10. Vi sono persone e atleti che sperimentano il contatto con una realtà superiore ogni volta che entrano nelle quattro mura di una palestra o di un Dojo, e sanno che il loro allenamento sarà una forma di preghiera e di contatto con il proprio Dio, o anche solo con le forze primordiali della natura. Lo stesso può accadere nell’impegnarsi in un progetto sociale, aziendale o personale.

La visione di una causa per cui lottare o di un senso in quanto facciamo è un motore potente. Quando questo collegamento denso di valori, mistico o sacro, accade, le energie si sprigionano, i miracoli sono dietro l’angolo.

La capacità di amare è una misura del Potenziale Umano:

amare è essere pronti a rinunciare, senza che questa rinuncia ti pesi… amare è essere disposto a lottare, senza che questa lotta ti spaventi…

amare è la passione che metti nel portare avanti sogno che vuoi raggiungere… nonostante le barriere tra te e il tuo sogno.

Daniele Trevisani

Nel Metodo HPM, suggeriamo almeno una sessione all’anno di revisione del proprio “life purpose”, lo scopo di vita, il senso di missione, la spiritualità di una visione cui tendere. Un momento all’anno dedicato a riesaminare e “ricentrare” i nostri valori può cambiare un’intera vita e migliorarla.

Questo può essere fatto con l’aiuto di un coach, di un counselor, di un formatore o di un terapeuta, ma anche in alcuni casi, con il supporto di un mentor (progetti di Mentoring HPM) o di un Maestro o guida spirituale.

Il lavoro integrato sulle sei celle del Metodo HPM, dal lavoro quotidiano sul corpo, passando per le competenze, sino alla progettualità e alla spiritualità, è un lavoro di coaching estremamente proficuo e profondo e pervade ogni cellula di chi lo pratica.

Quando pensiamo di non farcela, quando vediamo e sentiamo di avere obiettivi superiori nella vita ma questi ci sembrano irraggiungibili o non sentiamo di avere le risorse interiori per farcela, quando vediamo una luce ma ci sembra difficile raggiungerla, è questo il momento per avviare un Deep Coaching e avviare finalmente un lavoro su se stessi che ci porti a scoprire dove possiamo arrivare quando le nostre energie, le nostre competenze e la nostra progettualità siano alimentate da un lavoro costante di allenamento, di training, di potenziamento.

Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola.

(Cesare Pavese)

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[1] https://www.ilmessaggero.it/animali/orsa_gira_su_se_stessa_cerchio_gabbia_video_gennaio_2021-5718005.html – Venerdì 22 Gennaio 2021, articolo di Remo Sabatini

[2] Howell, William S. (1982). The empathic communicator. University of Minnesota: Wadsworth Publishing Company.

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Corso di autostima e  percorso di crescita personale e professionale “Deep Coaching™”

Consulta prima di tutto il nostro Libro delle Referenze – Libro delle Referenze, completo, scaricabile in PDF: Libro delle Referenze dott. Daniele Trevisani

Il background scientifico di questo corso di autostima è basato sui libri:

Cosa si ottiene e cosa si fa nel corso di autostima

  1. Sessioni online a cadenza mensile
  2. Sessioni online di allineamento didattico
  3. Sessioni in presenza one-to-one (coaching personalizzato)
  4. Partecipazione ad eventi formativi organizzati da Daniele Trevisani Academy
  5. Realizzazione di articoli inerenti i propri temi di interesse e specializzazione e pubblicazione online
  6. Condivisione dei propri lavori di ricerca sui social e su siti personali con assistenza alla creazione del sito o blog
  7. Stesura di articoli a tema sul Metodo HPM (Human Potential Modeling), derivanti dalla letteratura specifica, e pubblicazione su siti e blog, con mentoring sulla scrittura
  8. Stesura di una tesina finale e pubblicazione della tesina
  9. Certificazione con diploma sul tema “Formazione per il Potenziale Umano”

Il Corso di Autostima, incluso Tutoraggio, Mentoring e Formazione Personalizzata costa 1900 Euro per un periodo di studio e pratica di 6 mesi.

Cosa rende questo corso di autostima diverso da tutti gli altri? Il fatto di essere tenuto direttamente e senza intermediari dall’autore dei Metodi e dei bestseller assoluti su questo campo, il dott. Daniele Trevisani (oltre 22 libri in 6 lingue). Vedi di seguito

Si tratta della massima produzione in Italia per qualità e quantità.

Se vuoi conoscere di più su queste occasioni di coaching svolte direttamente con l’autore, puoi contattarci attraverso questo form https://www.studiotrevisani.it/contact-form-2/ e sarà nostra cura richiamarti a breve e darti tutte le informazioni necessarie.

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Approfondimento. Esercizio pratico sull’autostima basato sul Training Mentale

La preparazione psicologica prima di una gara, negli sport da Ring e nelle Arti Marziali

 

Di Daniele Trevisani – Fulbright Scholar, Formatore, www.studiotrevisani.it

Conoscere e gestire l’attivazione psicologica generata da una gara, distinguere l’attivazione positiva da quella negativa, e dirigerla verso i canali giusti

Che si tratti di arti marziali o sport da ring, prima di una gara tutti vivono stati emotivi alterati. Si tratta di una forma di “attivazione” psicologica, a volte piena di tranelli che dobbiamo conoscere. Così come è importante per un coach evoluto saper fornire agli atleti strumenti per gestire le energie mentali.

L’attivazione psicologica può prendere due strade:

 

  • Attivazione positiva: vivere l’evento nei suoi lati più belli, sentendone soprattutto i lati positivi, il piacere dell’esperienza, il gusto della passione e dell’azione, il fluire delle propri energie vitali.
  • Attivazione negativa: l’evento si carica di ansia, tensione, distrugge le energie mentali, rende la persona incapace di esprimere liberamente se stessa, le sue potenzialità, e annienta di colpo tutta la sua preparazione.

 

Per tantissimi motivi, i praticanti sportivi professionisti nelle società occidentali vivono soprattutto nel secondo stato. Nessuno insegna veramente loro cosa fare, al di là del dare consigli derivanti dal buon senso. Un buon punto di partenza è iniziare a esaminare le credenze potenzianti e le credenze depotenzianti che si generano prima di una gara.

