Sondaggio online.. tra Il Sogno e il Progetto… da Freud nel 1901 al 2014 non è cambiato niente?

Sondaggio sui propri sogni, desideri, volontà

In questo chiunque può dire la sua, e aggiungere qualsiasi cosa desideri, partecipando ad un pensiero collettivo, e il bello sarà tornare qui ogni tanto per “vedere cosa gira nella testa della gente“, e magari confrontarsi. Sono ammesse più risposte, ed è possibile tornare a votare ogni volta che ci sentiamo di voler aggiungere un nostro pensiero o desiderio. Focalizzarci su cosa vogliamo fa veramente bene. NB Il voto è segreto è si possono vedere solo i risultati in percentuale e i voti totali, non chi ha votato cosa, ed è gestito da PollDaddy, servizio online partner di WordPress.

E una breve riflessione finale…

Stare nella vita reale e nei suoi limiti, o vivere a pieno i propri sogni? Che domanda…

Scrive Freud nel 1901 in merito ai sogni: “… il loro carattere transitorio, la maniera in cui il pensiero vigile li spinge da parte come qualcosa di estraneo, e li mutila e li annienta nella memoria..” (Freud, Ueber den Traum, 1901).

Non è forse così oggi per i nostri progetti? Quante delle cose che vorremmo fare fanno la fine dei sogni… annullate e messe da parte come questioni di un’altro mondo, dimenticate non appena una difficoltà più forte di noi ci costringe a ripiegarci in noi stessi.

Non è così che deve finire, non è così che finirà. Finchè abbiamo vita daremo significato ai nostri sogni, e la possibilità di farlo dipende solo dalle nostre energie personali.

Coltiviamole, alleniamole, trattiamo la mente come un muscolo, trattiamo i muscoli, trattiamo il corpo, trattiamo la nostra macchina mentale e fisica con un allenamento costante verso la progressione.

Ci porterà fino a dove non abbiamo ancora nemmeno osato sognare.

Daniele Trevisani

Daniele Trevisani

Rivista Communication Research n.2-2014

Rivista online di Formazione, Comunicazione, Energie Personali e Potenziale Umano

mandarino

Nuovi articoli

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Riflessioni sul coaching e sulla formazione personale

 

Per chi desidera segnalare ad amici o colleghi la rivista

Contatti con il Direttore e Curatore, dott. Daniele Trevisani:

  1. Sito web in Italiano Studio Trevisani Coaching, Potenziale Umano e  Formazione
  2. English Website http://www.danieletrevisani.com
  3. Linkedin: http://www.linkedin.com/in/danieletrevisani
  4. Profilo dott. Daniele Trevisani

l mandarini e la felicità

mandarinoieri sera… rientro in camera con un vassoio di frutta…. una giovane coppia che usciva dalla piscina con la loro bimbetta piccolina… la bimba si blocca e guarda i mandarini con gli occhi di chi – come fortunatamente sanno fare i bambini – sono ancora autentici e spontanei e non si vergognano di chiedere e far vedere quello che desiderano… allora mi è venuto in mente di chiedere ai genitori se potevo dargli un mandarino…. l’ho dato al papà che l’ha dato alla bimba… che mi ha ringraziato con un sorriso enorme come se fosse oro…. ed è andata via saltellando come se avesse vinto chissà cosa….

…non vedrò mai più quella famigliola ma non importa… non vedrò mai più quel sorriso ma non importa…

….quello che importa è un pensiero che avevo dentro: …quanto poco basta a volte per farti sentire utile e importante…

Daniele Trevisani

Studiare l’incomunicabilità

l’incomunicabilità tra gli esseri umani è pazzesca, è una malattia da estirpare… (Daniele Trevisani)

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…lo studio dell’incomunicabilità ha un suo valore specifico, non è la stessa area di studio della “comunicazione” che tutti conoscono, è un ambito ristrettissimo su cui esistono pochissimi lavori e pubblicazioni, in parte si trova qualcosa nella letteratura sulla “comunicazione interculturale” ma solo in parte, il resto è buio e deserto di conoscenza…

E’ dal 1985 che studio scientificamente ed esamino tutta la possibile letteratura e ricerca sul campo, ed oltre ad avervi svolto una tesi di Laurea all’Università di Bologna, da 600 pagine, so di avere appena iniziato a “grattare la superficie”, ma non mollo… prima di tornare polvere spero di riuscire a pubblicare i risultati di questi 30 annni di ricerche…

…esistono video con esseri umano e delfini che comunicano tra di loro… ma gli umani spesso non riescono… direi anche che molte volte “non vogliono“…

Contatti

Facebook: Dr. Daniele Trevisani – Coach del Potenziale Personale e dei Team

Linkedin: it.linkedin.com/in/danieletrevisani/

Quando capisci di valere (…e finalmente, al di la dei riconoscimenti altrui)

Articolo copyright Daniele TrevisaniStudio Trevisani Human Factor Research, anteprima dal volume “Self-Power” in fase di pubblicazione, con contributi dal volume “Personal Energy” e “Il Potenziale Umano“.

