Analisi Transazionale e Comunicazione

Analisi Transazionale

Copyright Daniele Trevisani dal testo “Parliamoci Chiaro”, Gribaudo Edizioni, in anteprima. http://www.danieletrevisani.it http://www.danieletrevisani.com

L’Analisi Transazionale è una metodologia di studio della comunicazione tra le più consolidate e utili. Trattando del tema “comunicazione e personalità” è un modello importante per la nostra distanza D1, che riguarda anche come diverse personalità vengono a contatto e come comunicano tra di loro.

L’A.T. è una disciplina ampia ma al tempo stesso concreta, pratica, e adatta ad un “parlarsi chiaro” che è esigenza base trattata in questo libro.

Tratta nello specifico lo “stato della personalità” che in un certo momento sta prendendo il palco, sta interagendo, sta comunicando. In questo suo soffermarsi sul “ruolo che parla” è decisamente utile, quando si esamina la D1, proprio perché aiuta a capire come molte comunicazioni siano in realtà forme di espressione della personalità, di un ruolo, e non solo messaggi centrati su cose, oggetti, o informazioni fini a sé stesse.

In altre parole, si comunica spesso per affermare la propria identità e personalità, e qualsiasi “scusa di contenuto” diventa buona per farlo.

Le “scuse di contenuto” sono le occasioni o gli argomenti di cui di volta in volta si parla, i temi delle conversazioni, e le personalità tirano questo brutto scherzo: cercano qualsiasi scusa di contenuto per manifestarsi.

L’Analisi Transazionale (AT) è una forma di analisi della comunicazione sviluppata da Eric Berne[1], che riprende e semplifica gli studi di Freud sulla personalità e sulla psicanalisi.

Lo scopo dell’AT è quello di analizzare e migliorare i rapporti interpersonali, sia sul lavoro che nella vita quotidiana, attraverso una maggiore competenza comunicativa nell’interazione con gli altri, nell’impostazione dei rapporti interpersonali, nella fase di comprensione dei messaggi inviatici da altri, nella capacità di inviare messaggi efficacemente ai nostri interlocutori.

L’area di studio dalla quale proviene è infatti quella della psicologia clinica. Eric Berne, psicanalista, si occupava della terapia nei confronti dei militari reduci dalla II guerra mondiale che non riuscivano ad inserirsi nel contesto sociale e nel lavoro. Si trattava di persone non disturbate nel profondo, ma che avevano disturbi di tipo relazionale. L’AT insegnava ai soggetti ad emettere segnali comportamentali più coerenti con i ruoli sociali nei quali essi dovevano inserirsi, avvalendosi di una terapia di gruppo.

L’AT viene ora utilizzata in campo aziendale, e sociale, sia per migliorare la comunicazione interna ai gruppi che esterna, nel campo delle relazioni esterne (transazioni commerciali, vendita, pubbliche relazioni, riunioni organizzative) sia in campo pubblicitario per la creazione di messaggi persuasivi, o per lo studio delle conversazioni quotidiane.

Modello teorico

L’unità di analisi dell’AT è la “transazione”, ovvero uno scambio comunicativo tra un mittente e un ricevente. Le transazioni sono quindi stimoli comunicativi che danno luogo a risposte comunicative.

Come Berne stesso afferma: “Se due persone s’incontrano per formare un aggregato sociale, prima o poi, una di loro parlerà, o manifesterà con qualche altro segno di riconoscere la presenza dell’altro. Questo fenomeno si chiama stimolo transazionale. A questo punto l’altro dirà o farà qualche cosa che si collega in qualche modo a questo stimolo che si chiama reazione transazionale[2].

 

 

Quando due persone comunicano, afferma Berne, ognuno utilizza, in ciascuna transazione, un particolare stato mentale.

Gli stati della personalità

I vari stadi primari che compongono la struttura della personalità, o stati dell’Io, sono: Genitore (G), Adulto (A), e Bambino (B).

L’analisi transazionale, nella sua forma semplificata, consiste nel rendersi conto di quale stato dell’ego ha prodotto lo stimolo transazionale e da quale stato dell’ego proviene la reazione transazionale

Genitore

Lo stato G ha come base comportamentale i valori dell’autorità, le norme e pregiudizi, i dogmi, i meriti, regole etiche o morali. Esige dagli altri o da sé stesso l’osservanza di norme di comportamento. Il comportamento esteriore è conformista e spesso rigido.

Lo stato G viene suddiviso in due categorie:

  • Genitore “naturale” o “affettivo”: comportamento materno e compassionevole, risponde ai bisogni, amorevole e protettivo, mostra interesse, offre aiuto e supporto. Ha gesti invitanti e di incoraggiamento, tono del linguaggio rassicurante.
  • Genitore “critico” o “normativo”: impone norme e divieti, con atteggiamenti del tipo “sarai punito se” o “e male che”. dà ordini, trova difetti, biasima, è esigente, a volte sarcastico, a volte arrogante. Il Genitore normativo ha un atteggiamento comportamentale severo, corpo rigido. Tono del linguaggio deciso e autoritario[3].

Adulto

Lo stato A rappresenta la parte logica, obiettiva, che valuta i problemi in base ai dati, ricerca verifiche concrete, ragiona e razionalizza. Ricerca le cause, esamina le situazioni e le alternative, calcolandone le diverse probabilità di successo, fa domande e convalida dati.  Il comportamento esteriore è logico.

Utilizza un tono del linguaggio regolare e neutro. Si esprime con chiarezza senza lasciare trapelare emozioni. Ha portamento eretto e disinvolto.

Bambino

Lo stato B è quello della creatività e della fantasia, dei desideri, del “voglio” tutto quanto desidero, e relative frustrazioni, ma anche lo stato dei sensi di colpa, della gioia e dello spavento, dell’entusiasmo e dello sconforto, della vita emotiva. Il comportamento esteriore è emotivo e egocentrico.

Lo stato B viene suddiviso anch’esso in categorie:

  • Bambino libero o bambino spontaneo: mostra eccitazione, divertimento, benessere, atteggiamento positivo, ama giocare e fantasticare. Utilizza espressioni ed esclamazioni di gioia.
  • Bambino adattato: è sottomesso, evasivo, mostra imbarazzo, spesso mente, è indeciso, mostra sfiducia e disadattamento. Obbedisce agli ordini ricevuti. Si comporta sempre in funzione delle attese degli altri, evitando di dare loro disturbo. Ha comportamento riservato, voce moderata tono a volte esitante e lamentoso. accetta le regole del gruppo in quanto provenienti da fonte autoritaria.
  • Bambino ribelle: E’ caratterizzato da una serie di manifestazioni negative e polemiche, aggressività, volontà di farsi notare dicendo “no”, speranza di attirare l’attenzione altrui, opponendosi a tutti indistintamente[4]. Ha comportamenti bruschi, voce dura che esprime rabbia.
  • Bambino Piccolo professore, o “B saccente”: È curioso di sapere e di capire. È spesso convinto di sapere tutto. È agitato e chiassoso. È anche una sede di creazione e ingegnosità.

I diversi stati dell’Io e le loro sotto-modalità sono le parti identificate nei colloqui clinici, ed emettono e ricevono, codificano e decodificano messaggi e stimoli.

Figura E – Tipologie di Stati dell’IO nella comunicazione diadica

La presenza dei tre livelli di personalità è motivata dalla stratificazione delle esperienze e percezioni che avvengono durante la crescita e lo sviluppo. Queste fasi ed esperienze non vengono perse durante lo sviluppo, ma rimangono e si stratificano, fino a formare il bagaglio psicologico dell’individuo, al quale l’individuo attinge nelle diverse situazioni.

Ci sono persone che vivono prevalentemente in uno di questi stati psichici, dando luogo a tipologie specifiche di personalità (G-dogmatiche, A-razionali, B-emotive), ma ciascuno possiede, e può utilizzare a seconda delle circostanze, i diversi stati mentali, per rapportarsi agli altri e per comunicare.

Il possedere un Adulto forte e ben strutturato permette comunque il controllo degli altri stati, affinché nessuno dei due prenda il sopravvento. L’adulto infatti media tra le esigenze emotive espresse dal Bambino e le restrizioni imposte dal Genitore.

L’analisi transazionale può quindi aiutare gli individui ad analizzare il proprio atteggiamento ed il modo con cui si comunica, e quindi a conoscersi meglio e sviluppare rapporti interpersonali più soddisfacenti.

1.3.          Stress e Comunicazione

Nell’analisi transazionale notiamo un nesso tra il tipo di comunicazione che una persona usa, e lo stato di personalità che lo esprime, con il ruolo dello stato Adulto a fare da controllore di stati Genitoriali oppure Bambini.

Vi è un “però” da sottolineare. Ovvero, l’effetto dello stress sulla capacità dello stato Adulto di fare da semaforo e coordinatore degli altri stadi. Quando lo stress che una persona vive diventa acuto e persino cronico, le capacità di problem solving razionale calano drasticamente, inclusa la capacità e lucidità nel lavorare con lo stato di personalità giusto, con conseguenze pesanti sulle modalità comunicative.

La persona in altre parole si trova a rispondere con modalità che non gli apparterrebbero in condizioni normali. Esempio, acconsentire a risposte cui vorrebbe veramente dire di no, e non riuscirci per mancanza di energie necessarie a contrapporsi a quella richiesta. Oppure ancora, scattare immediatamente all’attacco anche quando non vi sia stata una situazione comunicativa che lo richiedeva veramente (scattare in G. Critico senza motivo, diventare aggressivi e assumere toni comunicativi imperativi, magari leggendo nella comunicazione altrui un attacco là dove non c’era).

_______________

[1]Eric Berne (1976). Analisi Transazionale e Psicoterapia. Roma: Astrolabio.

[2] Eric Berne (1964). Games People Play: the Psychology of Human Relations; 1964 (1978 reprint, Grove Press, ISBN 0-345-17046-6);

[3] Eric Berne (1964). Games People Play: the Psychology of Human Relations; 1964 (1978 reprint, Grove Press, ISBN 0-345-17046-6);

[4] Genain e Lerond, 1995, Guida all’analisi transazionale. De Vecchi Editore.

Copyright dell’articolo Daniele Trevisani dal testo “Parliamoci Chiaro”, Gribaudo Edizioni, in anteprima. http://www.danieletrevisani.it http://www.danieletrevisani.com

Contenuti principali dell’articolo sull’Analisi Transazionale:

  • analisi transazionale
  • transazionale
  • psicologia transazionale
  • terapia transazionale
  • psicoterapia transazionale
  • analista transazionale
  • analisi transazionale berne
  • teoria transazionale
  • modello transazionale
  • l’analisi transazionale
  • analisi transazionale di berne
  • formazione in comunicazione
  • formazione per la comunicazione
  • formazione comunicazione
  • corso comunicazione
  • corsi formazione comunicazione
  • corsi comunicazione

Dal testo “Parliamoci Chiaro” Gribaudo editore

analisi transazionale comunicazione assertiva e coaching crescita personale libri parliamoci chiaro

Temi di interesse di Analisi Transazionale

analisi transazionale
transazionale
psicologia transazionale
terapia transazionale
psicoterapia transazionale
analista transazionale
analisi transazionale berne
teoria transazionale
modello transazionale
l’analisi transazionale
analisi transazionale di berne
eric berne analisi transazionale
berne analisi transazionale
analisi transazionale esempi
analitico transazionale
analisi transazionale e psicoterapia

La scacchiera della comunicazione. Mosse di invasione e mosse di rispetto dei territori psicologici

Anteprima dal libro in costruzione. Copyright Daniele Trevisani http://www.studiotrevisani.it http://www.danieletrevisani.it http://www.danieletrevisani.com

Una qualsiasi delle nostre affermazioni o risposte può assumere il valore di “mossa relazionale” se in qualche modo va ad alterare lo scacchiere delle forze in corso tra due persone.

Una mossa di invasione dei territori psicologici è l’uso dell’imperativo, anche se usato in tono pacato es. “fammi questa fotocopia”, il solo affermarlo rende subito la comunicazione di tipo top-down, da superiore ad inferiore, e non è assolutamente detto che funzioni se l’altro non si percepisce tale, anche solo dal punto di vista gerarchico, nell’organizzazione, o nella famiglia.