 

Le credenze potenzianti sottostanti l’attivazione positiva sono:

  • non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno, che vinca o che perda il mio valore viene dal mio essere, dal mio allenamento, e non dal mio piazzamento
  • chi ha detto che non posso sbagliare? Faccio del mio meglio, ma io posso sbagliare come ogni essere umano
  • non devo far contenti gli altri, ma cercare le emozioni positive che questo evento può darmi
  • si vive una volta sola, e questa giornata è un inno alla vita, da gustare e gioire come tale.

 

Le credenze de-potenzianti che generano attivazione negativa sono:

  • devo assolutamente dimostrare che valgo
  • non posso permettermi di sbagliare, devo essere teso al massimo
  • gli altri saranno delusi se sbaglio e non posso deluderli
  • da questa giornata dipende tutto.

 

Vi sono tecniche applicabili per aumentare le energie positive nel pre-gara. Ne citiamo una che tutti possono praticare.

 

Esercizio di visualizzazione (visual imagery) pre-gara

La tecnica consiste nella visualizzazione positiva: ogni giorno (per circa 20 giorni), per 30 minuti, occorre creare uno “spazio mentale vuoto” nel quale ricercare la condizione migliore. Se ci alleniamo ogni giorno per il corpo, lo stesso dobbiamo fare per la mente.

Occorre distendersi su un divano, o su un letto con doppio cuscino per evitare eventuali capogiri dovuti al fatto di avere la testa troppo bassa. La persona deve sentire di avere sempre la padronanza della situazione e la massima libertà.

Occorre inoltre coprirsi in caso di climi freddi o freschi, e non avere luci forti sugli occhi. L’esercizio di visualizzazione va svolto ad occhi chiusi. Occorre inoltre una musica di sottofondo rilassante (es, musiche Reiki, o altre musiche sinfoniche, orientali, o classiche, niente di “agitato”).

  1. Nella prima fase occorre concentrarsi solo sul respiro, respirare lentamente e profondamente, senza troppo sforzo.
  2. Nella seconda fase (derivante dal Training Autogeno) si avvia la pratica delle ripetizioni mentali: occorre ripetere mentalmente e molto lentamente la frase “il mio corpo è pesante (5 volte), e io sono calmo, tranquillo, sereno. Il mio corpo è pesante, e io sto bene”. Vi sono numerose varianti a queste frasi, ma l’essenziale è che siano frasi positive, sul “sentirsi bene” nel presente e non nel futuro (evitare di dire, ad esempio, “ed io starò bene”, ma dire “e io sto bene”).
  3. Fase di visualizzazione positiva: vedersi mentalmente mentre ci si prepara negli spogliatoi, mentre si viaggia verso la destinazione, mentre ci si riscalda, mentre si combatte, e vedersi in tutte queste fasi esattamente come dovremmo essere: felici, rilassati, appagati di quello che stiamo facendo senza nessuna ossessione per il risultato, ma solo sentire il piacere di quello che stiamo vivendo.
  4. Vedersi nel combattimento o in azione, vedere i colpi fluire, vedersi padroni del proprio corpo e della situazione, vedersi al meglio di come possiamo essere. Nelle forme, vedersi muovere esattamente come vorremmo, vedere il proprio corpo che fluisce nel movimento, alternando velocità e rallentamento, pienamente padroni. Tutto ciò permetterà di aumentare la coordinazione e la determinazione con cui si eseguono le tecniche da combattimento, aumentandone così l’efficacia; inoltre anche la scelta tattica risulterà migliore e quindi verranno create le condizioni più favorevoli per il raggiungimento della vittoria.
  5. Fase di meditazione o “raffreddamento”: fermare i pensieri consapevoli, immaginare un luogo della natura che amiamo, lasciare che la mente vaghi, lasciare che i pensieri vadano e vengano, lasciare che i pensieri si susseguano liberamente, sino ad arrivare ad un sentimento di rilassamento (in genere, arriva dopo alcune sessioni).
  6. Fase di ripresa: muovere lentamente mani e piedi, stirarsi ad occhi chiusi, rialzarsi lentamente, stirarsi ancora, riprendere a muoversi lentamente, alzarsi lentamente dopo essersi stirati.

 

 

Questa sequenza è una delle numerose opzioni che utilizzo nei coaching di training mentale e coaching agonistico. Ve ne sono molte altre che prevedono in addizione azioni fisiche che pratico sulla persona – compressioni, trazioni, e altre tecniche derivanti dalla psicologia organismica – che non possono essere facilmente prescritte ma vanno realizzate ad-hoc, di volta in volta, in base allo stato dell’atleta.

 

Esponiamo di seguito un esempio della tecnica utilizzata in uno degli incontri preparatori diversi campioni che ho allenato nel training mentale. Le tecniche esposte sono solo indicative e non seguono esattamente le verbalizzazioni date all’atleta, vengono offerte solo come esempio.

 

Inizio della procedura

 

Adesso inizieremo l’esercizio, sentiti libero di muoverti in qualsiasi momento, di fare quello che ti senti e prenderti questi minuti per te stesso e per potenziare le tue energie … Chiudi gli occhi, sentiti rilassato, senti ogni tuo muscolo abbandonato … la testa e i muscoli della fronte, il collo, le braccia, la schiena… l’addome, le gambe, le caviglie e i piedi …  (ogni zona viene richiamata molto lentamente, senza fretta) … fai un buon respiro e preparati a visualizzarti mentre ti prepari ad una gara o ad un allenamento.

 

Durante l’esercizio, ascolta le parole senza nessun obbligo, sentiti libero di riaprire gli occhi in qualsiasi momento, libero completamente, anche di interrompere l’esercizio, di riaprirli per poi richiuderli … non hai alcun obbligo di ascoltare, lascia semplicemente che le parole scorrano e la tua mente le colga senza sforzo alcuno … il senso di queste parole entrerà comunque … consideralo un momento per te, un momento prezioso che ti prendi per te … una riflessione, e nient’altro … (ogni frase viene pronunciata molto lentamente, con musica di sottofondo accuratamente selezionata dal Mental Trainer. L’utilizzo di musiche sbagliate può completamente annullare gli effetti)

 

Ora, immagina di essere nel giorno dell’incontro … ti alzi la mattina e senti una sensazione di benessere, di pienezza, di gioia … Immaginati mentre ti svegli e decidi di rimanere ancora un po’ disteso, per assaporare questa sensazione … e ora ti vedi durante la giornata della gara …. tranquillo, riposato, sereno ….