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Percepisco il mio valore al di la dei riconoscimenti altrui. Questa è la frase, la convinzione, che desidero la persona senta dentro. E questo diventa il mio “end state” (punto di arrivo), al termine di un percorso formativo e di coaching.

Questo atteggiamento può espandersi ad altre aree della vita.

Acluni esempi di “frasi mentali” che possono in iniziare a circolare:

  • Percepisco di valere perchè sono e non solo per “cosa sono”, e quindi ad esempio, valgo per quanto so fare e quanto ho studiato nella vita, anche se il mercato in un momento di crisi non dovesse premiarmi.
  • Percepisco di valere e voglio agire nonostante il contesto, anche se abito in un paese in cui la meritocrazia finora non è la regola e vedo imbecilli arricchirsi… peggio per loro, moriranno anche loro. Percepisco di valere anche se mia moglie o mio marito non mi capiscono fino in fondo.
  • Percepisco il mio valore anche se in questo momento i clienti non sono disposti a pagarlo pienamente, o sono in crisi economica. Quello che so, quello che so fare,  e quello che so essere sono un valore che prescinde qualsiasi tipo di prezzo che gli altri siano disposti a pagare per il mio tempo, non esiste alcuna forma monetaria che li possa comprendere o equivalere.
  • So di valere, anche se in questa fase dell’evoluzione della razza umana le mie qualità possono essere capite da pochi. Io valgo comunque.

Questi tipi di ragionamento fanno parte di quello che io definisco “ragionamento autovalutativo atemporale”, ovvero slegato dalle singole opinioni altrui e dal tempo in cui vivo.

Se un giorno il tuo boss o i tuoi colleghi ti dicono che non vali niente, e il pomeriggio un tuo cliente ti dice di apprezzarti, a chi decidi di credere, quel giorno? All’uno o all’altro poco importa, quando arriverai alla convinzione di sapere quanto vali  tu per come TU per il percorso che hai fatto nella vita.

E questo non significa assolutamente non ascoltare gli altri. Anzi. I feedback sinceri, le opinioni, le voci, possono aiutarci a capire dove possiamo migliorarci, ma sempre secondo la nostra personale visione di cosa sia un miglioramento. Se qualcuno mi dice di essere poco “Glam” (poco incline a far parte del mondo patinato delle PR) magari a me sta proprio bene così!

surrounded by assholes

Ma certo, che se qualcuno mi dice di trovare “complicato” un mio discorso o un mio libro, e che “non si capiva bene dove volevo arrivare”, posso fermarmi a riflettere, magari cercare di avere una registrazione video del mio intervento, chiedere una precisazione (in quale passaggio, in quale pagina, etc) e capire dove esattamente posso lavorare, e soprattutto se era vero, o solo una mossa per depistarmi, o un commento fatto da un incompetente! E probabilmente quello che alla persona non è piaciuto può essere piaciuto ad altri 100. E allora, cambierò il mio modo di essere per accontentare quella singola persona? E chi dice che devo accontentare tutti? Che devo piacere a tutti? Dove sta scritto?

In altre parole, non possiamo essere bandiere che girano ad ogni commento su di noi. Dobbiamo avere una nostra “centratura” sul capire il nostro valore al di la di qualsiasi commento, opinione o critica ci arrivi. E rimanere aperti tuttavia alla pulsione verso la luce, l’idea stessa di volerci migliorare.

Dal volume Self-Power: Il potere dei messaggi degli altri su di te

In merito alle comunicazioni in ingresso, immagina di ricevere questo messaggio:

…sei veramente una Persona meravigliosa e con il tuo libro cambierai sicuramente la Vita di molti , così come avrai già fatto. Sono fortunata a conoscerti .

Un altro messaggio invece recita:

E’ inutile che ti sbatti tanto i tuoi libri andranno tutti a finire in cantina.

Come ti fanno sentire? Come reagisco al primo? Come reagisco al secondo?

È in base a come reagisco ad un messaggio che il mio destino si forma, giorno dopo giorno.

Il messaggio negativo potrebbe annullare le mie energie mentali, oppure spronarmi a fare il massimo, per spirito di vendetta o di narcisismo o di orgoglio: “adesso ti faccio vedere io…” Se così funziona, mi rimane dentro la voglia di impegnarmi e continuare il libro. Addirittura, questo messaggio potrebbe portarmi a cercare cosa di vero ci sia e migliorami, riducendo al massimo la possibilità che il libro rimanga in cantina, ampliando le mie energie sia per realizzare un ottimo libro, che per promuoverlo bene.