Una mossa di rispetto dei territori psicologici è invece “se puoi, mentre vai a fare le fotocopie, potresti fare anche questa per me? A buon rendere ovviamente!”, tale mossa, oltre che essere più “leggera” si pone come comunicazione da pari a pari. E non è detto che questo vada bene, se invece la comunicazione deve essere da capo a subordinato.

L’essenziale è capire il valore relazionale e strategico che una mossa comunicativa porta con sé.

Quando B faccia mosse di invasione o appropriazione impropria dello spazio di A, possono accadere sistemi di reazione basati sulla fuga e allontanamento, ma anche di contro-attacco e di aggressione. Le mosse possono essere azioni, atti, messaggi espliciti o impliciti, palesi o semplicemente lasciati intendere.

Un esempio è quello di un cameriere che dia ordini ad un capo-sala, scavalcandone in questo modo il ruolo, e questo è ancora più grave, come ci farebbe notare Goffman, se questo atto avviene in presenza di altri, in pubblico, davanti ad altri membri dello staff.

Un altro esempio è quello in cui in famiglia uno solo dei membri della coppia, il marito o la moglie, si senta all’altezza di sapere quale educazione impartire ai propri figli, e ne escluda di fatto l’altro, deprivandolo di ogni ruolo o potere o voce in merito. Rubare un pezzetto di territorio psicologico altrui si può fare in molti modi, sia forti, evidenti, espliciti, che molto impliciti e subdoli.

L’invasione dei territori psicologici consiste appunto nel percepire un ingresso indebito nella sfera dei propri interessi senza che questo ingresso sia voluto né gradito. Ma anche la mancata consultazione su una materia di nostra pertinenza, quando dovuta, è una forma di non rispetto del territorio psicologico.

 

Esempio. Parlarsi chiaro vuol dire anche far valere dei confini, se questo è eticamente buono e giusto. Ad esempio il direttore del Personale, potrebbe dire al Direttore di Stabilimento

Hai fatto una mail a tutto il personale dicendo dove si può parcheggiare e chi parcheggia dove, senza consultarmi. Pensavo fosse chiaro ma capisco che non lo è. Ogni attività che riguarda le persone in quest’azienda deve passare da questo ufficio, anche e soprattutto i parcheggi privilegiati per i clienti e quelli per il personale. Altrimenti il Direttore del Personale saresti tu, non io. È chiaro? Tu devi far funzionare lo stabilimento e la produzione, non decidere dove parcheggiano i clienti o i fornitori, chiaro?” Non è un fatto personale, è per la chiarezza dei ruoli e zone di responsabilità, cui tengo particolarmente, e per altri evitare futuri malintesi.

 

Principio 2 – Rispetto dei territori psicologici altrui e difesa dei propri

La comunicazione efficace richiede:

  • comprensione di quali siano i territori psicologici altrui;

  • comprensione di quali territori psicologici siano determinati dalla cultura di appartenenza della controparte (etnica, religiosa, professionale);

  • atteggiamenti iniziali di rispetto e limitazione degli ingressi nei territori altrui ove non si siano creati gli spazi di relazione adeguati;

  • difesa attiva dei propri territori psicologici e dei propri confini e margini di decisionalità, quando il non farlo minacci la sovranità del proprio spazio psicologico.

 

Anteprima dal libro in costruzione. Copyright Daniele Trevisani http://www.studiotrevisani.it http://www.danieletrevisani.it http://www.danieletrevisani.com

__________

Per ricevere l’invito alla presentazione del libro, quando disponibile, e il pdf ebook gratuito riservato agli iscritti, è possibile iscriversi al blog

 

 

Workshop esperienziale “Il potenziale Umano e il lavoro sul proprio Potenziale Personale”

“Identificare i propri margini di miglioramento e le strategie di sviluppo personale con il metodo HPM (Human Potential Modeling)”

16 febbraio 2019, sabato. Workshop esperienziale su “Il potenziale umano e il potenziale personale – identificare i propri margini di miglioramento e le strategie di sviluppo personale con il metodo HPM (Human Potential Modeliing)”

  • dove: Carpi, sede del Circolo Sportivo Club 33 https://club33carpi.it/ – via Provinciale Motta (insegna sulla strada, ampio parcheggio riservato)
  • Orario 10-13 / 14-17.30. Spazio domande e risposte fino alle 18

Nel laboratorio si pratica attivamente il metodo HPM centrato sul Potenziale Umano e Potenziale Personale, esposto nel libro best-seller di categoria “Il Potenziale Umano

Modello di coaching piramidale HPM. Cosa faremo in questo laboratorio formativo? Dopo una breve rassegna di cosa sia e soprattutto cosa significhi per te il Potenziale Personale, lavoreremo concretamente sull’espressività positiva in alcuni laboratori formativi specifici

Mattina

  • Avvieremo i lavori esponendo le basi del Metodo HPM e le 6 “celle” del Potenziale Umano, per comprendere dove sono le energie personali e quali sono le aree su cui lavorare per il loro potenziamento
  • Avvio dei lavori esperienziali. Cosa significa per te il Potenziale Personale nel tuo specifico brano di vita? Lavoreremo concretamente sull’espressività positiva in alcuni laboratori formativi specifici. Localizzazione dei propri spazi personali nel metodo HPM e individuazione delle celle prioritarie per le proprie energie personali

Lo spazio dell’espressività comunicativa – il laboratorio delle nostre potenzialità comunicative

  • espressività compressa ed espressività potenziata
  • analisi della mappa dei metodi di comunicazione verbale, paralinguistica e non verbale
  • esercitazioni di amplificazione dell’espressività comunicativa, individuali e in gruppo
  • primo rilassamento guidato dal conduttore

Lo spazio dell’espressività corporea – il laboratorio delle nostre possibilità corporee e bioenergetiche

  • il corpo come strumento comunicativo e spazio delle emozioni
  • esercitazioni di bioenergetica sul “sentire il corpo”
  • esercitazioni di espressività aumentata tramite body-language
  • esercizi di comunicazione delle emozioni

Pomeriggio

Lo spazio dell’ascolto – il laboratorio dell’empatia e della connessione mentale

  • cosa significa praticare ascolto attivo ed empatico ed entrare in connessione
  • esercitazioni sull’ascolto empatico tramite la scala dei livelli di ascolto
  • esercizio di espressività e ascolto con il metodo proprietario T-Chart (Time-Chart)

Lo spazio del rilassamento – il laboratorio del silenzio interiore, della calma, delle parole che curano, della musica

  • come la mente aiuta o rende difficile la nostra espressività positiva
  • scala degli stati di coscienza di Fisher ed esercizi di stretching mentale
  • tecniche di rilassamento psicofisico con voce guidata dal conduttore per la ricerca di uno spazio interiore di calma, serenità e incremento delle energie personali
  • Per gli esercizi di rilassamento e bioenergetica si richiede ai partecipanti di portare un tappetino da ginnastica per uso personale. Portare inoltre penna e taccuino.
  • Contributo per la giornata formativa e partecipazione al laboratorio di formazione Euro 99.

Include:

  1. laboratorio formativo esperienziale sul Potenziale Personale a giornata intera
  2. pranzo al ristorante vegetariano incluso
  3. materiale didattico riservato in formato PDF, post corso
  4. attestato di partecipazione firmato da Daniele Trevisani e Barbara Corradini, in formato PDF inviato post-corso

Nota sul Metodo HPM, dalla scheda del libro Il Potenziale Umano

Il metodo HPM (Human Potential Model) costituisce un modello innovativo per il lavoro di formazione e coaching, le azioni di sviluppo, la crescita delle performance. Il suo carattere innovativo ed olistico ha forti applicazioni nell’impresa, ed in campo sportivo, ed inoltre sulle azioni di sviluppo organizzativo, per le risorse umane, e sul coaching individuale. Agisce tramite il potenziamento selettivo delle risorse individuali e dei team, localizzando sia azioni “chirurgiche” di intervento su micro-competenze, così come macro-progetti di ampio respiro. La sua peculiarità consiste nel dare un fondamento scientifico al tema dello sviluppo delle energie individuali, e della capacità di canalizzarli entro obiettivi, siano essi strategici, agonistici, ma anche semplici miglioramenti nella vita quotidiana. Nello spirito del metodo, le performance sono la conseguenza di un percorso efficace di focusing, formazione e costruzione attiva su tre piani: le energie personali (fisiche e mentali), le competenze (micro e macro competenze), gli obiettivi e ideali. Il metodo HPM consente quindi di identificare i segnali cui dare attenzione per riconoscere l’insorgere di crisi, la caduta delle performance (performance breakdown), la perdita di senso, di energie, di competenze (degrado entropico).

Video con spiegazione narrata del Metodo HPM, dal testo “Il Potenziale Umano”, voce di Daniele Trevisani

Bibliografia e libri suggeriti (cliccare sull’immagine per aprirne la scheda)

Il seminario esperienziale si rifà, oltre ai Metodi del Potenziale Umano esposti nel volume, ai principi di Psicologia della Libertà (vedi volume omonimo), di cui qui portiamo l’anteprima testuale

Un percorso per l’incremento di libertà e potenzialità di espressione. Che si tratti di esprimersi come persone, come professionisti, nel lavoro, nello sport, nel sociale, nella vita. La libertà è qualcosa che puoi veramente sentire. Puoi sentirla a livello mentale. La puoi sentire persino a livello fisico. La senti nel respiro, la senti nel corpo, la senti negli occhi e nel come ti alzi. La mancanza di libertà provoca un sentire altrettanto forte. Il senso di oppressione, il respiro bloccato, gli occhi che cercano luce senza trovarla. La libertà è la capacità di incidere sul nostro destino. E di crederci. E agire di conseguenza. A volte la mancanza di libertà invece si zittisce, c’è, ma non la senti più. Un rantolo, come un rumore sordo, ti gira dentro, ti consuma l’anima e la vita, ma non te ne accorgi finché non fa male, davvero male. Allora, cominci a cercarla. La libertà coincide in larga misura con uno stato profondo di autorealizzazione, è la vera realizzazione del proprio Sé. Allora, libertà diventa lasciarsi essere. Non è uno stato solo fisico, ma soprattutto mentale, esistenziale. È una questione legata al come vivi, più che al cosa possiedi. La ricerca della libertà è il percorso di un’intera vita. Per alcuni è una ricerca continua che diventa “stile di vita”, e dà senso al vivere stesso.

Buona partecipazione a tutti

Daniele Trevisani

Iscrizione

In alternativa alla mail indicata, per partecipare compilare i seguenti dati, sarà nostra cura fornivi ricezione corretta della richiesta di partecipazione

SI voglio partecipare. Il costo di 99 euro includente pranzo vegetariano, materiale didattico e attestato viene versato il giorno stesso del seminario

 

 

[gravityform id=”1″ title=”false” description=”false”]

Corsi di Vendita, Strategic Selling, Formazione Vendite, Psicologia della Vendita e Tecniche di Vendita

Corso Vendita, Formazione Marketing e Vendite con tecniche proprietarie. Vendita avanzata Metodo ALM, by dott. Daniele Trevisani

Immagina un corso marketing e vendita strategica in cui impari, ti diverti, ti metti in gioco positivamente e costruttivamente, puoi ricevere feedback personalizzato su come migliorare, e puoi correggerti e migliorati ora dopo ora, con il supporto dei tuoi colleghi e di formatori e coach qualificati e certificati. Questo è ciò per cui Studio Trevisani lavora.

  • Nel form a fine pagina potrai lasciare i tuoi dati per essere ricontattato al più presto e ricevere ogni informazione necessaria.

Per ora, cerchiamo di conoscerci per quanto il web rende possibile.

Come lavoriamo: Formazione Vendite. su misura, in Azienda. Ogni corso marketing e la formazione aziendale sulla vendita realizzata da Studio Trevisani è completamente personalizzata e basata su modelli autonomi e proprietari, pubblicati in 18 libri, per un corso marketing e vendita davvero speciale, coinvolgente e centrato sui bisogni del cliente.