 

Siamo al momento della preparazione prima della gara, sei negli spogliatoi … vedi la fase della bendatura e senti un’energia positiva crescere dentro … ad ogni giro della benda … ti senti calmo e forte, niente può disturbarti … sei assolutamente concentrato, tranquillo, focalizzato …

 

Immagina adesso di vederti durante l’incontro, immagina che l’inizio del tuo incontro sia un film … e adesso vedi questo film in bianco e nero, immagina che il film sia in bianco e nero … guardati mentre ti muovi nel peggiore dei modi, ti senti goffo, fai degli errori, ti senti poco concentrato … focalizzati su questo film in bianco e nero, e guardalo mentre si svolge, come se tu fossi solo uno spettatore esterno del film … ti vedi e non ti piaci …

 

Adesso immagina che il film sia una proiezione su uno schermo o una finestra del computer … la finestra si rimpicciolisce … va in alto, a destra, si fa sempre più piccola mentre il film continua … e mentre si fa più piccola e si sposta in alto a destra … si sgrana … diventa come polvere … il film si frantuma in tanti pezzettini che volano via … vanno via in alto a destra ed escono dallo schermo ….

 

Ora rimane solo uno schermo bianco …. Nessun film, e tu osservi questo schermo sereno …

Respira lentamente mentre l’immagine esce di scena e si frantuma in tanti piccoli pezzetti e volano via ….

 

Ora lo schermo inizia ad animarsi, e stavolta il film è a colori, ci sei tu, vedi i tuoi occhi aperti, diretti, determinati … vedi energia nei tuoi occhi, il tuo corpo è forte, la tua mente è lucida, sei pienamente padrone della situazione e non vedi l’ora che inizi l’incontro …

 

L’incontro inizia e ti vedi muovere con assoluta padronanza del tuo corpo…. L’avversario tira colpi, ci prova ma non ci riesce … tu li vedi e li schivi o li pari e l’avversario si sente impotente … in questo film a colori ti senti pieno di energia … veloce …  riesci a prevedere ogni singola mossa … e adesso vedi che l’avversario si muove come al rallentatore … mentre tu lo osservi e lo studi… poi decidi di affondare alcuni colpi … li vedi potenti, decisivi, a bersaglio … ti senti nel pieno delle tue forze, i tuoi colpi sono potenti … vedi l’avversario arretrare, chiudersi, girarsi … mentre avanzi …  senti chiaramente che sei tu a decidere come deve andare l’incontro … vediti completamente padrone, i tuoi occhi aperti, lucidi, la tua mente concentrata, il tuo sguardo come un raggio laser, percepisci ogni movimento, anticipi ogni mossa …

 

… la ripetizione della alternanza tra visualizzazione negativa e positiva viene ripetuta diverse volte, mentre il Mental Trainer osserva la presenza di segnali di distensione nella respirazione diaframmatica dell’atleta e altri segnali specifici

 

Fase finale dell’esercizio

 

Ed ora  in scena nuovamente  l’immagine a colori … e ti vedi esattamente come vuoi … ti vedi sicuro, tranquillo, determinato …. Niente ti sfugge … riesci a percepire ogni cosa … i tuoi colpi sono forti e potenti, il tuo sguardo determinato, lucido … come quello di un lupo che osserva la preda…  e quando azzanna colpisce esattamente dove vuole, senza scampo … (fase archetipica)… vedi chiaramente i tuoi canini esposti, fondi l’immagine mentale di te con quella di un lupo…

 

Poi ti vedi alla fine dell’incontro, soddisfatto di come l’hai condotto … di come ti sei sentito … provi gioia … il verdetto non ti interessa nemmeno … saluti il tuo avversario che ti ha permesso di fare questo viaggio … un viaggio che è soprattutto dentro di te …. Sai che questa è solo una tappa di un lungo viaggio … dove vuoi gustarti ogni istante, ogni allenamento, come qualcosa di sacro … di potente, di immenso… non hai nessuna fretta di arrivare alla fine…. Perché il viaggio in sé ha per te un valore

 

Tecniche principali utilizzate e mixate nella traccia:

 

  • Psicologia degli archetipi
  • Terapia organismica
  • Bioenergetica

 

 

Capire e dominare la tensione psicologica pre-gara

Al di la della tecnica che useremo, dobbiamo capire la radice del problema: la generazione dell’ansia e la sua gestione, la sua rimozione per dare spazio alle energie positive.

 

L’ansia, uno dei mali più drammatici della società contemporanea, è stret­tamente correlata allo stress.

L’ansia è – nella nostra visione – il prodotto di un incremento di attivazione mentale (arousal) mixato ad emozioni negative (paura, angoscia, timore, apprensione). La sola attivazione mentale, di per se positiva, acquisisce nell’ansia sfumature negative e innesca un dialogo interiore tutto centrato sugli eventi negativi, producendo un “sequestro emotivo” della persona.

L’ansia può essere uno stato permanente o prodursi in relazione ad alcuni eventi scatenanti o trigger (eventi che l’individuo vede come problematici, es, parlare in pubblico, stare in situazioni pubbliche, o prendere un aereo, una galleria, o in ambiti sociali e nella vita di relazione).

Alcuni autori erroneamente espongono il concetto di “ansia positiva”, intesa come fonte di energie. In realtà è corretto trattare come fenomeno ipoteticamente positivo unicamente l’arousal (aumento dell’attivazione mentale), mentre l’ansia – espressa come un correlato tra attivazione ed emozioni negative – porta con sé numerosi rischi dal punto di vista psicoenergetico.

Si distingue nella letteratura tra:

 

  • ansia di stato (collegata ed eventi specifici, es., prendere l’ascensore), e
  • ansia di tratto (componente ansiosa più permanente, insita nella personalità dell’individuo, con componenti che possono essere sia di derivazione genetica che apprese durante la vita).