La mia personalità ha bisogno del primo messaggio o del secondo, per essere motivata? Se se sono stato in grado di lavorare su di me al punto tale da trarre motivazione da entrambi, significa che so riconoscere i messaggi tossici e gestirli veramente. E che allo stesso tempo so nutrirmi dai messaggi positivi.

Tra i tanti messaggi che ricevi in un giorno, quanti ti fanno sentire bene, quanti ti fanno sentire apprezzato, e quanti cercano di smontarti? E tu cosa fai? Reagisci con spirito guerriero, li ignori, li deridi? Li analizzi per quanto possono magari insegnarti? O ti lasci avvelenare?

“Molte volte la sconfitta bussa alla porta del Guerriero. In quei momenti, egli rimane in silenzio. Non spreca energia con le parole, perché le parole non possono fare niente. E’ meglio usare le forze per resistere e pazientare, sapendo che Qualcuno sta guardando. Qualcuno che ha visto l’ingiusta sofferenza, e non vi si rassegna. Questo Qualcuno dà al Guerriero ciò di cui ha bisogno: il tempo. Prima o poi, tutto tornerà a lavorare in suo favore”.
(Paulo Coelho)

your valueIl “Potere della Comunicazione”, quello vero, è di far sentire bene le persone o invece distruggerle moralmente.

Credo che questa cosa sfugga a tanti.

E so anche che purtroppo pochi conoscono i training che ti aiutano a schermarti dalle negatività, anche perché questo flusso di messaggi inizia presto, accade sino dai primi bagliori di vita. Ma per nostra fortuna, continua da adulti, e possiamo agire, possiamo intervenire. Quindi, se non riprendiamo le redini del “filtro” –  cosa vogliamo far entrare in noi, e cosa no – ne saremo sempre vittime inconsapevoli.

Dobbiamo imparare l’arte di lasciar fluire i messaggi negativi, vedere se per caso contengano qualche suggerimento buono ma lasciar scorrere via la malignità e negatività che contengono. E allo stesso tempo, ricordare sempre e fissare chiaramente in memoria i messaggi positivi che ci arrivano. Questi alimenteranno il nostro Auto-Potere in modo permanente, come batterie inesauribili.

Se non l’hai già fatto, inizia a farne una raccolta. Tieni un diario dei messaggi in ingresso, positivi e negativi.

Rileggila ogni tanto, anche nei momenti difficili, ti aiuterà.


Articolo copyright Daniele TrevisaniStudio Trevisani Human Factor Research, anteprima dal volume “Self-Power” in fase di pubblicazione, con contributi dal volume “Personal Energy” e “Il Potenziale Umano“.

Self-Gifting, l’arte di farsi dei regali. Imparare a farsi dei regali e distinguere Self-gifting Puritano da Self-gifting Terapeutico

Imparare a farsi dei regali…. e capire la sottile ma fondamentale differenza tra Self-gifting Puritano e Self-gifting Terapeutico.

Articolo Copyright Daniele Trevisani, estrapolato con modifiche dell’autore, dai volumi “Psicologia di Marketing e Comunicazione” e “Comportamento d’acquisto e comunicazione strategica”, Franco Angeli editore

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Acquisto autogratificativo (self-gifting)

Ripagare se stessi per gli sforzi effettuati è il tema centrale dell’acquisto auto-gratificativo. Poco importa se il livello di sforzo sia stato oggettivamente alto o basso, o se vi sia o meno proporzione tra ricompensa e sforzo. La comprensione del desiderio autogratificativo delle persone è testimoniata dalle numerose pubblicità basate sul tema “te lo meriti”, testimoniato da uno slogan della McDonalds: you deserve a break today (ti meriti una pausa oggi)[1].

L’indulgenza verso se stessi sembra essere un tema dominante. L’oggetto dell’acquisto autogratificativo è molto ampio: ciò che conta è regalarsi qualcosa – prodotti, servizi, emozioni o esperienze.

Come il dono rappresenta una forma di comunicazione verso gli altri, il dono a se stessi rappresenta una forma di comunicazione intrapersonale, utilizzata per rafforzare la propria identità o autostima[2].

Un esempio di tema autoincentivante proviene da questa trascrizione di ricerca[3]:

Ho comprato questa nuova tuta perché avevo perso del peso, e volevo una nuova tuta come incentivo a perderne ancora. Mi ha fatto sentire come…   premiata, e mi ha aiutato a voler andare avanti.

Il self-gifting è legato a specifiche evenienze, tra cui eventi speciali, accadimenti importanti ed atti che in qualche modo cambiano il percorso normale di vita e creano emozioni.