Lo stesso approccio, esperienziale e pratico, viene usato nella formazione sulla leadership e comunicazione operativa, per generare corsi leadership e corsi di comunicazione veramente coinvolgenti e dagli effetti tangibili, e soprattutto, utili all’azienda.

daniele trevisani formazione aziendale coaching stripe formazione vendite corsi vendita corsi marketing corsi leadership

Aree principali per il piano di sviluppo della competitività Corso Marketing, Leadership e Vendita ALM – Fasi e contenuti sintetici della diverse fasi del marketing metodo ALM:

Formazione Marketing e vendita, fase 1: Capire gli Scenari di Marketing e Competitivi

Analisi di scenario su scala mondiale e di area – relativa alle dinamiche sociali, culturali, demografiche, economiche, tecnologiche, competitive. Rilevazione di scenery waves e trend di scenario. Implicazioni per l’impresa e traduzione in strategie di scenario. Contesto competitivo; alleanze e strategie di economia tribale. Segmentazione strategica: cosa accade a livello macro nel settore e in settori limitrofi. Come evolve il mercato e la domanda, quali nuovi segmenti si aprono. Analisi SWOT. Analisi degli scenari interni aziendali

Formazione Marketing e vendita, fase 2: Mission e Organizzazione centrata sul Marketing

Positioning: come dobbiamo collocarci rispetto ai concorrenti. Che posizione abbiamo ora e dovremmo invece avere nello spazio mentale del consumatore (come marchio e per prodotti specifici). Costruzione del parco clienti ideale. Networking e reti di supporto. Costruzione di mission – vision – identity dell’impresa o organizzazione. Ruolo dei valori; sapere chi siamo sul mercato, perché siamo sul mercato, che problemi risolviamo, cosa rappresentiamo. Dove vogliamo arrivare. Identificare i BSS. Sviluppo risorse umane, area-mission e role mission

Formazione Marketing e vendita, fase 3: Creare un Mktg mix e Value Mix di alto valore percettivo

Segmentazione operativa: analisi della composizione del mercato e analisi della attrattività dei segmenti. Identificazione dei target come tipologie di soggetti sui quali sviluppare l’azione aziendale. Visione del cliente ideale. Costruzione del marketing mix: analisi, pianificazione, realizzazione, controllo, miglioramento del prodotto, dei prezzi, delle strategie distributive, delle strategie di comunicazione. Centralità del cliente-target rispetto al mix.

Formazione Marketing e vendita, fase 4: Sviluppare Action Lines, linee di azione-cliente e approcci negoziali efficaci

Prospecting: passaggio dalla segmentazione operativa a soggetti nominalmente identificati. Database marketing. Analisi e definizione delle linee di azione (action lines) sui clienti potenziali – tattiche di acquisizione. Analisi e definizione delle linee di azione (action-lines) sui clienti attuali – tattiche di fidelizzazione. Valutazione dei diversi corsi di comportamento e loro impatto sul risultato da conseguire. Tattiche alternative e bilancio dell’azione.

Formazione Marketing e vendita, fase 5: Gestire il Front-Line e Comunicazione Diretta al Cliente

Carico comunicazionale diretto e mediato. Gestione della comunicazione istantanea. Corporate image e image building. Training di vendita; capacità di ascolto attivo e analisi cliente. Codici e stili; caratteristiche del messaggio; canali di comunicazione; rumore; feedback. Comunicazione non verbale. Self-monitoring, others-monitoring, context-monitoring. Mosse dell’interazione e giochi di relazione. Climi negoziali e gestione strategica delle mosse.

2001 psicologia di marketing

Formazione Marketing e vendita Metodo

ALM – Bibliografia di riferimento

Psicologia di marketing e comunicazione. Pulsioni d’acquisto, leve persuasive, nuove strategie di comunicazione e management

di: Daniele Trevisani

Editore: Franco Angeli

Collana: Azienda moderna

Edizione: 2

Anno edizione: 2017

In commercio dal: 2001

Tipo: Libro tecnico professionale

Best seller tra i Libri di Marketing, N.1 tra i Best Seller in Psicologia di marketing e principale testo di riferimento per il Corso Marketing ALM.

2017 strategie di comunicazione e marketing

Editore: Franco Angeli
Collana: Management Tools
Anno edizione: 2017
In commercio dal: 11 maggio 2017
Tipo: Libro tecnico professionale
Pagine: 128 p.

2011 strategic selling

Strategic selling. Psicologia e comunicazione per la vendita consulenziale e le negoziazioni complesse

di: Daniele Trevisani

Editore: Franco Angeli

Collana: Azienda moderna

Anno edizione: 2011

In commercio dal: 6 luglio 2011

Tipo: Libro tecnico professionale

Pagine: 288 p.

 

Video YouTube introduttivi ai corsi di marketing e vendita metodo Action Line Management (ALM)

Corso Marketing, le 5 fasi del metodo Action Line Management (clic sul video per vederlo in YouTube)

Approccio di vendita consulenziale per il marketing e vendita basati sullo sviluppo del valore (clic sul video per vederlo in YouTube)

Articoli: Area Marketing e Vendita

Una serie di articoli che derivano dalla cultura delle Arti Marziali ma parlano a chiunque sia alla ricerca del miglioramento di sè e degli altri

Speciale: Articoli e strumenti per la formazione alternativa e il coaching

Questioni di coaching

Articoli di formazione personale e manageriale

Curiosità: Sondaggio sui valori della vita, realizzabile online

Articoli: Top Posts sul Potenziale Umano

Articoli: Crescita Personale, articoli in evidenza: i post più letti del semestre

Articoli: Area Marketing & Sales

Articoli: Top Articoli e Pagine

Training Concepts sui team di Vendita

Redazione a cura di Medialab Research

Contatti con il Direttore e Curatore, dott. Daniele Trevisani

  1. Sito web Studio Trevisani Coaching, Potenziale Umano e  Formazione
  2. Facebook –  http://www.facebook.com/dr.daniele.trevisani
  3. Linkedin: http://www.linkedin.com/in/danieletrevisani

Form di contatto per i Corsi Vendita e Formazione Vendite, Marketing e Comunicazione Strategica

[gravityform id=”1″ title=”false” description=”false”]

Scuole di Coaching – La Scuola di Coaching STEP e l’approccio del Self Power

 

Scuole di Coaching – La Scuola di Coaching STEP e l’approccio del Self Power

Master in Coaching & Mental Training e Scuola di Counseling STEP

Lettura tratta dal libro Self Power: Psicologia della Motivazione e delle Performance, Franco Angeli editore, Milano. Scheda https://amzn.to/2GYv025

______________

Copyright dott. Daniele Trevisani http://www.danieletrevisani.it

Ogni giorno ti alzi. E ogni giorno combatti una battaglia.

A volte ti accorgi persino che stai combattendo, a volte sei anestetizzato e non lo senti, ma la lotta continua, sempre.

Dentro di noi si fronteggiano forze profonde. Nell’intimo del nostro cuore lottano, due entità, due draghi, forze o titani… non importa come vogliamo chiamarli. Sono le Energie e le Paure.

Il primo guerriero è la nostra Energia Personale, fisica e mentale, la nostra determinazione, capacità, voglia di fare, la potenza fisica e mentale. Ma anche le idee buone, generative, positive. È la metafora della Luce, del Bene, della Vita.

L’altro è il fronte delle Paure, il buio, il dolore, l’ansia, le sfide ardue che la vita ci riserva, le difficoltà, le idee negative, le ideologie oppressive, che ci frenano e ci fanno tornare indietro, ostacolano la nostra avanzata. Per quanto illusorie o reali, queste paure ci contengono, tolgono resistenza alla nostra pulsione di vita e assopiscono la fame di libertà.

Nelle favole e nei miti, questa lotta è rappresentata come la metafora del Viaggio dell’Eroe e la vita come una serie di Prove che  l’Eroe deve compiere per affermare se stesso.

E noi, minuscole creature tra milioni di stelle nell’universo, immerse in questa lotta, cosa possiamo fare? Beh, lasciatemi dire: molto! Possiamo innanzitutto installare un radar mentale che vada a caccia delle idee negative che circolano nella nostra mente. Le credenze negative, una volta smascherate, diventano nemici identificati, e si possono finalmente combattere.

 

L’intelligenza è utile per la sopravvivenza se ci permette di estinguere una cattiva idea prima che la cattiva idea estingua noi

Karl Popper

 

Altra operazione fondamentale è aprire la nostra mente verso l’ingresso di idee buone, positive, nuove visioni, nuovi apprendimenti, e lasciare entrare acqua fresca da mille ruscelli. Può essere un viaggio, un libro, una persona illuminata o piacevole da ascoltare. Qualsiasi fonte di apprendimento carica peso sulla bilancia della luce e indebolisce il buio.

 

La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai

alla dimensione precedente.

Albert Einstein

 

Ogni persona accetta o meno le sfide in base alla “dimensione” che vive, al suo stato di potenza ed energia fisico-mentale, e questo è collegato a come funziona la propria “bilancia interiore”, e l’accuratezza del proprio radar mentale.

La nostra mente soppesa energie percepite e paure percepite, poi decide.

Chi è riuscito a fare pulizia mentale e caricarsi di energie, diventa potente oltre ogni limite, e cerca attivamente progetti sfidanti – si getta in battaglie difficili in base alle energie che sente di possedere.

Questo vale per gli atleti, i praticanti di arti marziali, i combattenti della vita, una coppia che decide di avere figli in questo mondo marcio, sapendo che alla fine la luce prevarrà o che almeno questa possibilità esiste.

Le sfide insegnano sempre.

Quelle che accettiamo ma anche quelle che non accettiamo.

Le paure crescono in noi. Alcune sono motivate e utili a salvarci la vita. Guidare senza fare attenzione alla strada deve generare coscienza del pericolo, e non si tratta di una paura patologica, ma aver paura di guidare in assoluto è invece una paura debilitante, di cui liberarsi.

 

Quando sarai pronto a morire sarai grande abbastanza per vivere.

Toro Seduto (1831 – 1890), capo tribù dei Hunkpapa Sioux (Lakota).

 

Chi vive entro completamente immotivate, porta estenuanti sassi nello zaino. Idee sbagliate, angosce sbagliate, pesi inutili di cui disfarsi al più presto. La paura di provare una carriera diversa, la paura di sbagliare in un progetto, la paura di parlare in pubblico, la paura di provare strade nuove.

Come in una favola epica, lo scontro tra queste due forze non ha mai fine dentro di noi e fuori da noi.

Diventa una sfida togliere la sofferenza ad ogni bambino del pianeta.

Diventa una sfida togliere da se stessi le paure di cui possiamo fare a meno e imparare a vivere a pieno.

Vivere a pieno significa decidere cosa sarà della nostra vita. Non lasciarlo decidere alla massa, agli altri, alla tv, o all’ignoranza.

E questo occorre farlo ogni giorno. E’ un esercizio quotidiano di autonomia mentale, di libertà allo stato liquido. Un combattente non rimane in piedi a lasciarsi colpire senza reagire, userà ogni tecnica, ogni energia, ogni tattica, per vincere il suo incontro. Questo vale anche nella vita.

E allora combattiamo ogni giorno questa nostra lotta verso la libertà.

E siamo fieri di questo.

 

Il destino non è scritto, è quello che noi ci creiamo.

(John Connor) dal film Terminator Salvation

Mente e Destino

Se vogliamo che la Forza vinca, il nostro destino deve essere pilotato dalla nostra mente. Per cui, la pratica per migliorare se stessi e potenziarsi – mente e corpo – deve essere quotidiana.

Si tratta di avviare un percorso di allenamento alla coltivazione dell’energia fisica e mentale, con tecniche diverse in ogni stadio della vita.

Copyright dott. Daniele Trevisani http://www.danieletrevisani.it

scuole di coaching - scuola di coaching step e self power

Metodi di Coaching – Le 6 celle del Potenziale Umano. Articolo e Video motivazionale (a cura di Daniele Trevisani)

Copyright Daniele Trevisani, dal Libro

Il potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance (Link allla scheda del libro su Amazon)

Video sul Potenziale Umano dal libro omonimo: https://youtu.be/JvgQdWpDwps

Il potenziale umano. Metodi e tecniche di coaching e training per lo sviluppo delle performance L’amplificazione delle energie e abilità di un individuo o di un intero gruppo o impresa, può proiettarci verso nuovi traguardi, e nuovi modi di essere. Prendere piena coscienza dei propri potenziali e lottare per raggiungerli è un’operazione che ha una propria sacralità, al di la del risultato numerico o professionale che ne può derivare.

