27/28 Aprile 2019 – Seminario esperienziale ‘Il Viaggio dell’Eroe: un viaggio nella propria vita e quella degli altri’ 

27/28 Aprile 2019 – Montegrotto Terme (PD)
‘Il Viaggio dell’Eroe: un viaggio nella propria vita e quella degli altri’ 

Il Viaggio dell’Eroe è il format con il quale sono state scritte le più importanti storie del mondo. Dai primi miti, alle fiabe, alle grandi opere del cinema e della letteratura… questo schema ha permesso agli uomini di raccontare e raccontarsi, fin dalle prime narrazioni mai apparse sulla Terra. Il Viaggio dell’Eroe insegna che tutto è cambiamento e che la Vita stessa è un continuo processo di evoluzione che, con un disegno a spirale, più amplia la nostra esperienza di vita, più la rende profonda e densa di significato. Il workshop prevede la narrazione del Viaggio, delle sue fasi e archetipi, intervallata da esercizi di scrittura individuale, di racconto in coppia e di movimento ed espressione dei partecipanti. Sarà un Viaggio di esplorazione nella propria storia di Vita, che fornirà ai partecipanti un nuovo sguardo sull’esperienza e una maggiore consapevolezza del proprio ruolo su questa bellissima Terra (testo a cura di: dott. Lorenzo Manfredini)

Programma:
Il format permette di affrontare e approfondire i seguenti temi:
1) Gli inizi, l’infanzia, le abitudini
2) La crescita, le sfide, le ferite
3) Il viaggio già fatto, quello ancora da fare
4) Gli altri: presenti, assenti, umani e non umani
5) La paura, gli ostacoli, la fine
6) Il talento e dono individuale, la propria Natura
7) La responsabilità di realizzarsi e “fiorire”
8) Passare da uno sguardo ego-sistemico a uno sguardo eco-sistemico

Materiale Aula: pennarelli, carta, penna per prendere appunti

Relatrice: Francesca Marchegiano

Esperta nella narrazione di identità professionali e aziendali, si occupa di formazione e consulenza sullo Storytelling nel mondo corporate.

Svolge attività di coaching e mentoring nelle organizzazioni e con professionisti.

Con un Master in Orientamento e Outplacement, uno in Coaching e Mental Training e uno in Green Coaching, è consulente in percorsi per la definizione della propria storia personale/professionale, e di personal brand.

Tra i maggiori esperti del “Viaggio dell’Eroe” in Italia, svolge percorsi di formazione legati a questo format, sia in contesti indoor che outdoor.

È autrice di narrativa e spettacoli teatrali, vincitori di premi nazionali ed esportati all’estero.

Svolge consulenza e formazione sullo storytelling autobiografico e terapeutico anche in ambito sanitario e sociale (malati psichiatrici, malati d’aids, malati terminali).

È fondatrice di 16SEI, un progetto sulla narrazione per la riconnessione emotiva tra gli uomini e la natura

Il programma fa parte del Master in Coaching STEP. E’ possibile partecipare a questo singolo modulo al costo di Euro 200 + 50 di quota associativa.

Form di contatto

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Dare il peggio di sè è possibile (ma anche il contrario). Una questione di capacità di ascolto

Pubblichiamo il primo di due articoli sul tema dell’ascolto. Nel primo articolo, giusto per non farci mancare un pò di ironia, identifichiamo i livelli di ascolto errati, e come questi riescono a distruggere una relazione e creare climi pessimi. Nel prossimo articolo, vedremo finalmente il lato positivo dell’ascolto e le modalità positive. Buona lettura!

scala livelli di ascolto

Come riconoscere le modalità di ascolto negative: quando e come dare il peggio di sè sbagliando tutto il possibile nell’ascolto (e riconoscere quando accade, per evitarlo)

Copyright Daniele Trevisani www.studiotrevisani.itwww.danieletrevisani.it www.comunicazioneaziendale.it – estratto con modifiche dell’autore, dal libro “Ascolto Attivo ed Empatia. I segreti di una comunicazione efficace”. Milano, Franco Angeli editore, 2019.

 Che differenza c’è tra domanda e accusa?

Un’accusa è quella a cui non si risponde, a una domanda si risponde.

dal film “I Predoni” di Steven C. Miller

Nei miei incarichi come Formatore ho trovato spesso utile fare un lavoro di ricerca che porti ad una sorta di “scala” o “termometro” della qualità dei livelli di ascolto. Da un ascolto criticante ad un ascolto empatico, la differenza è parecchia, e tangibile. Tratteremo in un articolo apposito i livelli positivi, ma per ora concentriamoci su quelli negativi, anche per cercare di evitarli, in prima persona, come si evita un masso lungo la strada. Riconoscere gli errori, in sé e negli altri, fa decisamente bene.

Partiamo quindi dai livelli decisamente negativi: Gli elementi negativi dell’ascolto sono quelli che ti fanno star male, quando li subisci. Generano il sentimento di non essere capiti, o trascurati, o non considerati per quanto si dice e nemmeno come persone. Vanno contro, in pratica, ad un bisogno basilare di ogni essere umano: essere capiti. Un bisogno tanto forte come quello d’aria.

Per dare il peggio di sè nell’ascolto è sufficiente interrompere, giudicare, non ascoltare, distrarsi, ascoltare mentre si guarda la tv o si digita su uno smartphone, non guardare le persone, distorcere ogni possibile interpretazione, insomma, un intero bagaglio di errori qui appena accennati, che di seguito potrete esplorare meglio.

Forse non si desiderava tanto essere amati, quanto essere capiti.