Fig. 28 – Componenti del regalo a se stessi (self-gifting)

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Breve spiegazione delle varie tipologie:

  • Ricorrenze di soglia:  avere raggiunto un livello di lavoro prodotto, o un risultato tale da generare la sensazione di meritare una ricompensa.
  • Ricorrenze legate ad eventi professionali: aumenti di stipendio, di carriera, successo di progetti, conquista di clienti.
  • Celebrazioni di eventi sociali (festività) o personali (anniversari, compleanni).
  • Ricerca di una riduzione dello stress tramite acquisto ludico, compensativo o per svago.
  • Utilizzo di extra budget e risorse impreviste, entrate economiche extra-ordinarie.
  • Utilizzo del self-gifting come strumento di autoincentivazione: premio motivante fissato dal soggetto stesso per spronarsi al raggiungimento di un certo obiettivo.

Mick evidenzia la sostanziale differenza esistente nella cultura statunitense tra self-gifting puritano automotivazionale (funzionale all’obiettivo di achievement, quindi strumento di produttività e moralmente accettabile) dal self-gifting terapeutico (coccolarsi), forma di autoconcessione, meno accettabile socialmente nella cultura calvinista e anglosassone.

Dobbiamo considerare tuttavia che la valenza negativa del self-gifting terapeutico regge maggiormente nelle culture di matrice calvinista (in cui la sofferenza è uno strumento di affermazione) e molto meno nelle culture più auto-concessive – quali quella latina – ove un dono auto-terapeutico non crea problemi sociali per l’immagine di sé.

Sintesi 1: Il Self-Gifting sul piano personale

Impariamo l’arte di farci dei regali! Impariamo a pensare che ci meritiamo regali non solo quando “siamo stati bravi” ma anche e solo per il semplice motivo di esistere e volerci bene!

Impariamo che uno degli errori più madornali che possiamo compiere, l’errore degli errori, è proprio quello di “passare sopra” a eventi o situazioni che meritano invece una celebrazione e un “punto e a capo”. La vita è troppo breve per trascorrerla a rincorrere, rincorrere, rincorrere, senza mai fermarsi a meditare, a gratificarsi, a donarsi tempo e attenzioni, per se stessi.

Con questa attenzione, miglioriamo noi stessi e siamo più pieni di energie anche per gli altri, siamo più in grado di aiutare, una persona debole o depressa, invece, non è utile a nessuno.

 Sintesi 2: Il Self-Gifting sul piano aziendale e nei Team

Principio 14 – Utilizzo della leva di self-gifting in azienda e nei team

Le strategie aziendali legate al self-gifting possono aumentare la propensione d’acquisto tramite meccanismi atti a:

  • ridurre la soglia al di sopra della quale può scattare l’autogratificazione, aumentare il grado di indulgenza verso se stessi; creare comportamenti di autopremiazione non solo in relazione a casi estremi o obiettivi drastici, ma ad un numero superiore di occasioni, e per soglie di valore inferiore;
  • indurre nei soggetti la credenza di un valore supplementare – produttivo, utilitario o terapeutico del self-gifting – per superare le barriere morali e culturali che renderebbero l’acquisto auto-gratificativo poco accettabile;
  • creare nuove ricorrenze di auto-dono durante la giornata, la settimana, il mese, o l’anno, o periodi di vita, affinchè i team imparino a celebrare i propri risultati, con effetti positivi sull’umore e sulle energie del team stesso.

__________


[1] Mick, D. (1991). “Giving gifts to ourselves: A greimassian analysis leading to testable propositions”. Marketing and semiotics. Selected papers from the Copenhagen Symposium. Copenhangen, Handelshojskolens Forlag.

[2] Mick, D.G. e DeMoss, M. (1990). “To Me from Me. A descriptive phenomenology of self-gifts”. Advances in Consumer Research, 17, 677-682.

[3] Mick, D. (1991). Op. cit.

Quanto tempo ti rimane ogni giorno?

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Nelle società evolute calcoliamo quanto tempo rimane per vivere.

….Quanto?

…Dopo aver lavorato per procurare ciò che serve a noi, o alla
famiglia, dopo aver pagato le tasse? Quanto?

….Dopo aver messo
qualcosa da parte per pagare il dentista, o per cambiare la macchina

…quanto ancora?

Calcoliamo quanto tempo “buono” ci rimane dopo una giornata
di lavoro. O siamo invece esausti o troppo stanchi per fare
davvero qualcosa di significativo?

Calcoliamo quante volte durante l’anno abbiamo la sensazione “ohhh sto davvero bene…
e ho del tempo libero… come lo utilizzo?”.

Calcoliamo quantevolte sentiamo di avere tutto il tempo che ci serve o ci sentiamo
in ritardo e presi da urgenza.