 

Il training psicoenergetico adeguato consiste in diverse linee di attacco:

 

  • eliminare l’arousal connesso agli eventi scatenanti o trigger, tramite tecniche di rilassamento, refraiming cognitivo o ristrutturazione cognitiva; eliminare l’ansia situazionale nei contesti precisi in cui si presenta (es., prima di una lezione, prima di un discorso pubblico);
  • associare gli eventi scatenanti o trigger ad emozioni positive, con una ristrutturazione cognitiva profonda, es. trasformare l’ansia da lezione in gioia per l’essere protagonista di una relazione d’aiuto, gioia del dare e dell’aiutare il prossimo a capire o a crescere; questo richiede smontare la componente competitiva insita nella prestazione didattica (io contro loro) e sostituirla con la componente della relazione di aiuto (io per loro);
  • affrontare la componente ansiosa della personalità e quella appresa (ansia di tratto). Questo può richiedere di andare alla ricerca del disagio trans-generazionale (assorbimento di ansia dai genitori e altri referenti importanti nel passato della persona) e degli schemi mentali appresi che la producono e mantengono in vita. Quando sono stati appresi? Da chi? Come rimangono attivi? Quali relazioni personali e culturali la mantengono elevata? Quali abitudini dobbiamo sradicare? Quali inserire? Un lavoro profondo richiede anche la ricerca dei messaggi genitoriali o sociali assimilati che la alimentano (es.: devi riuscire a qualsiasi costo), delle credenze disfunzionali che vivono nella mente dell’individuo, e come virus mentali la danneggiano, dei prototipi cognitivi personali (relazioni tra valori, credenze, atteggiamenti) che la nutrono (es.: devi sempre essere perfetto altrimenti non vali).

 

In sintesi, possiamo dire che il Training Mentale è una tecnica per potenziare la crescita umana, il Potenziale Umano dell’agonista[1], al di la dello specifico risultato ottenuto in un incontro.

 

Le tecniche del Potenziale Umano sono spesso decisive nel creare un vantaggio competitivo, ma ancora di più per aiutare l’atleta a trovare equilibri psicologici ed emotivi, generare energie positive in sé e nel proprio team. Secondo la filosofia del Potenziale Umano che ho sviluppato, migliorare la persona, la sua maturità e la sua crescita assume un valore assolutamente superiore al migliorare unicamente l’atleta.

 

Liberare la persona dai “sassi nello zaino” che egli porta con sé, trovare le vie per la sua crescita personale prima di tutto, è la mia filosofia. La traiettoria complessiva di crescita personale, il mio vero obiettivo latente, porta inevitabilmente con sé risultati positivi nella vita così come nella pratica sportiva.

 

Dott. Daniele Trevisani

 

Note sull’autore:

dott. Daniele Trevisani (www.danieletrevisani.com), Fulbright Scholar, consulente in formazione aziendale e coaching (www.studiotrevisani.it) insignito dal Governo USA del premio Fulbright per gli studi sulla Comunicazione nel 1990, è Master of Arts in Mass Communication alla University of Florida e tra i principali esperti mondiali in Sviluppo del Potenziale Umano.

In campo marziale e sportivo, è preparatore certificato Federazione Italiana Fitness, praticante di oltre 10 diverse discipline, Maestro di Kickboxing, Sensei 9° Dan Sistema DaoShi® Bushido  – formatore di atleti e istruttori di Muay Thai, MMA, Kickboxing, Karate  (Kumite), Taekwondo, Full Contact, Sanda, K1, Autodifesa. E’ stato agonista negli USA nei trofei di Karate Open Interstile e campione universitario USA alla University of Florida.

Formatore e ricercatore in Psicologia e Potenziale Umano, è consulente NATO e dell’Esercito Italiano. Laureato in Dams-Comunicazione, è inoltre specializzato in Psicometria all’Università di Padova.

Ha realizzato docenze in oltre 10 Università Italiane ed estere, ed è il tra i principali formatori italiani nella formazione risorse umane, formazione formatori, coaching, formazione di manager, di istruttori e trainer.

[1] Per approfondimenti, vedi il volume: Trevisani, Daniele (2009), Il Potenziale Umano, Franco Angeli editore, Milano.

 

Al Rifugio con l’Autore. Formazione in Comunicazione, Crescita personale, Coaching, in formula Weekend, al Rifugio-Wellness di montagna

al rifugio con l'autore Daniele Trevisani Coaching

Al Rifugio con l’Autore. Formazione in Comunicazione, Crescita personale, Coaching, in formula Weekend, al Rifugio-Wellness di montagna In promozione speciale a 149 euro, posti limitati.

Venerdì 21 Febbraio sera h 7.30-21.30 (serata opzionale)

  • Preparazione all’esperienza ed esercizi propedeutici
  • Briefing sulle attività del weekend e prima analisi dei Metodi del Potenziale Umano. Avvicinamento al modello del Potenziale Umano HPM (Human Potential Modeling) del Dott. Daniele Trevisani
  • Out-of-box: ripulire la mente dai pensieri invasivi e dalle “cose da fare”
  • Esercizi di focalizzazione, rilassamento e meditazione

Workshop di Sabato 22 e Domenica 23 Febbraio

Parte Indoor in rifugio. Comunicazione, emozioni ed espressività, crescita personale

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rifugio interni
  • Le caratteristiche della comunicazione efficace come atto di espressività
  • Potenziare l’espressività personale. Esercizi pratici
  • Approfondimenti sulla comunicazione verbale, paralinguistica e non verbale metodo Stanislavskij (formazione dell’attore metodo Actors’ studio)
  • Uso della voce: la voce e le emozioni
  • Il Body Language per aumentare l’espressività
  • Esercizi di ascolto attivo ed empatico
  • Competenze di Coaching e strumenti. Il Coaching delle energie personali e professionali tramite il Metodo T-Chart (mappa dei Tempi Personali, metodologia parte del Metodo HPM)
  • Le emozioni, il loro funzionamento e lo sblocco delle emozioni positive
  • Il potenziale personale nel modello HPM del Potenziale Umano. Capire come potenziare le nostre energie

Parte outdoor in Natura

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  • Esercizi di rilassamento
  • Esercizi di respirazione (Pranayama)
  • Camminata consapevole nel bosco
  • Trarre energia dalla natura
  • Esercizi di autobiografia in passeggiata nella natura
  • Esercizi di focalizzazione delle priorità personali (RME – Retargeting Mental Energies)
  • Intelligenza emotiva e T-Chart (ricentraggio dei propri tempi personali e obiettivi personali)

Aspetti logistici

  • Sede del Workshop: Rifugio Wellness Centro Fondo Campolongo, altopiano di Asiago. Località Campolongo Mt. 1551 – 36010 Rotzo (VI) https://www.centrofondocampolongo.it/ – al sito sono presenti indicazioni per l’arrivo
  • Orario; Venerdì sera h 19.30-2.30 (opzionale) – Workshop il Sabato e Domenica h 9.30-12.30 e 14-17. Esperienza outdoor indicativamente dalle 11.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 16
  • Il rifugio è raggiungibile in auto, a 10 minuti da Asiago. E’ consigliabile prenotare in un B&B qualsiasi di Asiago e poi raggiiungere il rifugio in macchina. Centro Fondo Campolongo è un rifugio-wellness, una location tranquilla e ben attrezzata dove poter fare colazioni, pranzi, cene e attività outdoor.
  • L’attrezzatura necessaria è unicamente un paio di scarponi adeguati a camminare sulla neve battuta – non si affrontano né camminate difficili né percorsi difficili

Bibliografia di riferimento

Durante il Workshop viene esaminato materiale di studio dai testi di Daniele Trevisani, in particolare dai seguenti libri:

Dispense riassuntive PDF vengono fornite via mail al termine dell’evento.