Capire questo è essenziale oggi per fare del training aziendale serio, essere ricercatori o insegnanti degni di questo nome, ma anche nel coaching, nel focusing (focalizzazione dei fabbisogni di sviluppo), nella consulenza, nei progetti di crescita personale, quando si esamina una persona o un’organizzazione, intesa come complesso di energie circolanti, il suo lato umano, il suo spirito vitale.

Il metodo HPM raggruppa tutti i fattori evidenziati in un modello piramidale (energie fisiche e mentali, micro e macro-competenze, progettualità e aspirazioni) e li considera aspetti allenabili, aumentabili, su cui si può agire.

A questo modello quindi ci apprestiamo a lavorare.

Ne esponiamo di seguito un’anteprima grafica, nella quale si evidenziano le sei specifiche aree di lavoro, ciascuna delle quali viene approfondita, ma sicuramente non esaurita.

Esaurire ogni singola area sarebbe una pretesa troppo grande, mentre aprirvi una discussione e offrire su ciascuna contributi, strumenti utili e operativi, è invece già possibile.

Figura 1 – Esposizione grafica del modello HPM

metodi di coaching piramide hpm

 

Potenziale umano e prestazioni umane sono due aree di studio diverse ma strettamente collegate, così come lo sono le fondamenta di un edificio e i suoi piani superiori.

Nessuno costruirebbe, con un minimo di buon senso, un grattacielo su fondamenta instabili. Il lavoro sul potenziale è, come metafora, simile al lavoro di costruzione di fondamenta solide, mentre le performance ci restituiscono un senso di altezza, di quanto in alto possiamo spingerci.

Ognuno di noi sente il bisogno, prima o poi, di sviluppare il suo potenziale, ma anche di accedere a piani esistenziali superiori, ricercare, crescere.

Possiamo soffocare questa pulsione umana naturale, ma è come cercare di non respirare, prima o poi il bisogno viene fuori, ed è bene ascoltarlo.

Il modello HPM analizza l’essere umano come sistema energetico, una sinergia di forze (fisiche e mentali), la cui amplificazione può aumentare il grado di felicità, successo e potenzialità realizzativa.

Questo sistema complesso è composto da sottosistemi, che possono disporre di uno stato di carica variabile, e funzionare bene o male, con gradazioni intermedie di efficienza ed efficacia.

Per analizzare il potenziale globale della persona, non solo sul piano fisico o intellettuale, ma come essere umano nel suo complesso, abbiamo bisogno di localizzare quali sono i micro e macro-distretti su cui si può agire e come questi interagiscono tra di loro.

Dobbiamo anche saper muovere lo zoom di analisi dal micro al macro, dal particolare al generale, e viceversa.

Esponiamo di seguito una breve sintesi di quali sono i contenuti principali delle sei “celle” di lavoro:

 

  • il substrato psicoenergetico e le energie mentali: riguarda le energie psicologiche, le forze motivazionali, lo stato di forma mentale necessario per affrontare sfide, progetti, traguardi (goal) e obiettivi. Si prefigge di analizzare ed intervenire sulle capacità mentali, come concentrazione, lucidità tattica, abilità strategiche, capacità di percezione, utilizzo della memoria, amplificazione sensoriale, sino alle capacità di vivere le passioni, rivedere il nostro modo di essere, riprendere in mano il proprio ruolo nella vita con maggiore assertività, ripensarsi, creare motivazione in sè e nel team, sviluppare coraggio e perseveranza, utilizzare uno stile di pensiero produttivo e positivo;
  • il substrato bioenergetico e le energie fisiche: inquadra la parte biologica dell’essere umano: il corpo e le energie fisiche, lo stato di forma organis­mico e biologico che sorregge le energie individuali; comprende l’analisi delle energie corporee e il funzionamento dell’organismo, come esso possa essere riparato o “potenziato”, gli effetti dello stile di vita e l’approccio olistico al corpo, l’attenzione alle economie locali (di specifici distretti fisici) e alle energie generali;
  • le micro-competenze: i micro-dettagli che danno spessore al potenziale, le micro-abilità psicologiche e psicomotorie che fanno la differenza in una prestazione manageriale o sportiva, le micro abilità-cognitive (di ragionamento), che creano differenza tra un’esecuzione mediocre, media o invece eccellente, le micro-abilità relazionali e comunicazionali da cui dipende un lavoro di qualità;
  • le macro-competenze personali e professionali: i grandi strumenti (competenze, skills, capacità) che compongono il profilo di un ruolo; le traiettorie di cambiamento che subisce lo scenario che ci circonda, come rimanerne coscienti e in pieno controllo; la gamma delle abilità o portfolio di competenze di un individuo o di un team, e come questo deve essere rivisitato, riqualificato, formato, per essere all’altezza degli obiettivi che ognuno di noi si pone e delle sfide che vuole cogliere;
  • goal e progettualità: la strutturazione dello sforzo per qualcosa o contro qualcosa di concreto (un ideale trasformato in progetto); la capacità di sviluppare un obiettivo in azione, il focus di applicazione delle energie e competenze, la loro traduzione in specifici piani operativi e risultati attesi;
  • visione, principi e valori, missione: ideali, principi morali, sogni, aspirazioni, i motori profondi che dirigono le priorità personali, gli ancoraggi di senso e significato che connettono i progetti ad un piano più profondo, le scelte personali, il senso di missione. Riguarda inoltre lo sfondo primordiale di desideri e pulsioni che spingono il nostro fare ed agire, il senso di causa e – non ultimo – il nostro vissuto spirituale ed esistenziale.

 

Ognuno di questi stati o “celle” può avere un certo livello di “carica”, trovarsi “pieno”, “abbondante”, ben coltivato, ben esercitato, o essere invece “scarico”, deprivato, depotenziato, impoverito, o persino trascurato e maltrattato, denutrito, abbandonato.

Al crescere della carica nei diversi sistemi aumenta l’energia complessiva della persona, dei team, e delle organizzazioni da loro composte, con effetti molto tangibili: risultati, prestazioni, capacità di decidere, di incidere e produrre cambiamento positivo. Questi risultati dipendono dallo stato dei diversi sistemi, dalla capacità di coltivarli e nutrirli.

La loro condizione locale e l’interazione tra le diverse “celle” può produrre il massimo del potenziale o presentare sinergie negative, o danni e malfunzionamenti che impediscono all’essere umano di esprimersi.

Le risorse personali e il potenziale individuale possono essere “lette” ma soprattutto amplificate attraverso un lavoro serio sulle sei aree.

Sul piano manageriale e sportivo, nei team e nelle aziende, le implicazioni sono altrettanto evidenti: lo stato di forma mentale e fisico delle persone, la loro carica motivazionale, le loro competenze, la loro progettualità, il loro spessore morale, fanno la differenza tra persone o team spenti, e persone, team o organizzazioni capaci, forti, motivate, piene di energia ed entusiasmo, desiderose di affrontare sfide e dare contributi veri.

1.1. Un modello efficace per il lavoro sul potenziale umano

Chiedersi qual è il proprio potenziale e quanto di esso abbiamo esplorato o raggiunto non è una domanda banale.

Questo accade in alcuni particolari momenti della vita in cui diventa importante per noi realizzare qualcosa, migliorare, ed esprimerci.

Quando questo accade, un sentimento dentro di noi cambia. Dalla realtà esterna iniziamo a spostare l’attenzione verso la realtà interna.

Ci poniamo domande, alcune di queste possono fare male, altre aprire nuovi orizzonti, ma non importa, poiché esse ci mettono positivamente in discussione. Nessuna domanda è inutile quando ragioniamo sul senso e sul significato di chi siamo e cosa vogliamo, quando ci chiediamo se e come vorremmo costruire qualcosa di cui essere fieri (una prestazione, o un contributo agli altri o ad una causa), o semplicemente essere diversi o migliori.

Per molti l’esito di una maggiore attenzione al potenziale personale è il desiderio di esplorarlo, o lasciare un segno, iniziare progetti, potersi guardare alle spalle ed essere fieri di come abbiamo vissuto, di quello che siamo e siamo stati, e dare un messaggio positivo a chi ci seguirà nel viaggio della vita. Per altri invece tutto rimane bloccato in una ruminazione mentale ininterrotta e auto-distruttiva. Le energie bloccate corrodono e distruggono anziché produrre e generare benessere, forza vitale, amore e passione.

La differenza tra i due risultati (crescita e sviluppo vs. ruminazione mentale negativa) sta nell’avere un modello e un supporto che aiuti a individuare meglio i traguardi, e i percorsi da intraprendere per arrivarci.

Insuccessi, cadute, blocchi, errori, fanno parte integrante di questo viaggio, ma il loro accadere non ne sposta minimamente il valore.

Ciò che differenzia un uomo da un sasso è che lo “stare compressi”, sepolti, essere trasportati senza chiedersi dove, o rimanere pressati e immobili, è accettabile per il secondo ma non per il primo.

L’uomo ha un bisogno intrinseco di “volare”, di esprimersi, di “ricercare”, di dare senso alla propria vita, e persino ad ogni propria singola giornata o azione.

Chi nega questo bisogno di espressione e crescita applica uno dei meccanismi psicologici più autodistruttivi che esistono, individuato in letteratura come self-silencing: autosilenziarsi, uccidere le proprie aspirazioni, mettere il tappo ai propri sogni, smettere di credere in qualcosa, pensare che tutto sia inutile, che non valga la pena, che le difficoltà sono troppe, o il mondo in fin dei conti sia sempre andato così.

Bugie. Bugie che ci raccontiamo per non entrare (giusto per usare un altro termine tecnico) in “dissonanza cognitiva”, la condizione di disagio che incontriamo quando ci rendiamo conto che qualcosa nella nostra vita non sta andando come vorremmo, o che potremmo essere migliori o semplicemente diversi. Coltivare il potenziale umano è invece un momento di liberazione.

Esistono implicazioni anche sul piano medico: quando una persona è priva di energie mentali, o non ha più alcun valore o ideale a sorreggerlo, o mancano le competenze per far fronte alla vita, il corpo soffre e può arrivare ad ammalarsi[1].

Desiderare di progredire, porsi domande, “chi, cosa, dove, con chi, perché”, è un obiettivo o passaggio inevitabile per ogni anima sensibile.

Dare impulso al viaggio della vita ha sempre senso. Ne può avere sia che si desideri unicamente una propria evoluzione personale, o che invece il percorso sia finalizzato al percorso professionale e aziendale.

Entrambi i viaggi hanno spessore e valore. Ambedue sono degni di attenzione e di supporto, perché una persona ferma e spenta non è utile a nessuno, così come non è utile avere imprese e team incapaci e demotivati.

I team più forti del mondo, e i più grandi campioni di tutti i tempi in ogni disciplina, o i più grandi pensatori della storia, sono tali perchè continuano a porsi domande e non sfuggire” il richiamo della natura”, la pulsione ancestrale che ci parla di evoluzione, che ci spinge a progredire, ad essere migliori.

Senza un modello che ci aiuti a trovare le direzioni di crescita, il nostro sforzo può risultare nobile ma vano. Si corre, ci si affanna, si investono tempi ed energie,  ma spesso senza una buon mappa di orientamento. Il risultato è un’enorme dispersione.

Un buon modello, invece, aiuta a trovare più rapidamente la strada. Se un modello non offre stimoli, indirizzi e orientamenti, risulta completamente inutile, come orientarsi in una mappa sbagliata o capovolta.

Un modello del potenziale umano, inoltre, può essere utilizzato in progetti concreti di business coaching, di consulenza, di training aziendale, di coaching sportivo, ma anche nel counseling, nei corsi di leadership, nella formazione.

Da quando esiste, l’uomo si sforza di costruire mappe per orientarsi e non perdersi. Abbiamo mappe degli strati più profondi della terra, dei mari, del cosmo, ma – stranamente – non ci vengono fornite mappe efficaci per orientarci nel nostro sviluppo personale o nei territori inesplorati del potenziale umano. Accompagnare le persone in questo viaggio è, per me, un onore.

[1] Una logica conseguenza che non possiamo nascondere è che la  medicina dovrebbe quindi occuparsi anche di questi fenomeni, unendosi alla psicologia e ad altre scienze, in un unica disciplina del funzionamento complessivo dell’essere umano.

La preparazione psicologica prima di una gara o di un evento

preparazione mentaleVi sono gare che prosciugano le nostre energie prima ancora di compiersi. Vi sono eventi cui pensiamo con preoccupazione drenando la nostra energia.