Calcoliamo… quanto tempo passiamo in stato di tensione
e quanto in stato di vero rilassamento?
Dopo un rapido calcolo, emerge nella maggior parte delle
persone che in realtà non si vive. Si sopravvive. Si sopravvive
inghiottiti dal ciclo “produci-consuma-muori”.
E andati noi, sotto a qualcun altro. La macchina deve continuare.
O ti adegui a questo, o fai tuoi questi principi che ripeto:
( Fonte: materiali nella dottrina delle forze speciali, sintesi).

1) mai rinunciare alla lotta;
2) mai disperare;
3) mai pensare di aver fatto tutto il possibile;
4) mai arrendersi, tentare ancora.
Nelle società che definire “in via di sviluppo” è sbagliato (se
lo “sviluppo” equivale a decerebrarsi, non è sviluppo), e in generale
nel cosiddetto terzo mondo o nei paesi poveri, la piaga della
fame fisica è una realtà. Nel pianeta terra, oggi, si muore di fame
non per modo di dire, ma di fatto.
La piaga della morte per mancanza di cibo, di acqua, o per
malattie curabilissime, incurabili per mancanza di strutture sanitarie.
La durezza di giornate passate a lavorare per arrivare a sera
distrutti rende anche queste vite puri tentativi di sopravvivenza.
Il nostro sogno comune è l’emancipazione.
L’emancipazione della razza umana da queste condizioni, da
queste culture in cui abbiamo alcune persone sul pianeta in ansia
perché il proprio vicino di attracco nel molo ha preso un yacht più
grande, e altri che devono scegliere a quale figlio dare da mangiare
o quale lasciare morire, o vederli soffrire senza poter fare niente.

L’emancipazione è il momento nel quale ci si sente parte di
un tutto e come un tutto si procede verso uno stato superiore di
benessere, prima di tutto mentale, di pulizia da schemi mentali
distorti che ci fanno sentire male per le stupidaggini e non ci
pongono davanti agli occhi i problemi veri.

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Copyright Daniele Trevisani
Anteprima dal volume Self Power, in pubblicazione, Franco Angeli editore, Milano

Conscio, subconscio ed inconscio nelle scelte di acquisto

Copyright Daniele Trevisani, dal volume “Psicologia di Marketing e Comunicazione“.

Psicologia di marketing e comunicazione di Daniele Trevisani

ALe persone, sia come consumatori singoli che come decisori aziendali (buyer[1]), esprimono nei propri comportamenti tutta la natura umana, in cui subentra, spesso, un versante di irrazionalità e di scelte poco spiegabili.

Forniamo, in via iniziale, una prima tipologia di moventi d’acquisto:

pulsioni conscie: gli impulsi d’acquisto che derivano da valutazioni razionali, consapevoli e quasi-scientifiche della convenienza di acquisto in relazione ad un’analisi accurata dei propri bisogni (personali o aziendali);

  • pulsioni subconscie: gli impulsi d’acquisto che derivano da associazioni inconsapevoli o solo parzialmente consapevoli tra l’atto d’acquisto e l’eliminazione di problemi reali o potenziali. Le pulsioni subconscie sono prevalentemente di natura culturale e ontogenetica (influssi che il soggetto ha subito durante la sua crescita e sviluppo, partendo dalla nascita);
  • pulsioni inconscie: gli impulsi d’acquisto governati da dinamiche non percepite dal soggetto, soprattutto provenienti dalle pulsioni ancestrali, istintuali, genetiche, recondite, le quali agiscono sull’individuo senza che egli stesso ne sia consapevole. Tali impulsi sono prevalentemente dovuti ad aspetti psicobiologici, associati a pulsioni derivanti dalla filogenesi dell’individuo (influssi che derivano dalla storia della specie e dalla sua biologia).

Un esempio di pulsione conscia è dato dalla percezione della necessità di possedere un ombrello se piove molto, o dotarsi di un mezzo di trasporto per raggiungere il lavoro, scegliendo accuratamente tra le diverse alternative esistenti (auto, treno, autobus, bicicletta, ecc..) e valutandone pro e contro razionalmente.