(George Orwell)

L’ascolto schermato o distorsivo

L’ascolto schermato blocca o amputa parte dei dati provenienti dal canale uditivo e li distorce, così come fa per gli altri canali: vista, tatto, gusto, olfatto. L’esito è non capire, non prestare attenzione, distorcere i dati in ingresso. Letteralmente, capire una cosa per l’altra. Accade quando si è troppo stanchi per ascoltare, o l’ascoltatore sta vivendo uno stato emotivo non adeguato ad un ascolto di qualità (es, rabbia, frustrazione, euforia, passione, e tante altre emozioni di forte intensità) e vi sono quindi stati interni che si frappongono ad un ascolto di qualità.

Vi sarà capitato molto spesso di essere dall’altra parte, nel ruolo della persona che parla, e di non essere affatto capiti, o addirittura completamente fraintesi. Bene, ora avete una precisa etichetta per questa condizione.

L’ascolto giudicante/aggressivo

 Essere incompresi da coloro che amiamo è la condizione peggiore per vivere e affrontare ogni giorno gli impegni della vita. L’incomprensione pesa come una montagna e traccia solchi profondi sull’anima.

 (Romano Battaglia)

L’ascolto giudicante/aggressivo è caratterizzato dal fatto che il ricevente non ascolta veramente, ma raccoglie stralci di informazioni per poi emettere immediatamente sentenze e giudizi. Quando riguarda noi, possiamo dire che stiamo “mettendo su un muro” verso l’altra persona, tale che non importa nemmeno cosa dica, come lo dica, è tutto sbagliato “a prescindere”. Quello che possiamo chiamare un “riverbero negativo” può toccare sia il tema “quello che hai detto sul tema x è una stupidaggine”, oppure andare direttamente al cuore, attaccando la persona stessa e non la sua frase “sei un egocentrico e non capisci niente”.

Questa seconda forma di offesa è molto più grave della prima perché investe la persona nella sua totalità: “tu sei”, e non in una sua azione delimitata “tu fai x e non mi piace quel x”. L’ascolto giudicante si fa con le parole ma non solo. Può emergere anche da una smorfia sottilissima emessa in modo non verbale quale “storcere il naso” durante un’affermazione altrui che non approviamo, e non è da confondere con la partecipazione emotiva a quanto detto dall’altro. L’ascolto aggressivo innesca la spirale aggressione-odio. È veramente un nemico delle relazioni umane e dell’umanità più in generale.

 La pace non può essere mantenuta con la forza; può essere conseguito solo la comprensione.

 (Albert Einstein)

Ascolto apatico o passivo

Che poi ci sono cose peggiori di un’assenza. Una presenza distratta.

 (manuela_reich, Twitter)

L’ascolto apatico o passivo è caratterizzato dalla nostra o altrui “assenza mentale”, ed è negativo. Privo di energia, stanco, “morto”, spento, distratto. E’ un ascolto vuoto di segnali, praticato da una persona disinteressata, o incapace nell’ascoltare, spesso totalmente assorbita dai suoi processi interni, dai suoi ragionamenti interiori, in cui le parole ascoltate non fanno breccia. Come se volessimo lanciare freccette su una cassaforte blindata, quelle freccette si infrangono e cadono. Niente entra veramente. La comunicazione e i messaggi sfiorano solo queste persone, e dire che capiranno poco di quanto detto, è fargli un regalo.

Ascolto a tratti

Il fattore principale di distrazione non sono le chiacchiere della gente che ci circonda, ma quel chiacchiericcio che avviene all’interno della nostra mente. Per poter raggiungere una perfetta concentrazione è necessario mettere a tacere queste voci interiori.

 (Daniel Goleman)

Un ascolto attento in alcuni momenti, distratto in altri. E’ un meccanismo che crea un ascolto pessimo.

L’ascolto a tratti è estremamente comune, probabilmente lo stato più realistico delle interazioni medie quotidiane.

Ascoltiamo, poi qualcosa del contenuto altrui ci “accende” perché connesso ai nostri interessi, allora forse facciamo una domanda di approfondimento, poi il contenuto altrui cambia, o ci viene in mente qualcosa, saltiamo da un pensiero ad un’altro, la testa “va via”, o sentiamo  una frase di una conversazione altrui che ci attira, ci perdiamo, “andiamo via” dalla conversazione, anche se fisicamente siamo ancora li. Il modo più rapido per applicare un ascolto sbagliato “a tratti” è di ascoltare con un media acceso, ascoltare mentre si digita su una tastiera o schermo, ascoltare con la tv accesa o con un monitor acceso, che possiamo considerare “sottofondo” ma sottofondo non è, in quanto da esso escono informazioni che a volte ci catturano, e questo è uno degli ascolti peggiori in assoluto, tranne che per alcuni momenti di “presenza mentale”.

Lo sforzo di parlare con qualcuno che ascolta “a tratti” è enorme, sia fisico che emotivo. Dopo questa rassegna di ascolti pessimi, andremo in un prossimo articolo ad esaminare i tipi di ascolto di natura migliore, certamente con la consapevolezza che l’ascolto incide sulle nostre vite e su quelle delle persone che ci circondano, e – non poco – sulla qualità del lavoro in azienda.

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Copyright Daniele Trevisani www.studiotrevisani.itwww.danieletrevisani.it www.comunicazioneaziendale.it – estratto con modifiche dell’autore, dal libro “Ascolto Attivo ed Empatia. I segreti di una comunicazione efficace”. Milano, Franco Angeli editore, 2019.