Disponibile attestato di partecipazione firmato dall’autore (PDF ad alta risoluzione).

Costo e opzioni di acquisto

  • Costo del Workshop da venerdì sera a domenica: 500 Euro. SPECIALE ONLINE – Solo 149 Euro per chi si iscrive tramite questo canale Eventbrite.
  • Le spese di alloggio e vitto sono a carico del partecipante, con possibilità di ampia scelta personale tra i tanti hotel e B&B dell’altopiano di Asiago e in Asiago stessa.
  • Evento a posti limitati

Dott. Daniele Trevisani

https://www.linkedin.com/in/danieletrevisani/

https://www.studiotrevisani.it (per iscriversi al blog, immettere sulla destra la propria mail, e sotto cliccare il pulsante “iscriviti”)

Per contattare il dott. Daniele Trevisani per informazioni sull’evento e prenotazioni dirette, è disponibile il seguente form:

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Dal ricambio cellulare al ricambio delle idee, il lavoro sul corpo. Articolo e video

Copyright. Dal libro Psicologia della libertà. Liberare le potenzialità delle persone di Daniele Trevisani, edizioni Mediterranee, Roma

Ogni corpo cambia, in ogni istante. Miliardi di cellule muoiono, altre nascono, ogni secondo. Ogni persona, ogni team, ogni impresa, vive un processo evolutivo

 .... in cui possono accadere momenti di stasi, momenti di accelerazione positiva, 
momenti di regressione negativa e chiusura. 
Ma anche, momenti sacri, di ri-centraggio, di ri-allineamento con gli scopi più veri 
e profondi della vita e con un senso di nuovo splendore.

Il ricambio cellulare è reso possibile dalla “apoptosi”, termine coniato da John F. Kerr, Andrew H. Wyllie e A. R. Currie[1] a partire dal termine greco che indica la caduta delle foglie e dei petali dei fiori. È una forma di morte programmata delle cellule, che l’organismo rimpiazza con cellule nuove. Permette un ricambio, e permette un rinnovamento e la vita.

L’apoptosi o morte cellulare è un fenomeno fisiologico che comporta la degenerazione della cellula a conclusione del suo ciclo vitale.[2]

L’idea stessa che una cosa non duri per sempre ma abbia un suo ciclo vitale è fondamentale per il coaching, il counseling, e il cambiamento. Se non accettiamo questo, ci attaccheremo a idee vecchie e modi di essere passati, come un lupo imprigionato potrebbe attaccarsi al suo recinto invece di correre nel bosco.

 

  • Qual è il ciclo vitale delle tue idee dominanti? Proviamo a cercare di individuarlo? Partiamo dalle prime…
  • Quale è stata la tua idea dominante da bambino? In cosa credevi, in cosa ti identificavi, cosa contava per te?
  • Quale nell’adolescenza?
  • Quale da adulto e in qualsiasi fase tu sia ora?
  • Quale idea dominante ti farebbe bene o ti piacerebbe assimilare per il futuro senza che sia lei ad assimilare te?

Nel metodo HPM, specifici esercizi sono nati, a livello fisico, per accelerare l’apoptosi soprattutto a livello muscolare e degli organi interni, esercizi fisici che letteralmente portano ad un “rinnovamento” del corpo. In un coaching olistico, questi esercizi sono fondamentali.

Il termine viene dalla biologia, ma possiamo chiederci se non sia utile anche per il training mentale. Si tratta di un processo ben distinto rispetto alla necrosi cellulare, e in condizioni normali contribuisce al mantenimento del numero di cellule di un sistema

Purtroppo per noi, non abbiamo lo stesso meccanismo a livello mentale. Le nostre idee si “bloccano” e si fissano in alcuni casi indissolubilmente, finché un trauma o un bravo coach, terapeuta o Counselor riesce a farle venir fuori, mettercele in mano, e farcele “vedere”.

Il ruolo del coaching e del counseling è nobile: indirizzare il passaggio da energie racchiuse ad energie espresse, da potenzialità latenti a potenzialità che cercano itinerari di espressione, da blocco mentale a fluidità delle idee. Da corpi che sono sì e no gusci rattrappiti, a corpi “abilitanti”, enabling bodies: corpi che ti permettono di fare ciò che vuoi, corpi che non ti dicono di no, corpi che ti aiutano, corpi dotati di energia, il corpo che ti serve per i tuoi progetti, fino ad un abitare il corpo con passione e sentimento.

Nessuna idea sarà mai trasformabile in progetto reale se il corpo che abitiamo non ci aiuta, per cui il primato del corpo è definitivo.

[1] Kerr JF, Wyllie AH, Currie AR, Apoptosis: a basic biological phenomenon with wide-ranging implications in tissue kinetics, in Br J Cancer., vol. 26, nº 4, agosto 1972.

[2] Microsoft® Encarta® 2009. © 1993-2008 Microsoft Corporation. Voce “apoptosi”

Copyright. Dal libro Psicologia della libertà. Liberare le potenzialità delle persone di Daniele Trevisani, edizioni Mediterranee, Roma

 

Comunicazione olistica, la ricerca di una comunicazione “vera”

“Puoi fregare alcune persone alcune volte 
ma non puoi fregare tutte le persone tutte le volte 
(Bob Marley)”

Comunicazione olistica, la ricerca di una comunicazione “vera”, con gli altri e con se stessi

© Copyright Daniele Trevisani http://www.studiotrevisani.it – Anteprima editoriale dal volume Ascolto attivo ed Empatia, Franco Angeli editore. Per rimanere aggiornati su nuovi articoli e anticipazioni, vedi link alla nostra Rivista di Comunicazione gratuita Communication Research qui http://eepurl.com/b727Pv

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Le persone comunicano in una enorme varietà di modi, consapevoli o meno. Tutto ci informa, tutto ci parla, tutto ci suggerisce, e, per chi vuole ascoltare, il mondo è pieno di messaggi.