Un esempio di pulsione subconscia avviene durante la scelta di un capo di abbigliamento da parte di un impiegato di banca, nella quale egli a priori – inconsapevolmente – esclude dal campo delle proprie scelte soluzioni tipo babbucce orientali, tuniche africane o perizomi indiani, includendo invece mocassini o abiti “giacca e cravatta” o tuttalpiù maglioni e polo. Il fatto che la scelta avvenga all’interno di un “set mentale” di prodotti occidentali non è  completamente consapevole, e risponde ad esigenze di conformità spesso latenti e subconscie. Per quale motivo plausibile, razionale, un impiegato di banca non dovrebbe recarsi al lavoro in perizoma d’estate quando fa molto caldo? Proviamo ad anticipare le reazioni (dei colleghi, dei clienti) a questo comportamento, e lo capiremo immediatamente. Una pulsione subconscia alla conformità culturale è presente in moltissimi acquisti, senza che i consumatori se ne rendano conto.
Un esempio di pulsione inconscia è dato dal movente per cui un ragazzo maturo, non sposato o fidanzato, decide di recarsi in una palestra. In questa scelta può esistere un desiderio sottostante di aumentare la propria attrattività riproduttiva, ed acquistare maggiori chance di trasmettere i propri geni. Questo movente fisiologico e genetico, di origine animale, può avvenire al di fuori della consapevolezza della persona stessa.


[1] Il termine “buyer” viene utilizzato nel corso del testo per indicare la persona responsabile degli acquisti, o chi comunque assume un ruolo di cliente, acquirente, decisore o controparte rispetto al venditore.

 

Copyright Daniele Trevisani, dal volume “Psicologia di Marketing e Comunicazione“.

 

 

Psicologia del marketing. In pratica, perchè non mi piacciono i sandali “da frate” o gli insetti fritti

Copyright Daniele Trevisani, dal volume “Psicologia di Marketing e Comunicazione“.

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A volte risulta difficile spiegare il comportamento delle persone nella sfera del consumo e del rapporto con i prodotti. Ci animiamo per questioni apparentemente futili (quale film vedere…), ma ci abituiamo a fatti che non dovrebbero lasciarci dormire (es: la produzione di mine antibambino). Un impiegato dedica una vita a far raccolte di tappi di bottiglia, un bambino non va a scuola senza quello specifico zainetto, un operaio non dorme se la sua auto non ha il cerchio in lega leggera cromato a cinque raggi, un manager soffre nell’indecisione su quale quadro alla parete può meglio comunicare la sua immagine all’interno dell’ufficio, ecc… ecc…. I casi umani sono tanti. Ogni persona ha le proprie ansie, paure, speranze, illusioni, e queste si trasferiscono anche nel comportamento di acquisto (e di riflesso, sulle strategie di vendita).

Se dovessimo catalogare in “consapevoli vs. inconsapevoli”, “razionali vs. irrazionali”, “realmente utili vs. futili”, gli acquisti e i comportamenti del consumatore medio, saremmo costretti ad attribuirne buona parte al  secondo tipo: illogico, irrazionale, difficile da spiegare.

Quando si entra nella sfera dei gusti e delle preferenze, esprimere consciamente perché odiamo un certo tipo di scarpe (es.: un adolescente o un adulto che non sopporta i sandali aperti di cuoio “da frate”, pur essendo essi comodi e confortevoli – ricordandogli sensazioni di “sacrificio” e associandolo ad un modo di essere che non sente proprio), un vestito di un certo colore, un’azienda tedesca piuttosto che italiana, vede spesso goffi tentativi di ricerca di spiegazioni.

Quando queste vengono attuate, si dimostrano spesso vere e proprie “azioni di copertura”. In queste azioni, l’individuo si sforza di riportare una coltre di apparente razionalità in scelte altrimenti difficile da spiegare anche a se stessi.

Il grado di consapevolezza delle proprie pulsioni infatti decresce nel passaggio da conscio a subconscio ed inconscio.

Niente e nessuno potrà mai renderti libero quanto un’analisi del perchè qualcosa ti piace e qualcos’altro no. Perchè ti piace la pasta e non gli insetti? Quanti vincoli culturali hai assorbito nella tua vita senza rendertene conto?

  • Perchè ad un matrimonio, comunque sia (magari per non offendere le famiglie dei genitori) non ti vesti in tuta da ginnastica per stare comodo come vorresti?
  • Perchè tanta gente si mette la cravatta pur odiandola, in quanto stringe il collo e soffoca?
  • Perchè non riusciamo a liberarci dalle azioni obbligate culturalmente?

Questa analisi culturale è un modo eccezionale per conoscere se stessi fino in fondo.

Deve essere chiaro che comprendere se stessi non significa solo comprendere la propria psicologia, ma anche e soprattutto la propria personale “cultura semiotica”, cioè cosa noi associamo ai “segni” che ci circondano, ai marchi di prodotti, alle “etichette”, alle “mode” che diventano per molti un vincolo ben più forte della propria stessa personalità.

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Copyright Daniele Trevisani, dal volume “Psicologia di Marketing e Comunicazione“.