L’articolo seguente, tratto dalla preparazione mentale per le arti marziali e sport di combattimento, può aiutarci a capire come migliorare la nostra gestione delle energie, che si tratti di sport, di business o di vita.

_____________________

Copyright, Trevisani, Daniele (2013). La preparazione psicologica prima di una gara, negli sport da Ring e nelle Arti Marziali. In: Carli, Davide (ed). Preparazione tecnica e riabilitazione. Fondamenti del movimento umano, scienza e traumatologia dello sport, principi di trattamento riabilitativo. Edizioni Medico Scientifiche, Torino, pp. 369-372

davide carli libro preparazione atletica e riabilitazioneArticolo a cura di: Daniele Trevisani – Fulbright Scholar, www.studiotrevisani.it

Conoscere e gestire l’attivazione psicologica generata da una gara, distinguere l’attivazione positiva da quella negativa, e dirigerla verso i canali giusti

Vi dirò il mio segreto per liberare la mente dai pensieri negativi.

Quando un tale pensiero entra nella mia mente,

lo visualizzo come se fosse scritto su un pezzo di carta.

Quindi gli do mentalmente fuoco

e lo visualizzo mentre brucia fino a diventare cenere.

Il pensiero negativo è distrutto, e non entrerà più.
Bruce Lee

Che si tratti di arti marziali o sport da ring, prima di una gara tutti vivono stati emotivi alterati. Si tratta di una forma di “attivazione” psicologica, a volte piena di tranelli che dobbiamo conoscere. Così come è importante per un coach evoluto saper fornire agli atleti strumenti per gestire le energie mentali.

L’attivazione psicologica può prendere due strade:

·         Attivazione positiva: vivere l’evento nei suoi lati più belli, sentendone soprattutto i lati positivi, il piacere dell’esperienza, il gusto della passione e dell’azione, il fluire delle propri energie vitali.

·         Attivazione negativa: l’evento si carica di ansia, tensione, distrugge le energie mentali, rende la persona incapace di esprimere liberamente se stessa, le sue potenzialità, e annienta di colpo tutta la sua preparazione.

Per tantissimi motivi, i praticanti sportivi professionisti nelle società occidentali vivono soprattutto nel secondo stato. Nessuno insegna veramente loro cosa fare, al di là del dare consigli derivanti dal buon senso. Un buon punto di partenza è iniziare a esaminare le credenze potenzianti e le credenze depotenzianti che si generano prima di una gara.

Le credenze potenzianti sottostanti l’attivazione positiva sono:

·         non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno, che vinca o che perda il mio valore viene dal mio essere, dal mio allenamento, e non dal mio piazzamento

·         chi ha detto che non posso sbagliare? Faccio del mio meglio, ma io posso sbagliare come ogni essere umano

·         non devo far contenti gli altri, ma cercare le emozioni positive che questo evento può darmi

·         si vive una volta sola, e questa giornata è un inno alla vita, da gustare e gioire come tale.

Le credenze de-potenzianti che generano attivazione negativa sono:

·         devo assolutamente dimostrare che valgo

·         non posso permettermi di sbagliare, devo essere teso al massimo

·         gli altri saranno delusi se sbaglio e non posso deluderli

·         da questa giornata dipende tutto.

Vi sono tecniche applicabili per aumentare le energie positive nel pre-gara. Ne citiamo una che tutti possono praticare.

Esercizio di visualizzazione (visual imagery) pre-gara

La tecnica consiste nella visualizzazione positiva: ogni giorno (per circa 20 giorni), per 30 minuti, occorre creare uno “spazio mentale vuoto” nel quale ricercare la condizione migliore. Se ci alleniamo ogni giorno per il corpo, lo stesso dobbiamo fare per la mente.

Occorre distendersi su un divano, o su un letto con doppio cuscino per evitare eventuali capogiri dovuti al fatto di avere la testa troppo bassa. La persona deve sentire di avere sempre la padronanza della situazione e la massima libertà.

Occorre inoltre coprirsi in caso di climi freddi o freschi, e non avere luci forti sugli occhi. L’esercizio di visualizzazione va svolto ad occhi chiusi. Occorre inoltre una musica di sottofondo rilassante (es, musiche Reiki, o altre musiche sinfoniche, orientali, o classiche, niente di “agitato”).

1.       Nella prima fase occorre concentrarsi solo sul respiro, respirare lentamente e profondamente, senza troppo sforzo.

2.       Nella seconda fase (derivante dal Training Autogeno) si avvia la pratica delle ripetizioni mentali: occorre ripetere mentalmente e molto lentamente la frase “il mio corpo è pesante (5 volte), e io sono calmo, tranquillo, sereno. Il mio corpo è pesante, e io sto bene”. Vi sono numerose varianti a queste frasi, ma l’essenziale è che siano frasi positive, sul “sentirsi bene” nel presente e non nel futuro (evitare di dire, ad esempio, “ed io starò bene”, ma dire “e io sto bene”).

3.       Fase di visualizzazione positiva: vedersi mentalmente mentre ci si prepara negli spogliatoi, mentre si viaggia verso la destinazione, mentre ci si riscalda, mentre si combatte, e vedersi in tutte queste fasi esattamente come dovremmo essere: felici, rilassati, appagati di quello che stiamo facendo senza nessuna ossessione per il risultato, ma solo sentire il piacere di quello che stiamo vivendo.

4.       Vedersi nel combattimento o in azione, vedere i colpi fluire, vedersi padroni del proprio corpo e della situazione, vedersi al meglio di come possiamo essere. Nelle forme, vedersi muovere esattamente come vorremmo, vedere il proprio corpo che fluisce nel movimento, alternando velocità e rallentamento, pienamente padroni. Tutto ciò permetterà di aumentare la coordinazione e la determinazione con cui si eseguono le tecniche da combattimento, aumentandone così l’efficacia; inoltre anche la scelta tattica risulterà migliore e quindi verranno create le condizioni più favorevoli per il raggiungimento della vittoria.

5.       Fase di meditazione o “raffreddamento”: fermare i pensieri consapevoli,  immaginare un luogo della natura che amiamo, lasciare che la mente vaghi, lasciare che i pensieri vadano e vengano, lasciare che i pensieri si susseguano liberamente, sino ad arrivare ad un sentimento di rilassamento (in genere, arriva dopo alcune sessioni).

6.       Fase di ripresa: muovere lentamente mani e piedi, stirarsi ad occhi chiusi, rialzarsi lentamente, stirarsi ancora, riprendere a muoversi lentamente, alzarsi lentamente dopo essersi stirati.

Questa sequenza è una delle numerose opzioni che utilizzo nei coaching di training mentale e coaching agonistico. Ve ne sono molte altre che prevedono in addizione azioni fisiche che pratico sulla persona – compressioni, trazioni, e altre tecniche derivanti dalla psicologia organismica – che non possono essere facilmente prescritte ma vanno realizzate ad-hoc, di volta in volta, in base allo stato dell’atleta.

Esponiamo di seguito un esempio della tecnica utilizzata in uno degli incontri preparatori diversi campioni che ho allenato nel training mentale. Le tecniche esposte sono solo indicative e non seguono esattamente le verbalizzazioni date all’atleta, vengono offerte solo come esempio.

Inizio della procedura

Adesso inizieremo l’esercizio, sentiti libero di muoverti in qualsiasi momento, di fare quello che ti senti e prenderti questi minuti per te stesso e per potenziare le tue energie … Chiudi gli occhi, sentiti rilassato, senti ogni tuo muscolo abbandonato … la testa e i muscoli della fronte, il collo, le braccia, la schiena… l’addome, le gambe, le caviglie e i piedi …  (ogni zona viene richiamata molto lentamente, senza fretta) … fai un buon respiro e preparati a visualizzarti mentre ti prepari ad una gara o ad un allenamento.

Durante l’esercizio, ascolta le parole senza nessun obbligo, sentiti libero di riaprire gli occhi in qualsiasi momento, libero completamente, anche di interrompere l’esercizio, di riaprirli per poi richiuderli … non hai alcun obbligo di ascoltare, lascia semplicemente che le parole scorrano e la tua mente le colga senza sforzo alcuno … il senso di queste parole entrerà comunque … consideralo un momento per te, un momento prezioso che ti prendi per te … una riflessione, e nient’altro … (ogni frase viene pronunciata molto lentamente, con musica di sottofondo accuratamente selezionata dal Mental Trainer. L’utilizzo di musiche sbagliate può completamente annullare gli effetti)

Ora, immagina di essere nel giorno dell’incontro … ti alzi la mattina e senti una sensazione di benessere, di pienezza, di gioia … Immaginati mentre ti svegli e decidi di rimanere ancora un po’ disteso, per assaporare questa sensazione … e ora ti vedi durante la giornata della gara …. tranquillo, riposato, sereno ….

Siamo al momento della preparazione prima della gara, sei negli spogliatoi … vedi la fase della bendatura e senti un’energia positiva crescere dentro … ad ogni giro della benda … ti senti calmo e forte, niente può disturbarti … sei assolutamente concentrato, tranquillo, focalizzato …

Immagina adesso di vederti durante l’incontro, immagina che l’inizio del tuo incontro sia un film … e adesso vedi questo film in bianco e nero, immagina che il film sia in bianco e nero … guardati mentre ti muovi nel peggiore dei modi, ti senti goffo, fai degli errori, ti senti poco concentrato … focalizzati su questo film in bianco e nero, e guardalo mentre si svolge, come se tu fossi solo uno spettatore esterno del film … ti vedi e non ti piaci …

Adesso immagina che il film sia una proiezione su uno schermo o una finestra del computer … la finestra si rimpicciolisce … va in alto, a destra, si fa sempre più piccola mentre il film continua … e mentre si fa più piccola e si sposta in alto a destra … si sgrana … diventa come polvere … il film si frantuma in tanti pezzettini che volano via … vanno via in alto a destra ed escono dallo schermo ….

Ora rimane solo uno schermo bianco …. Nessun film, e tu osservi questo schermo sereno …

Respira lentamente mentre l’immagine esce di scena e si frantuma in tanti piccoli pezzetti e volano via ….

Ora lo schermo inizia ad animarsi, e stavolta il film è a colori, ci sei tu, vedi i tuoi occhi aperti, diretti, determinati … vedi energia nei tuoi occhi, il tuo corpo è forte, la tua mente è lucida, sei pienamente padrone della situazione e non vedi l’ora che inizi l’incontro …

L’incontro inizia e ti vedi muovere con assoluta padronanza del tuo corpo…. L’avversario tira colpi, ci prova ma non ci riesce … tu li vedi e li schivi o li pari e l’avversario si sente impotente … in questo film a colori ti senti pieno di energia … veloce …  riesci a prevedere ogni singola mossa … e adesso vedi che l’avversario si muove come al rallentatore … mentre tu lo osservi e lo studi… poi decidi di affondare alcuni colpi … li vedi potenti, decisivi, a bersaglio … ti senti nel pieno delle tue forze, i tuoi colpi sono potenti … vedi l’avversario arretrare, chiudersi, girarsi … mentre avanzi …  senti chiaramente che sei tu a decidere come deve andare l’incontro … vediti completamente padrone, i tuoi occhi aperti, lucidi, la tua mente concentrata, il tuo sguardo come un raggio laser, percepisci ogni movimento, anticipi ogni mossa …

… la ripetizione della alternanza tra visualizzazione negativa e positiva viene ripetuta diverse volte, mentre il Mental Trainer osserva la presenza di segnali di distensione nella respirazione diaframmatica dell’atleta e altri segnali specifici

Fase finale dell’esercizio

Ed ora  in scena nuovamente  l’immagine a colori … e ti vedi esattamente come vuoi … ti vedi sicuro, tranquillo, determinato …. Niente ti sfugge … riesci a percepire ogni cosa … i tuoi colpi sono forti e potenti, il tuo sguardo determinato, lucido … come quello di un lupo che osserva la preda…  e quando azzanna colpisce esattamente dove vuole, senza scampo … (fase archetipica)… vedi chiaramente i tuoi canini esposti, fondi l’immagine mentale di te con quella di un lupo…

Poi ti vedi alla fine dell’incontro, soddisfatto di come l’hai condotto … di come ti sei sentito … provi gioia … il verdetto non ti interessa nemmeno … saluti il tuo avversario che ti ha permesso di fare questo viaggio … un viaggio che è soprattutto dentro di te …. Sai che questa è solo una tappa di un lungo viaggio … dove vuoi gustarti ogni istante, ogni allenamento, come qualcosa di sacro … di potente, di immenso… non hai nessuna fretta di arrivare alla fine…. Perché il viaggio in sé ha per te un valore

Tecniche principali utilizzate e mixate nella traccia:

  • Psicologia degli archetipi
  • Terapia organismica
  • Bioenergetica

Capire e dominare la tensione psicologica pre-gara

Al di la della tecnica che useremo, dobbiamo capire la radice del problema: la generazione dell’ansia e la sua gestione, la sua rimozione per dare spazio alle energie positive.