L’approccio olistico ci aiuta a distinguere il vero dal falso, il consapevole dall’incosapevole, le comunicazioni superficiali da quelle profonde.

Esistono centinaia di possibili dettagli e modi di comunicare ed esprimere aspetti di sè ed anche piccoli particolari, in una visione olistica, assumono un valore informativo, come pezzi sparsi di un puzzle che assume senso man mano che lo costruiamo.

Facciamo una piccola rassegna, infinitesimale rispetto all’enorme lista che sarebbe necessaria, su come una persona, sapendolo o meno, può comunicare qualcosa di se stesso.

  1. La musica che ascolta
  2. I libri che legge
  3. Cosa ha o non ha appeso alla parete
  4. Come si veste
  5. Cosa guarda, programmi, film, cosa vi cerca, cosa lo motiva in profondità a cercare quei contenuti
  6. Che tipo di bisogni esprime verbalmente
  7. La differenza tra come parla in pubblico e in privato (grado di autenticità della comunicazione)
  8. Come è la sua pelle (colore, stato, rughe, segni, tatuaggi, cura, tratti)
  9. Come ha chiamato il cane (che nome gli ha dato, es Lilly, Karma, o Schwengensther?)
  10. I suoi accessori personali (orologio e di che tipo, penne, e altri)
  11. Grado di ordine o disordine nella disposizione dei suoi spazi
  12. Auto (tipologia, anno, grado di ostentazione, e di cosa)
  13. Stile di guida (capacità, padronanza, saggezza)
  14. Frequenza dei contatti e “cronemica” (la comunicazione ricavabile dal tempo) – qualcuno che ti chiama sempre, qualcuno che non ti chiama mai, qualcuno che ti risponde solo dopo n. tentativi, qualcuno che ti cerca anche troppo, e ogni possibilità esistente nel “real life”
  15. Abitazione, zona abitativa, preferenza per il tipo di abitazione (rustico, cittadino, etc)
  16. Grado di narcisismo nell’esporre dati di sè
  17. I ”background noises”: le emissioni comunicative involontarie o inconsapevoli che cogliamo in sottofondo (es, il sottofondo di una telefonata, o cosa sento nell’ufficio a fianco, una macchia che non sa di avere, una foto in cui compare qualcosa che non ho controllato)

Ma se osserviamo bene, potremo cogliere man mano anche:

  1. Grado di religiosità, spiritualità e tipologia di appartenenza religiosa
  2. Grado di misticismo/spiritualità vs. materialismo
  3. Affiliazioni tribali e etniche, sub-etniche e gruppi sub-tribali
  4. I tratti della personalità (es, estroversione vs. introversione, materialismo vs spiritualità, altri tratti ricavabili dal modello Big 5, Neo-PI, o altri modelli di personalità)

Le coerenze e incoerenze tra segnali esterni e realtà interna

Le persone annaspano continuamente nel tentativo di dare “segnali esterni” per costruire con la comunicazione una “faccia” e una identità (Il lavoro pionieristico di Erving Goffman su quest’area di ricerca, è magistrale).

Tuttavia, la ricerca affannosa di un modo di essere che li porti ad essere più accettati, più belli, più persuasivi, può portare a dimenticare una verità suprema: la comunicazione esterna è solo un riflesso dello stato interiore.

Le bugie e scostamenti tra cio che le persone sono è ciò che si vuol fare apparire, prima o poi emergono con un boato devastante e corrodono l’anima, oltre a far male agli altri. Persino un Ministro della cultura o dell’educazione può, con una singola frase, far vedere che la sua cultura e la sua educazione sono ridicolmente basse, ad esempio nel trattare con superiorità un collaboratore o un giornalista, dimostrando di fatto arroganza e presunzione.

Puoi essere Ministro di quello che vuoi, Capo di quello che vuoi, Presidente di quello che vuoi, Leader di questo e quello, ma quando apri la bocca la verità viene fuori, e spesso, senza nemmeno bisogno di aprire la bocca. Al contrario, vi sono Capi di Stato che trattano ogni persona che incontrano con rispetto.

Molto di quanto riguarda una comunicazione “vera” ha a che fare con l’avere o meno fatto i conti con i propri demoni interni, con le proprie ferite emotive irrisolte, o avere creato un dialogo interno più pulito, più vero, più onesto con se stessi. Le persone che hanno lavorato seriamente su di sè risplendono di una luce tutta particolare, e fanno bene a chi sta loro vicino.

E’ su questa connessione interno-esterno che dobbiamo lavorare ed è su questo che opera la comunicazione olistica, per un “essere che comunica” e non solo una “maschera vuota che comunica”.

Puoi avere tutti i galloni che vuoi, le cravatte più costose e gioielli sfarzosi, ma se dentro l’anima è vuota, le tue parole saranno vuote. Lo stesso vale in una riunione aziendale, dove le comunicazioni interne potranno essere vere, coerenti, aperte e oneste, o un misero teatro di finzioni e maschere. Oppure al contrario, possiamo creare condizioni comunicative di altissima qualità, in cui le persone portino il meglio di sè, in un clima in cui qualsiasi problema diventa un’occasione per lavorare felicemente e non vorresti essere altrove se non li. Non è utopia, è realtà possibile.

E la cosa non si ferma qui. Persino la persona può mentire a se stessa, raccontarsi “storie” per reggere relazioni che non tengono, avere un dialogo interiore pessimo e pieno di bugie, oppure apprendere i segreti della comunicazione olistica, che portano ad una maggiore connessione tra la nostra parte razionale e quella inconscia e subconscia, con un netto miglioramento dello stato delle emozioni, e di conseguenza, delle relazioni con gli altri e nel successo personale.

Non è un caso che le persone che vivono in un mondo di bugie interiori, di emozioni irrisolte, di rapporti falsi e mai autentici, in una miseria relazionale da paura, finiscano per ammalarsi. Per cui, la comunicazione olistica ha a che fare, e parecchio con la salute e il benessere fisico, e questo non è poco.