Master in Coaching STEP, al via la Terza Edizione

Al via la Terza Edizione dell’Executive Master in Coaching & Mental Training 2014

Scuola accreditata da SicoolInizio 24/25 Maggio – Montegrotto Terme (PD)

lorenzo in aulaIl Master si svolge 1 weekend al mese, si articola attraverso Seminari Tematici (Master Lecture speciali), lezioni su temi di psicologia, comunicazione, crescita personale, lavoro d’aula in sottogruppi, lavori individuali, produzioni di materiali e ricerche.
Prevede inoltre fasi di apprendimento sul tema del colloquio interpersonale e di coaching, la gestione e psicologia delle emozioni e il lavoro sulle dinamiche della bioenergetica con esercizi di Training mentale.

Date del Master (weekend)

  • 24/25 Maggio
  • 21/22 Giugno
  • 19/20 Luglio
  • 26/27/28 Settembre
  • 25/26 Ottobre
  • 22/23 Novembre
  • 19/20/21 Dicembre
2013-05-26-1934Unicità della sessione di Montegrotto Terme: esercizi in acqua. Oltre ad uno staff di 4 docenti Senior, l’ambiente didattico è davvero speciale. Il tutto è infatti arricchito dalla possibilità di realizzare importanti fasi di esercizi di Training mentale piscine termali. Il Master nella sede di Montegrotto – unico nel suo genere – ha la peculitarità di  disporre dell’accesso ad acque termali consentendo esercizi specifici in acqua (esercizi non obbligatori ma sempre estremamente graditi dai partecipanti).

Temi formativi del Master

Oltre ai temi e questioni rilevanti emergenti dalla ricerca in psicologia, comunicazione, potenziale umano, leadership e crescita personale, vengono affrontati ogni anno diversi ambiti professionali tramite seminari tematici (Master Lecture).

Le Master-Lecture 2013/2014

Psicolologia Psicosomatica

Come la mente agisce sul corpo. Quando il corpo si ammala. La salute fisica connessa alla ricerca dello stato mentale ottimale. Le leggi del sonno, del recupero e della rigenerazione fisica e mentale. Alimentazione e psicosomatica. Respirazione, stili di respirazione e lavoro pratico sulla respirazione. Gli stati del sistema nervoso (simpatico e parasimpatico): come riconoscere i segnali di attivazione e intervenire precocemente per riallineare mente e corpo ai nostri desideri e stati ottimali. Potenziare le capacità di attivazione, di rilassamento, di concentrazione.

Bioenergetica applicata

Il principio carica-scarica. Il lavoro di Alexander Lowen e le moderne innnovazioni che derivano dalle contaminazioni olistiche con ginnastica, psicologia, arti marziali, neuroscienze. La connessione tra bioenergetica e ginnastica tradizionale. La connessione bioenergetica arti-marziali. Esercizi pratici di Neo-Bioenergetica applicata. Potenziare il corpo per potenziare la mente.

Comunicazione e Persuasione

Il modello Shannow Weaver e l’esame dei fattori della comunicazione persuasiva. Le Dissonanze. Il modello Tensione-Impulso-Movente-Azione. l modello del Comportamento Pianificato e la modifica delle mappe mentali. Il T-Chart: comprendere la psicologia del tempo per fare leve persuasive efficaci. La comunicazione persuasiva applicata tramite esercizi di ascolto e domande. Esercizi di comunicazione potenziata con tecniche retoriche, di visualizzazione e immaginazione guidata.

Formazione Formatori

I fattori dell’Andragogia: la scienza della formazione degli Adulti. I modelli per la Formazione Attiva. Tecniche di formazione attiva in aula. Tecniche di formazione attiva in outdoor.  Assertività e leadership d’aula. Comunicazione chiara ed efficace. Gestire giochi d’aula ed esercizi. Il lavoro in sottogruppi e il feedback interno ai sottogruppi. La motivazione ad apprendere e lo stimolo motivazionale.

La Comunicazione Assertiva

Cosa vogliamo, cosa non vogliamo. Identificare gli scostamenti tra come siamo e come vorremmo essere. distonie tra identità e immagine. “Tutto parte dalle Energie“: come le Energie condizionano la nostra capacità di comunicare. Imparare ad esprimere i propri bisogni ed esigenze. identificare credenze negative su di sè e sbloccarle. Imparare a dire No di fronte a richieste che distruggono le proprie energie. Imparare a dire Si di fronte alle opportunità. Dare e ottenere quello che si desidera nelle relazioni evitando soprusi e aggressività.

La Leadership e i Team

Dirigere un gruppo. Dare obiettivi. Verificare risultati, comportamenti, atteggiamenti. verificare il proprio stile di leadership. Leading by Principles & Leading by Example. La condivisione dei principli. Il lavoro sulla Memetica del gruppo e sugli stili di pensiero del gruppo. La valorizzazione dei Potenziali Personali e del Potenziale del Team. La comunicazione nel team: come comunica un team ad Alte Prestazioni.