L’ansia, uno dei mali più drammatici della società contemporanea, è stret­tamente correlata allo stress.

L’ansia è – nella nostra visione – il prodotto di un incremento di attivazione mentale (arousal) mixato ad emozioni negative (paura, angoscia, timore, apprensione). La sola attivazione mentale, di per se positiva, acquisisce nell’ansia sfumature negative e innesca un dialogo interiore tutto centrato sugli eventi negativi, producendo un “sequestro emotivo” della persona.

L’ansia può essere uno stato permanente o prodursi in relazione ad alcuni eventi scatenanti o trigger (eventi che l’individuo vede come problematici, es, parlare in pubblico, stare in situazioni pubbliche, o prendere un aereo, una galleria, o in ambiti sociali e nella vita di relazione).

Alcuni autori erroneamente espongono il concetto di “ansia positiva”, intesa come fonte di energie. In realtà è corretto trattare come fenomeno ipoteticamente positivo unicamente l’arousal (aumento dell’attivazione mentale), mentre l’ansia – espressa come un correlato tra attivazione ed emozioni negative – porta con sé numerosi rischi dal punto di vista psicoenergetico.

Si distingue nella letteratura tra:

·         ansia di stato (collegata ed eventi specifici, es., prendere l’ascensore), e

·         ansia di tratto (componente ansiosa più permanente, insita nella personalità dell’individuo, con componenti che possono essere sia di derivazione genetica che apprese durante la vita

Il training psicoenergetico adeguato consiste in diverse linee di attacco:

  1. eliminare l’arousal connesso agli eventi scatenanti o trigger, tramite tecniche di rilassamento, refraiming cognitivo o ristrutturazione cognitiva; eliminare l’ansia situazionale nei contesti precisi in cui si presenta (es., prima di una lezione, prima di un discorso pubblico);
  2. associare gli eventi scatenanti o trigger ad emozioni positive, con una ristrutturazione cognitiva profonda, es. trasformare l’ansia da lezione in gioia per l’essere protagonista di una relazione d’aiuto, gioia del dare e dell’aiutare il prossimo a capire o a crescere; questo richiede smontare la componente competitiva insita nella prestazione didattica (io contro loro) e sostituirla con la componente della relazione di aiuto (io per loro);
  3. affrontare la componente ansiosa della personalità e quella appresa (ansia di tratto). Questo può richiedere di andare alla ricerca del disagio trans-generazionale (assorbimento di ansia dai genitori e altri referenti importanti nel passato della persona) e degli schemi mentali appresi che la producono e mantengono in vita. Quando sono stati appresi? Da chi? Come rimangono attivi? Quali relazioni personali e culturali la mantengono elevata? Quali abitudini dobbiamo sradicare? Quali inserire? Un lavoro profondo richiede anche la ricerca dei messaggi genitoriali o sociali assimilati che la alimentano (es.: devi riuscire a qualsiasi costo), delle credenze disfunzionali che vivono nella mente dell’individuo, e come virus mentali la danneggiano, dei prototipi cognitivi personali (relazioni tra valori, credenze, atteggiamenti) che la nutrono (es.: devi sempre essere perfetto altrimenti non vali).

In sintesi, possiamo dire che il Training Mentale è una tecnica per potenziare la crescita umana, il Potenziale Umano dell’agonista[1], al di la dello specifico risultato ottenuto in un incontro.

Le tecniche del Potenziale Umano sono spesso decisive nel creare un vantaggio competitivo, ma ancora di più per aiutare l’atleta a trovare equilibri psicologici ed emotivi, generare energie positive in sé e nel proprio team. Secondo la filosofia del Potenziale Umano che ho sviluppato, migliorare la persona, la sua maturità e la sua crescita assume un valore assolutamente superiore al migliorare unicamente l’atleta.

Liberare la persona dai “sassi nello zaino” che egli porta con sé, trovare le vie per la sua crescita personale prima di tutto, è la mia filosofia. La traiettoria complessiva di crescita personale, il mio vero obiettivo latente, porta inevitabilmente con sé risultati positivi nella vita così come nella pratica sportiva.

Copyright, Trevisani, Daniele (2013). La preparazione psicologica prima di una gara, negli sport da Ring e nelle Arti Marziali. In: Carli, Davide (ed). Preparazione tecnica e riabilitazione. Fondamenti del movimento umano, scienza e traumatologia dello sport, principi di trattamento riabilitativo. Edizioni Medico Scientifiche, Torino, pp. 369-372

davide carli libro preparazione atletica e riabilitazioneArticolo a cura di: Daniele Trevisani – Fulbright Scholar, www.studiotrevisani.it

 

Note sull’autore:

  • dott. Daniele Trevisani (www.danieletrevisani.com), Fulbright Scholar, consulente in formazione aziendale e coaching (www.studiotrevisani.it) insignito dal Governo USA del premio Fulbright per gli studi sulla Comunicazione nel 1990, è Master of Arts in Mass Communication alla University of Florida e tra i principali esperti mondiali in Sviluppo del Potenziale Umano.
  •  Formatore e ricercatore in Psicologia e Potenziale Umano, ha operato per oltre 200 aziende e con decine di campioni Mondiali, Europei e Italiani di diverse discipline. Laureato in Dams-Comunicazione, è inoltre specializzato in Psicometria all’Università di Padova. Ha realizzato docenze in oltre 10 Università Italiane ed estere, ed è il tra i principali formatori italiani nella formazione risorse umane, formazione formatori, coaching, formazione di manager, di istruttori e trainer

La motivazione ad andare avanti, oltre le difficoltà. Resilienza e forza d’animo. Testo e video

video-motivazionale

Non importa quanto possa essere stato deludente,

né quanto tu ci abbia già provato

perché quel sogno che è nascosto nella tua mente,

è possibile!

 

Qualcuno di voi già lo sa. Che è dura, che non è facile.

È difficile cambiarti la vita

Ed è inseguendo i tuoi sogni,

che andrai incontro a mille delusioni,

molti fallimenti

sentirai il dolore.

 

Ci saranno momenti in cui dubiterai di te stesso

In cui ti chiederai… Dio, perché, perché sta succedendo proprio a me?

Sto solo cercando di prendermi cura dei miei bambini, di mia madre. Non sto rubando niente a nessuno

Come può accadere proprio a me?

Per tutti voi, che avete incontrato delle difficoltà

Non abbandonate i vostri sogni

Arriveranno tempi duri, ma non sarà per molto. Verranno, e andranno via.

 

La grandezza, non è solo una fantastica, utopica e segreta

caratteristica divina che solo qualcuno di noi proverà.

È qualcosa che esiste realmente, ed è in ognuno di noi.

È davvero importante che tu ci creda, che sei il prescelto

 

La maggior parte delle persone si fa una famiglia, si guadagna da vivere.

E finisce la propria vita così.

Smettono di crescere, smettono di lavorare su sé stessi, e di spronarsi.

Poi ci sono quelli che si lamentano, ma non fanno nulla per cambiare le cose.

 

E la maggior parte della gente abbandona i propri sogni, e sapete perché?

Per paura. Paura di fallire. “e se poi le cose non vanno?”

Paura del successo, “e se poi le cose vanno bene e non riesco a controllarle?”

Queste persone non corrono mai alcun rischio.

 

Hai speso così tanto tempo con gli altri, cercando di piacere alla gente

che conosci loro molto più di quanto conosci te stesso

e sai tutto di loro, ogni cosa che li riguarda, e vorresti essere proprio come loro.

Ma sai che c’è?

Hai speso cosi tanto tempo appresso a loro, che non sai più chi sei.

Io ti sfido a lavorare su te stesso.

 

È necessario allontanare i falliti dalla tua vita, se vuoi realizzare i tuoi sogni

Per le persone che inseguono i propri sogni, la vita ha un significato speciale

E quando comincerai a farlo, ti allontanerai dagli altri…

ma comincerai a ritrovare te stesso,

perché fino a quando continuerai a inseguire gli altri, ad imitarli

non sarai mai neanche una loro copia perfetta

anche se farai del tuo meglio.

 

Ti sfido a mettere in mostra il tuo valore,

Nessuno lo vedrà, nessuno avrà questa visione.

È importante che tu lo sappia

Fai parte di una razza rara.

 

È necessario che ti circondi di persone, che faranno parte del tuo mondo

che siano affamate

Persone che siano inarrestabili e folli.

Persone che si rifiutano di vivere la vita così com’è e che vogliono di più!

Circondati di persone che stanno vivendo i loro sogni, persone vincenti

Queste persone sanno che se questo sta succedendo, se si sta avverando, è merito loro.

 

Se vuoi avere più successo

Se vuoi ottenere e fare cose che non hai mai fatto prima

Ti chiedo di investire su te stesso

Investi su di te

 

L’opinione che alcuni hanno di te, non deve diventare la tua realtà

Perché non devi vivere passivamente, non devi essere una vittima

E sebbene tu debba affrontare le delusioni, devi ripetere a te stesso:

“io posso farcela”, anche se nessuno ci crede, devo crederci per me stesso.

Questo è quello in cui credo e per cui sono disposto a morire. Punto.

Non importa quanto sia difficile ottenerlo.

Ce la faro!

 

Voglio rappresentare un’idea, voglio rappresentare possibilità

Alcuni di voi adesso vogliono passare al prossimo livello

Voglio un consiglio, voglio essere un ingegnere, voglio essere un medico. Ascoltami.

Non puoi arrivare a quel livello.

Non puoi arrivare al livello economico che desideri finché non inizi ad investire sulla tua mente, su te stesso.

Non stai leggendo un libro.

 

Ti sfido ad andare alle conferenze.

Ti sfido ad investire il tuo tempo!

Ti sfido a stare solo!

Ti sfido a dedicare un’ora a conoscere te stesso

 

Quando diventi ciò che sei

Quando diventi la persona che sei chiamato ad essere

Quando diventi un individuo

 

Quello che devi fare è iniziare a separarti dalla massa

Ti sfido ad andare nel posto dove c’è gente a cui non piaci, o che nemmeno si preoccupa per te. Perché? Perché non dovrai più preoccuparti di renderli felici.

Perché stai cercando di spingerti oltre, di salire al prossimo livello.

Ho bisogno che tu investa nelle tue capacità

Se stai ancora parlando del tuo sogno

Se stai ancora parlando dei tuoi obiettivi

Ma non hai ancora fatto nulla a riguardo

Fai il primo passo!

Puoi rendere orgogliosi I tuoi genitori,

la tua scuola,

puoi ispirare milioni di vite e il mondo non sarà più lo stesso

perché hai intrapreso questa strada.

 

Non permettere a nessuno di rubare il tuo sogno!

Dopo essere andati incontro a un rifiuto, e ad un “NO” o quando abbiamo un appuntamento e non si presenta nessuno.

o quando qualcuno ha detto, puoi contare su di me, e non lo fanno

che succederebbe se avessimo quel tipo di atteggiamento che porta tranquillità, quando nessuno crede in te, quando hai perso più volte, e le luci non ci sono più, sono spente

ma continui a credere nel tuo sogno, ripensandoci ogni giorno e dicendo a te stesso:

NON E’ FINITA, FINO A QUANDO NON VINCO!

Puoi vivere il tuo sogno!