In ogni rapporto e in ogni forma comunicativa, la ricerca del “vero” è un bene sempre più raro e per questo, sempre più prezioso.

la ricerca di una vita ricca di significato e sempre appunto una “ricerca” e non un dono o qualcosa di scontato

Caroline Myss

© Copyright Daniele Trevisani http://www.studiotrevisani.it – Anteprima editoriale dal volume Ascolto attivo ed Empatia, Franco Angeli editore. Per rimanere aggiornati su nuovi articoli e anticipazioni, vedi link alla nostra Rivista di Comunicazione gratuita Communication Research qui http://eepurl.com/b727Pv

I 6 passi del “Focusing” e il contatto con le proprie sensazioni interne

Il contatto con le proprie sensazioni interne è spesso sfuggente, accadono, non ne siamo pienamente coscienti finchè non bussano con forza e superano la nostra soglia di attenzione. Esiste un metodo, tuttavia, per affinare la nostra capacità di “sintonizzarci” e ascoltare le nostre sensazioni, dargli spazio, accoglierle, non giudicarle troppo presto, e lasciare che ci indichino strade e percorsi.

Focusing

Rielaborato con modifiche Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Il termine Focusing (ingl. mettere a fuoco) indica in psicoterapia, nel counseling, e nell’area consulenziale, la capacità del paziente di prestare attenzione a sensazioni e desideri che non sono ancora stati espressi in parole.

Il termine è stato introdotto dallo psicoterapeuta Eugene T. Gendlin, allievo e collaboratore di Carl Rogers[1]

Origini

Il Focusing nasce negli anni ’70 dall’osservazione e dall’esperienza clinica di Eugene Gendlin (Vienna, 25 dicembre 1926) psicoterapeuta e filosofo della scienza, professore dell’Università di Chicago e collaboratore di Carl Rogers, fondatore della Psicologia umanistica. Gendlin, ascoltando le registrazioni di migliaia di ore di colloqui di psicoterapia, notò che alcuni pazienti avevano una predisposizione naturale ad ascoltarsi (natural-focuser) a differenza degli altri, che permetteva loro di cambiare, di trovare nuove soluzioni. Notò che questo avveniva perché non si limitavano al racconto della loro storia ma la esponevano arricchendola delle loro sensazioni fisiche vissute in quel momento (felt-sense), queste davano luogo ad un cambiamento corporeo (body-shift) che portava ad un ulteriore felt-sense[2].

Ascoltando sistematicamente le registrazioni di questi colloqui, di qualunque orientamento psicoterapeutico esse fossero, Gendlin si accorse che poteva prevedere già dai primi colloqui quali pazienti avrebbero avuto un beneficio dalla psicoterapia e si rese conto che questo modo di mettersi in ascolto di sé, era possibile insegnarlo. Quindi sistematizzò e formalizzò tale processo in sei passi, con lo scopo di renderlo utilizzabile anche al di fuori del set psicoterapeutico. Il Focusing è infatti uno strumento utile in diversi contesti ed è utilizzabile per sbloccare delle situazioni, per rilassarsi, per favorire la creatività, per promuovere un cambiamento[2].

I sei passi del focusing

1. Creare uno spazio: Per creare uno spazio occorre fare silenzio e restare con sé stessi dedicando qualche minuto al rilassamento. Questo è raggiungibile ascoltandosi: partendo dai piedi, le gambe, i glutei, la schiena, le spalle, il collo, la nuca, gli occhi, il naso fino a percepire l’aria che si respira; così facendo portiamo l’attenzione all’interno del corpo, nelle zone del petto e dello stomaco e sentiamo cosa succede. Con qualunque sensazione si incontra è possibile fare due cose: spostarla fuori ponendola in un luogo ritenuto da noi adatto, ad esempio al nostro fianco; oppure domandarsi: “‘come va la mia vita?”, “cosa è importante adesso per me ?”,e vedere cosa succede lasciando che la risposta provenga lentamente dalla percezione del corpo senza analizzarla; così facendo liberiamo, o meglio creiamo, uno spazio tra noi e quello che sentiamo.

2. La sensazione sentita: Tra le tante sensazioni se ne sceglie una sulla quale fare focusing senza analizzarla, portando l’attenzione nel punto esatto di dove si sente nel corpo, in modo di avere la percezione indefinita dell’intero problema.

3. Simbolizzare: Successivamente si lascia che dalla stessa sensazione emerga una parola, una frase, un gesto, un’immagine, un suono che la descriva perfettamente: come ad esempio si fa quando usciamo di casa con l’impressione di non aver fatto qualcosa, cercando di far combaciare quello che si sente con quello che non si è fatto, esempio: non abbiamo chiuso il gas, oppure abbiamo lasciato le finestre aperte, etc., fino a che non si trova la risposta che si adatta perfettamente a quello che si prova.

4. Risuonare: Ora si verifica la sensazione che si sente con la parola, la frase, il suono, l’immagine o il gesto, per vedere se risuonano e coincidono: questo produce solitamente un piccolo segnale fisico, un senso di sollievo o rilassamento, come ad esempio succede quando ci si ricorda di non avere chiuso le finestre prima di uscire di casa.

5. Porre domande: Di seguito è corretto chiedersi cosa qualifica il problema nel modo che lo si è appena descritto: ad esempio, “cosa c’è nella sensazione che ho sentito?”, o “che cosa rende il problema come lo sento?”, oppure “qual è la cosa più paurosa, disagevole, sgradevole, se si è sentito paura, disagio, sgradevolezza…?”. Si rimane con questa sensazione, riportando l’attenzione al corpo e integrandola ancora una volta, fino a che non avviene un ulteriore cambiamento (body-shift), come ad esempio un leggero sollievo o un rilassamento.

6. Accogliere: A questo punto si può accogliere il cambiamento, anche se è un piccolo rilassamento o un leggero sollievo, e questo è un punto di partenza di un ulteriore felt-sense.