Essere Mental Coach

Essere Mental Coach: Essere protagonisti nel Training Mentale e Mental Coaching

Aree di Applicazione per i Mental Coach

Indichiamo di seguito alcune delle innumerevoli aree di applicazione per chi opera come Mental Coach e ha la padronanza delle tecniche di Mental Training (per i Certified Mental Coach che ottengono il Diploma di Coaching e Coaching Avanzato STEP)

  • Mental Coach per il Business
  • Mental Coach Sportivo
  • Mental Coach per il Life Coaching

Alcune sottocategorie interessanti, tra le tantissime che non riusciamo qui a citare in tutta la loro vastità:

  • Mental Coach per il Running
  • Mental Coach per le Arti Marziali e Sport di Combattimento
  • Mental Coach per il Calcio
  • Mental Coach per la Pallavolo
  • Mental Coach per il dimagrimento
  • Mental Coach per migliorarsi nello studio scolastico e universitario
  • Mental Coach per gare e prestazioni sportive
  • Mental Coach per il business, le negoziazioni, le presentazioni, gli incontri d’affari
  • Mental Coach per la comunicazione e il Public Speaking
  • Mental Training per le disabilità e la visualizzazione dei movimenti
  • Mental Coaching per il recupero psicomotorio e psicomotricità
  • Mental Training per la musica
  • Mental Coach di Team sportivi in fase di preparazione pre-campionati
  • Mental Coach di atleti e squadre olimpiche
  • Mental Coach per la Salute (Health Coach)
  • Coaching Mentale per le famiglie e le coppie
  • Health Coach

Le nostre zone operative e le zone del Mental Coaching: Noia – Comfort – Sfida – Over Reaching

Indicazioni per il Mental Coaching. Quando un Mental Coach deve cambiare tipo di tecnica? Quanto deve essere difficile una tecnica per l’allievo, affinchè diventi uno stimolo positivo anzichè distruggere o annoiare? Domande per il Mental Coach Professionista

Mental Coach – Mental Training, Mental Coaching – Esercizi (esempio dagli sport da Ring e Arti Marziali)

Copyright, Trevisani, Daniele (2013). La preparazione psicologica prima di una gara, negli sport da Ring e nelle Arti Marziali. In: Carli, Davide (ed). Preparazione tecnica e riabilitazione. Fondamenti del movimento umano, scienza e traumatologia dello sport, principi di trattamento riabilitativo Edizioni Medico Scientifiche, Torino, pp. 369-372

Immagina di essere uno di quelli che dovrà salire su questo ring. Come Mental Coach, ho seguito la squadra Italiana partecipante a questo evento, e credo che ogni commento sia superfluo, gustatevi il video…

Di Daniele Trevisani – Fulbright Scholar, www.studiotrevisani.it

Conoscere e gestire l’attivazione psicologica generata da una gara, distinguere l’attivazione positiva da quella negativa, e dirigerla verso i canali giusti

Vi dirò il mio segreto per liberare la mente dai pensieri negativi.

Quando un tale pensiero entra nella mia mente,

lo visualizzo come se fosse scritto su un pezzo di carta.

Quindi gli do mentalmente fuoco

e lo visualizzo mentre brucia fino a diventare cenere.

Il pensiero negativo è distrutto, e non entrerà più.
Bruce Lee

Che si tratti di arti marziali o sport da ring, prima di una gara tutti vivono stati emotivi alterati. Si tratta di una forma di “attivazione” psicologica, a volte piena di tranelli che dobbiamo conoscere. Così come è importante per un coach evoluto saper fornire agli atleti strumenti per gestire le energie mentali.

L’attivazione psicologica può prendere due strade:

  • Attivazione positiva: vivere l’evento nei suoi lati più belli, sentendone soprattutto i lati positivi, il piacere dell’esperienza, il gusto della passione e dell’azione, il fluire delle propri energie vitali.
  • Attivazione negativa: l’evento si carica di ansia, tensione, distrugge le energie mentali, rende la persona incapace di esprimere liberamente se stessa, le sue potenzialità, e annienta di colpo tutta la sua preparazione.

Per tantissimi motivi, i praticanti sportivi professionisti nelle società occidentali vivono soprattutto nel secondo stato. Nessuno insegna veramente loro cosa fare, al di là del dare consigli derivanti dal buon senso. Un buon punto di partenza è iniziare a esaminare le credenze potenzianti e le credenze depotenzianti che si generano prima di una gara.

Le credenze potenzianti sottostanti l’attivazione positiva sono:

  • non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno, che vinca o che perda il mio valore viene dal mio essere, dal mio allenamento, e non dal mio piazzamento
  • chi ha detto che non posso sbagliare? Faccio del mio meglio, ma io posso sbagliare come ogni essere umano
  • non devo far contenti gli altri, ma cercare le emozioni positive che questo evento può darmi
  • si vive una volta sola, e questa giornata è un inno alla vita, da gustare e gioire come tale.

Le credenze de-potenzianti che generano attivazione negativa sono:

  • devo assolutamente dimostrare che valgo
  • non posso permettermi di sbagliare, devo essere teso al massimo
  • gli altri saranno delusi se sbaglio e non posso deluderli
  • da questa giornata dipende tutto.

Vi sono tecniche applicabili per aumentare le energie positive nel pre-gara. Ne citiamo una che tutti possono praticare.

Esercizio di visualizzazione (visual imagery) pre-gara

La tecnica consiste nella visualizzazione positiva: ogni giorno (per circa 20 giorni), per 30 minuti, occorre creare uno “spazio mentale vuoto” nel quale ricercare la condizione migliore. Se ci alleniamo ogni giorno per il corpo, lo stesso dobbiamo fare per la mente.

Occorre distendersi su un divano, o su un letto con doppio cuscino per evitare eventuali capogiri dovuti al fatto di avere la testa troppo bassa. La persona deve sentire di avere sempre la padronanza della situazione e la massima libertà.

Occorre inoltre coprirsi in caso di climi freddi o freschi, e non avere luci forti sugli occhi. L’esercizio di visualizzazione va svolto ad occhi chiusi. Occorre inoltre una musica di sottofondo rilassante (es, musiche Reiki, o altre musiche sinfoniche, orientali, o classiche, niente di “agitato”).

  1. Nella prima fase occorre concentrarsi solo sul respiro, respirare lentamente e profondamente, senza troppo sforzo.
  2. Nella seconda fase (derivante dal Training Autogeno) si avvia la pratica delle ripetizioni mentali: occorre ripetere mentalmente e molto lentamente la frase “il mio corpo è pesante (5 volte), e io sono calmo, tranquillo, sereno. Il mio corpo è pesante, e io sto bene”. Vi sono numerose varianti a queste frasi, ma l’essenziale è che siano frasi positive, sul “sentirsi bene” nel presente e non nel futuro (evitare di dire, ad esempio, “ed io starò bene”, ma dire “e io sto bene”).
  3. Fase di visualizzazione positiva: vedersi mentalmente mentre ci si prepara negli spogliatoi, mentre si viaggia verso la destinazione, mentre ci si riscalda, mentre si combatte, e vedersi in tutte queste fasi esattamente come dovremmo essere: felici, rilassati, appagati di quello che stiamo facendo senza nessuna ossessione per il risultato, ma solo sentire il piacere di quello che stiamo vivendo.
  4. Vedersi nel combattimento o in azione, vedere i colpi fluire, vedersi padroni del proprio corpo e della situazione, vedersi al meglio di come possiamo essere. Nelle forme, vedersi muovere esattamente come vorremmo, vedere il proprio corpo che fluisce nel movimento, alternando velocità e rallentamento, pienamente padroni. Tutto ciò permetterà di aumentare la coordinazione e la determinazione con cui si eseguono le tecniche da combattimento, aumentandone così l’efficacia; inoltre anche la scelta tattica risulterà migliore e quindi verranno create le condizioni più favorevoli per il raggiungimento della vittoria.
  5. Fase di meditazione o “raffreddamento”: fermare i pensieri consapevoli,  immaginare un luogo della natura che amiamo, lasciare che la mente vaghi, lasciare che i pensieri vadano e vengano, lasciare che i pensieri si susseguano liberamente, sino ad arrivare ad un sentimento di rilassamento (in genere, arriva dopo alcune sessioni).
  6. Fase di ripresa: muovere lentamente mani e piedi, stirarsi ad occhi chiusi, rialzarsi lentamente, stirarsi ancora, riprendere a muoversi lentamente, alzarsi lentamente dopo essersi stirati.

Questa sequenza è una delle numerose opzioni che utilizzo nei coaching di training mentale e coaching agonistico. Ve ne sono molte altre che prevedono in addizione azioni fisiche che pratico sulla persona – compressioni, trazioni, e altre tecniche derivanti dalla psicologia organismica – che non possono essere facilmente prescritte ma vanno realizzate ad-hoc, di volta in volta, in base allo stato dell’atleta.

Esponiamo di seguito un esempio della tecnica utilizzata in uno degli incontri preparatori diversi campioni che ho allenato nel training mentale. Le tecniche esposte sono solo indicative e non seguono esattamente le verbalizzazioni date all’atleta, vengono offerte solo come esempio.

Inizio della procedura

Adesso inizieremo l’esercizio, sentiti libero di muoverti in qualsiasi momento, di fare quello che ti senti e prenderti questi minuti per te stesso e per potenziare le tue energie … Chiudi gli occhi, sentiti rilassato, senti ogni tuo muscolo abbandonato … la testa e i muscoli della fronte, il collo, le braccia, la schiena… l’addome, le gambe, le caviglie e i piedi …  (ogni zona viene richiamata molto lentamente, senza fretta) … fai un buon respiro e preparati a visualizzarti mentre ti prepari ad una gara o ad un allenamento.

Durante l’esercizio, ascolta le parole senza nessun obbligo, sentiti libero di riaprire gli occhi in qualsiasi momento, libero completamente, anche di interrompere l’esercizio, di riaprirli per poi richiuderli … non hai alcun obbligo di ascoltare, lascia semplicemente che le parole scorrano e la tua mente le colga senza sforzo alcuno … il senso di queste parole entrerà comunque … consideralo un momento per te, un momento prezioso che ti prendi per te … una riflessione, e nient’altro … (ogni frase viene pronunciata molto lentamente, con musica di sottofondo accuratamente selezionata dal Mental Trainer. L’utilizzo di musiche sbagliate può completamente annullare gli effetti)

Ora, immagina di essere nel giorno dell’incontro … ti alzi la mattina e senti una sensazione di benessere, di pienezza, di gioia … Immaginati mentre ti svegli e decidi di rimanere ancora un po’ disteso, per assaporare questa sensazione … e ora ti vedi durante la giornata della gara …. tranquillo, riposato, sereno ….

Siamo al momento della preparazione prima della gara, sei negli spogliatoi … vedi la fase della bendatura e senti un’energia positiva crescere dentro … ad ogni giro della benda … ti senti calmo e forte, niente può disturbarti … sei assolutamente concentrato, tranquillo, focalizzato …

Immagina adesso di vederti durante l’incontro, immagina che l’inizio del tuo incontro sia un film … e adesso vedi questo film in bianco e nero, immagina che il film sia in bianco e nero … guardati mentre ti muovi nel peggiore dei modi, ti senti goffo, fai degli errori, ti senti poco concentrato … focalizzati su questo film in bianco e nero, e guardalo mentre si svolge, come se tu fossi solo uno spettatore esterno del film … ti vedi e non ti piaci …

Adesso immagina che il film sia una proiezione su uno schermo o una finestra del computer … la finestra si rimpicciolisce … va in alto, a destra, si fa sempre più piccola mentre il film continua … e mentre si fa più piccola e si sposta in alto a destra … si sgrana … diventa come polvere … il film si frantuma in tanti pezzettini che volano via … vanno via in alto a destra ed escono dallo schermo ….

Ora rimane solo uno schermo bianco …. Nessun film, e tu osservi questo schermo sereno …

Respira lentamente mentre l’immagine esce di scena e si frantuma in tanti piccoli pezzetti e volano via ….

Ora lo schermo inizia ad animarsi, e stavolta il film è a colori, ci sei tu, vedi i tuoi occhi aperti, diretti, determinati … vedi energia nei tuoi occhi, il tuo corpo è forte, la tua mente è lucida, sei pienamente padrone della situazione e non vedi l’ora che inizi l’incontro … 

L’incontro inizia e ti vedi muovere con assoluta padronanza del tuo corpo…. L’avversario tira colpi, ci prova ma non ci riesce … tu li vedi e li schivi o li pari e l’avversario si sente impotente … in questo film a colori ti senti pieno di energia … veloce …  riesci a prevedere ogni singola mossa … e adesso vedi che l’avversario si muove come al rallentatore … mentre tu lo osservi e lo studi… poi decidi di affondare alcuni colpi … li vedi potenti, decisivi, a bersaglio … ti senti nel pieno delle tue forze, i tuoi colpi sono potenti … vedi l’avversario arretrare, chiudersi, girarsi … mentre avanzi …  senti chiaramente che sei tu a decidere come deve andare l’incontro … vediti completamente padrone, i tuoi occhi aperti, lucidi, la tua mente concentrata, il tuo sguardo come un raggio laser, percepisci ogni movimento, anticipi ogni mossa …

… la ripetizione della alternanza tra visualizzazione negativa e positiva viene ripetuta diverse volte, mentre il Mental Trainer osserva la presenza di segnali di distensione nella respirazione diaframmatica dell’atleta e altri segnali specifici

Fase finale dell’esercizio

Ed ora  in scena nuovamente  l’immagine a colori … e ti vedi esattamente come vuoi … ti vedi sicuro, tranquillo, determinato …. Niente ti sfugge … riesci a percepire ogni cosa … i tuoi colpi sono forti e potenti, il tuo sguardo determinato, lucido … come quello di un lupo che osserva la preda…  e quando azzanna colpisce esattamente dove vuole, senza scampo … (fase archetipica)… vedi chiaramente i tuoi canini esposti, fondi l’immagine mentale di te con quella di un lupo…

Poi ti vedi alla fine dell’incontro, soddisfatto di come l’hai condotto … di come ti sei sentito … provi gioia … il verdetto non ti interessa nemmeno … saluti il tuo avversario che ti ha permesso di fare questo viaggio … un viaggio che è soprattutto dentro di te …. Sai che questa è solo una tappa di un lungo viaggio … dove vuoi gustarti ogni istante, ogni allenamento, come qualcosa di sacro … di potente, di immenso… non hai nessuna fretta di arrivare alla fine…. Perché il viaggio in sé ha per te un valore

Tecniche principali utilizzate e mixate nella traccia:

  • Psicologia degli archetipi
  • Terapia organismica
  • Bioenergetica

Capire e dominare la tensione psicologica pre-gara

Al di la della tecnica che useremo, dobbiamo capire la radice del problema: la generazione dell’ansia e la sua gestione, la sua rimozione per dare spazio alle energie positive.

L’ansia, uno dei mali più drammatici della società contemporanea, è stret­tamente correlata allo stress.

L’ansia è – nella nostra visione – il prodotto di un incremento di attivazione mentale (arousal) mixato ad emozioni negative (paura, angoscia, timore, apprensione). La sola attivazione mentale, di per se positiva, acquisisce nell’ansia sfumature negative e innesca un dialogo interiore tutto centrato sugli eventi negativi, producendo un “sequestro emotivo” della persona.

L’ansia può essere uno stato permanente o prodursi in relazione ad alcuni eventi scatenanti o trigger (eventi che l’individuo vede come problematici, es, parlare in pubblico, stare in situazioni pubbliche, o prendere un aereo, una galleria, o in ambiti sociali e nella vita di relazione).

Alcuni autori erroneamente espongono il concetto di “ansia positiva”, intesa come fonte di energie. In realtà è corretto trattare come fenomeno ipoteticamente positivo unicamente l’arousal (aumento dell’attivazione mentale), mentre l’ansia – espressa come un correlato tra attivazione ed emozioni negative – porta con sé numerosi rischi dal punto di vista psicoenergetico.

Si distingue nella letteratura tra:

  • ansia di stato (collegata ed eventi specifici, es., prendere l’ascensore), e
  • ansia di tratto (componente ansiosa più permanente, insita nella personalità dell’individuo, con componenti che possono essere sia di derivazione genetica che apprese durante la vita

Il training psicoenergetico adeguato consiste in diverse linee di attacco:

  • eliminare l’arousal connesso agli eventi scatenanti o trigger, tramite tecniche di rilassamento, refraiming cognitivo o ristrutturazione cognitiva; eliminare l’ansia situazionale nei contesti precisi in cui si presenta (es., prima di una lezione, prima di un discorso pubblico);
  • associare gli eventi scatenanti o trigger ad emozioni positive, con una ristrutturazione cognitiva profonda, es. trasformare l’ansia da lezione in gioia per l’essere protagonista di una relazione d’aiuto, gioia del dare e dell’aiutare il prossimo a capire o a crescere; questo richiede smontare la componente competitiva insita nella prestazione didattica (io contro loro) e sostituirla con la componente della relazione di aiuto (io per loro);
  • affrontare la componente ansiosa della personalità e quella appresa (ansia di tratto). Questo può richiedere di andare alla ricerca del disagio trans-generazionale (assorbimento di ansia dai genitori e altri referenti importanti nel passato della persona) e degli schemi mentali appresi che la producono e mantengono in vita. Quando sono stati appresi? Da chi? Come rimangono attivi? Quali relazioni personali e culturali la mantengono elevata? Quali abitudini dobbiamo sradicare? Quali inserire? Un lavoro profondo richiede anche la ricerca dei messaggi genitoriali o sociali assimilati che la alimentano (es.: devi riuscire a qualsiasi costo), delle credenze disfunzionali che vivono nella mente dell’individuo, e come virus mentali la danneggiano, dei prototipi cognitivi personali (relazioni tra valori, credenze, atteggiamenti) che la nutrono (es.: devi sempre essere perfetto altrimenti non vali).

In sintesi, possiamo dire che il Training Mentale è una tecnica per potenziare la crescita umana, il Potenziale Umano dell’agonista[1], al di la dello specifico risultato ottenuto in un incontro.

Le tecniche del Potenziale Umano sono spesso decisive nel creare un vantaggio competitivo, ma ancora di più per aiutare l’atleta a trovare equilibri psicologici ed emotivi, generare energie positive in sé e nel proprio team. Secondo la filosofia del Potenziale Umano che ho sviluppato, migliorare la persona, la sua maturità e la sua crescita assume un valore assolutamente superiore al migliorare unicamente l’atleta.

Liberare la persona dai “sassi nello zaino” che egli porta con sé, trovare le vie per la sua crescita personale prima di tutto, è la mia filosofia. La traiettoria complessiva di crescita personale, il mio vero obiettivo latente, porta inevitabilmente con sé risultati positivi nella vita così come nella pratica sportiva.

Dott. Daniele Trevisani http://www.danieletrevisani.it

Note sull’autore:

  •   dott. Daniele Trevisani (www.danieletrevisani.com), Fulbright Scholar, consulente in formazione aziendale e coaching (www.studiotrevisani.it) insignito dal Governo USA del premio Fulbright per gli studi sulla Comunicazione nel 1990, è Master of Arts in Mass Communication alla University of Florida e tra i principali esperti mondiali in Sviluppo del Potenziale Umano.
  •  Formatore e ricercatore in Psicologia e Potenziale Umano, è consulente NATO e dell’Esercito Italiano. Laureato in Dams-Comunicazione, è inoltre specializzato in Psicometria all’Università di Padova.
  •   Ha realizzato docenze in oltre 10 Università Italiane ed estere, ed è il tra i principali formatori italiani nella formazione risorse umane, formazione formatori, coaching, formazione di manager, di istruttori e trainer

[1] Per approfondimenti, vedi il volume: Trevisani, Daniele (2009), Il Potenziale Umano, Franco Angeli editore, Milano.

Mental Coach – Mental Training, Mental Coaching – Testo di riferimento incentrato sul Potenziale Umano

 

Mental Coach – Training Mentale e Mental Coaching – la Scuola specializzata in Coaching & Mental Training STEP

Edizione 2019 del Master in Coaching & Mental Training e Scuola di Counseling STEP

Executive Master in Coaching & Mental Training e Scuola di Counseling STEP

Sede: Montegrotto Terme (PD), presso hotel termali convenzionati

I temi trattati (per le date esatte consigliamo la pagina aggiornata sul Master in Mental Training e Coaching STEP

  • dott. Daniele Trevisani – Ascolto Attivo e Relazione, Mental Coaching
  • Dott. Giuseppe De Felice, Psicologia e Gestalt
  • Comunicazione Olistica – Con: Ing. Lorenzo Savioli (Manager ENI),  Comunicazione e PNL (Programmazione Neuro-Linguistica). dott. Daniele Trevisani, Formatore e Counselor, Comunicazione Olistica e Polisensoriale. dott. Lorenzo Manfredini, Psicologo e Psicoterapeuta: Comunicazione e Personalità
  • Dott.ssa Francesca Marchegiano, Green Storytelling, Narrazione e Autonarrazione
  • Prof. Angelo Gemignani – Neuroscienze
  • Training Mentale e Performance. Conoscere le proprie potenzialità, svilupparle, direzionarle
  • Cr. Massimiliano Babusci, Costellazioni Familiari e Counseling Sistemico, Etica del Coaching e del Counseling

Gli orari sono 9.30-18 il sabato e 9.30-16.30 la domenica

Unicità della sessione di Montegrotto Terme: ogni weekend, sessione di esercizi di Bioenergetica, Rilassamento, Mindfulness e Qui Gong in acque termali, condotte dal dott. Riccardo Manfredini, Counselor ad indirizzo Corporeo e Istruttore di Apnea Healing

Un Master per conoscere e “conoscersi”. Scuola di Coaching, Counseling e Comunicazione STEP

Spesso si va in una “Scuola” e si finisce solo  per “imparare concetti” che poi non hanno applicazione pratica. Altre volte si va per “conoscere”. Altre, per “conoscersi” e apprendere a “fare”.

Conoscere, saper fare, saper essere, saper applicare, sono gli obittivi del Master in Coaching STEP. Applichiamo le nostre conoscenze nella vita quotidiana, così come negli sport estremi, in situazioni agonistiche o professionali, o meditando… impariamo ad essere più efficaci, anche nella vita di tutti i giorni, nelle interazioni quotidiane, in ogni singolo sguardo o parola.

Il Master si svolge 1 weekend al mese, per 7 mesi. Si articola attraverso Seminari Tematici (Master Lecture), lezioni su temi di comunicazione, crescita personale, Potenziale Umano, formazione, coaching, lavoro d’aula in sottogruppi, lavori individuali, produzioni di materiali e ricerche.

Prevede inoltre fasi di apprendimento sul tema del colloquio interpersonale e di coaching, la conoscenza delle dinamiche delle emozioni nelle performance professionali, e il lavoro sulle dinamiche della bioenergetica con esercizi di Training mentale.

  • Gli esercizi corporei, parte integrante del master, offrono un valore aggiunto, includendo la meditazione, la concentrazione mentale, il controllo della respirazione e particolari movimenti di esercizio fisico.
  • Permettono di migliorare la salute e il benessere sia fisici sia psicologici, tramite la cura e l’accrescimento della propria energia interna.
  • Oltre ad uno staff di 4 docenti Senior, l’ambiente didattico è davvero speciale. Il tutto è infatti arricchito dalla possibilità di realizzare importanti fasi di esercizi di Training mentale e bioenergetico in piscine termali. Il Master nella sede di Montegrotto – unico nel suo genere in Italia.
  • La peculiarità di disporre dell’accesso ad acque termali consente esercizi non obbligatori ma sempre estremamente graditi dai partecipanti.

Qui, un breve video realizzato da Virginia Tortella, atleta partecipante al modulo Neuroscienze, per cogliere dalle immagini le atmosfere e gli ambienti che respiriamo al Master

Pagine di approfondimento per chi pratica Mental Training o vuole diventare Mental Coach

(la Scuola di Coaching e Mental Training STEP è ovviamente suggerita)

Pagina di riferimento sul Saper Essere un Mental Coach

Altri articoli online

[Mental Coach: Saper allenare la Mente]
[Mental Coach – Allenare Corpo e Mente]
[Mental Coach: varietà, multicanalità]
[Mental Coach e Potenziale Umano]
[Mental Training e Performance]
[Mental Coaching e Allenamento.htm]
[Il Mental Training in azione]

__________

© Tutti i diritti riservati. E’ vietata la copia non autorizzata o riproduzione anche parziale dei contenuti di questo sito.

Per contatti, si prega di utilizzare il form di riferimento. I contatti telefonici e di altra natura vengono forniti solo ed esclusivamente solo dopo un primo contatto via form

[gravityform id=”1″ title=”false” description=”false”]