Approcci contemporanei al focusing

Una metodologia contemporanea di Focusing è proposta dal ricercatore Daniele Trevisani nel metodo “Regie di Cambiamento[3] Il metodo invita a sviluppare azioni di focusing su tre specifiche aree del “felt sense” orientate alla crescita personale:

1. “Focusing sulla Rimozione”: gli aspetti dell’individuo sui quali la persona “sente” sia bene lavorare per farvi una pulizia interiore, gli elementi caratteriali dai quali ripulirsi, i comportamenti da rimuovere dalla propria sfera di vita e dal proprio repertorio comportamentale. Su questa sfera l’oggetto può essere vastissimo, e soggettivo, ad esempio, un individuo potrà trovare importante, dopo una fase di focusing, rimuovere il senso di fretta eccessivo che lo accompagna durante la giornata, mentre un altro individuo potrebbe trovare importante rimuovere un comportamento specifico, esempio, la procrastinazione (posticipazione continua delle decisioni).

2. “Focusing sugli Ancoraggi”: gli elementi che l’individuo “sente” gli appartengano e dei quali non vuole liberarsi, esempio, un valore personale forte e al quale non si vuole rinunciare.

3. “Focusing sugli Apprendimenti e Immissioni Positive”: gli elementi che l’individuo riesce a focalizzare come importanti per la crescita di nuove capacità, abilità, atteggiamenti, lo sviluppo di nuove conoscenze, competenze, l’ingresso di nuovi modi di essere, come l’ottimismo, o l’assertività, o la capacità di meditazione o gestione dello stress, apertura a nuove relazioni umane e sociali, e ogni altro elemento soggettivamente importante da far entrare nel proprio “sistema aperto”.

3 zone

Ne metodo delle “Regie di Cambiamento” lo stesso processo viene applicato anche al cambiamento organizzativo e risorse umane, per capire le traiettorie di sviluppo importanti per l’organizzazione e le azioni da intraprendere sulla rimozione, sugli ancoraggi e sugli apprendimenti organizzativi che coinvolgono il fattore umano dell’organizzazione.

Note

  1. ^ Ann Weiser Cornell, e Barbara McGavin, The Focusing Student’s and Companion’s Manual. Part One, Calluna Press, 2008, ISBN 0-9721058-0-8.
  2. ^ a b E. T. Gendlin. Focusing. Second edition, Bantam Books, 1982. ISBN 0-553-27833-9.
  3. ^ Daniele Trevisani, 2007, dal cap. 2, ” Principi delle regie di cambiamento, dal focusing al ricentraggio delle energie mentali”, Regie di cambiamento. Approcci integrati alle risorse umane, allo sviluppo personale e organizzativo e al coaching, ISBN 9788846483775

Bibliografia

  • (EN) E. T. Gendlin. Focusing. Second edition, Bantam Books, 1982. ISBN 0-553-27833-9.
  • (EN) E. T. Gendlin. Focusing-Oriented Psychotherapy: A Manual of the Experiential Method. Guilford Publications, 1996. ISBN 0-89862-479-7.
  • (EN) Ann Weiser Cornell. The Power of Focusing New Harbinger Publications, 1996.
  • Daniele Trevisani, Regie di cambiamento. Approcci integrati alle risorse umane, allo sviluppo personale e organizzativo e al coaching, FrancoAngeli, 1° edizione 2007, ISBN 9788846483775

Una cosa alla volta… e al giusto livello. Due segreti del benessere fisico, mentale e professionale

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(C) Copyright. Dal volume Il Potenziale Umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance. Franco Angeli editore.

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Due grandi nemici del benessere psicologico per chi lavora, ma anche per chi studia o semplicemente vive un brano di vita quotidiana:

  1. il multitasking: cercare di fare bene 2 cose alla volta (o più)
  2. la maniacalità ossessiva nella perfezione, invece della ricerca di un’azione di eccellenza.

Entriamo in questi temi con maggiore dettaglio:

Multitasking, il nemico nascosto. Ritrovare la capacità di concentrazione, creare slot psicotemporali dedicati, cercare lo stato di flusso (flow)

Vivere in multitasking (distribuire l’attenzione contemporaneamente su più fronti) riduce le energie mentali e non consente di assorbire energie positive dagli eventi.

Il multitasking è possibile solo su compiti estremamente semplici, ma anche in questo caso l’effetto sulle energie mentali è drenante. Per incrementare le performance è ottimale vivere le esperienze in slot temporali separati.

Uno dei temi principali per lo sviluppo energetico tramite la via pedagogica è la riduzione del multitasking: diminuire l’impegno contemporaneo su più fronti.

Le società industriali e post-industriali spingono le persone sempre più verso il multitasking, e persino alcuni corsi mal impostati di time-management e sviluppo personale arrivano al punto di proporre metodi per fare più cose contemporaneamente. Niente di più sbagliato. Il cervello umano, al contrario del computer, non lavora bene su più compiti. Può farlo, ma lavorando in modo disarmonico e dispersivo.

Mangiare mentre si legge un giornale, si guarda la tv e si cerca di avere una conversazione con i familiari è un esempio classico di multitasking in cui: (1) non si apprezzerà il cibo realmente, (2) non si leggerà il giornale se non in modo disattento, e (3) si avrà una conversazione familiare di livello estremamente superficiale. Questo produrrà litigi dovuti ai momenti di non ascolto reciproco che tale situazione produce. Non vi sarà quindi alcuna efficacia della conversazione.

Una delle capacità più critiche per le performance è quella di ripulirsi dall’eccesso di attività, riconoscere le dispersioni, concentrarsi su poche cose significative, fare pulizia nella propria vita delle cose inutili e dispersive.

 

Ogni giorno qualcosa di meno, non qualcosa di più:

sbarazzati di ciò che non è essenziale.

Bruce Lee

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Il secondo aspetto su cui riflettere è la pretesa da se stessi di prestazioni assurde, oltre il limite della tenuta fisica e mentale. Chiunque vuole dare prestazioni elevatissime sa bene quanto sia fondamentale saper recuperare, saper staccare, non cercare la manicalità inutile ma l’eccellenza e la qualità, che sono due concetti molto diversi. Su questo tema ogni persona deve imparare a distinguere cosa significa

  1. fare le cose con noia o lavorare con noia
  2. fare le cose abitualmente, non cercare mai di migliorarsi
  3. fare le cose bene
  4. fare cose eccellenti ed eccezionali
  5. assillarsi sulla perfezione assoluta per il gusto stesso della perfezione (autolesione), sprecare il tempo in dettagli magari inutili, senza avere visione d’insieme

Il punto 3 e il punto 4 sono la via del benessere. Ogni altro punto genera solo danni a se stessi e agli altri.

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(C) dott. Daniele Trevisani, Copyright. Dal volume Il Potenziale Umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance. Franco Angeli editore.

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