La comunicazione non verbale e i segreti del Body Language

Quando il corpo contraddice le parole. Riconosce le bugie e le dissonanze. Il sistema cinesico e le distanze personali. Il sistema aptico e tattile. La prossemica e gli stili di comportamento non verbale. Le posture. Le sinestesie e congruenze verbali e non verbali. I movimenti del volto e il Facial Action Coding System. I movimenti del corpo. L’espressività corporea.

Comunicazione efficace vs. incomunicabilità

Quando la comunicazione è efficace e quando si genera incomunicabilità i segnali dell’incomunicabilità. Il modello delle 4 distanze (4 Distances Model) per riconoscere i 4 strati dell’incomunicabilità. Il lavoro sui ruoli. il lavoro sui codici comunicativi. Il lavoro sul Common Ground valoriale e la visione del mondo. Il lavoro per creare esperienze condivise e condivisione.

La Psicologia degli Archetipi

Riconoscere il nostro Archetipo dominante. I modelli che ci guidano e ci ispirano. Esame di video e role-playing per imparare a riconoscere gli Archetipi dai comportamenti. Il lavoro di connessione tra Archetipi e Obiettivi Personali. La ristrutturazione dei propri Archetipi e il viaggio di Crescita Personale. Esame di personaggi filmici e vide-spezzoni per potenziare le capacità di riconoscimento. Esercitazioni di sblocco personale.

Specializzazioni

Oltre ai temi didattici comuni inerenti il coaching, sono possibili 3 specializzazioni che vengono espresse nello svolgimento della tesi individuale

  • Sports Coaching
  • Business Coaching
  • Life Coaching
Lo staff docente è frutto di una scelta rigorosa che lo differenzia da molte altre proposte e scuole di coaching: si avvale unicamente di docenti Senior che devono possedere  – ciascuno – almeno 25 anni di esperienza diretta nel campo, oltre alla Laurea  e con comprovate esperienze scientifiche e di ricerca. L’attuale panorama che vede la presenza di una grande varietà di scuole dalle dubbie basi scientifiche ha richiesto questa scelta di fondo. Lo staff attuale è composto da:
  • lorenzo manfredinilorenzo in aula Dott. Lorenzo Manfredini -Psicologo – Psicoterapeuta – Supervisor di Counseling – Giornalista. Con 2 lauree all’attivo (Pedagogia e Scienze Motorie-Isef) è precursore in Italia delle metodologie di Dinamica Mentale già dagli anni pionieristici in cui esse sono emerse, è Direttore di Scuole di Counseling, e formatore di molti attuali protagonisti del mondo del coaching e della formazione in Italia. Coach di Campioni Mondiali in discipline quali apnea, volo a vela e sport estremi. Si occupa attivamente di Psicoterapia ad indirizzo Corporeo e Psicologia Umanistica, sia come pratica personale che cooperando con istituti di ricerca e ricercatori internazionali.
  • Immagine 10  Dott. Daniele Trevisani – Consulente, Formatore, Coach, Scrittore. Autore di Bestseller quali “Potenziale Umano” e “Personal Energy”. Vincitore del premio Fulbright (Governo USA) come miglior ricercatore italiano nelle scienze della comunicazione, è inoltre coach di atleti di livello mondiale inclusi 5 Campioni Mondiali e Interncontinentali in Kickboxing, Boxe e Arti Marziali. Autore di 8 libri editi da Franco Angeli editore, consulente dell’Esercito e della Nato sui temi del fattore umano e di oltre 200 imprese.
  • Cr. Armando Lombardi. Counselor Sportivo -Trainer e Supervisor. Docente di Counseling a Orientamento Corporeo Naturopatico, già Docente a Contratto presso Scuola dello Sport del CONI Centro Olimpico Acquacetosa Roma e Coordinatore Attività Area Psicologica Nazionali Azzurre di Apnea. Trainer di Mental Coaching in Stage con componenti della Nazionale Azzurre di tiro con l’Arco Istintivo; Mental Coach di Atleti Nazionali del Nuoto di GranFondo e con Atleti di Endurance.
  • Dott. Angelo Gemignani. Psicofisiologo dell’Università di Pisa, del Centro Extreme della Scuola superiore Sant’Anna e ricercatore dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr. Opera negli studi inerenti lo stress su settori di confine quali l’esplorazione spaziale, i funzionamenti della mente e le neuroscienze applicate alle performance umane.

La scuola del Master Step aderisce a Sicool (Società Italiana Counselor e Operatore Olistico) e le ore formative del Master sono valide come crediti per il conseguimento dei diplomi previsti dalla Legge 2013 (Operatore Olistico e Counselor).

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Iscrizione

Costo 2013-2014: € 1.500 più iva
Modalità di iscrizione: chi è interessato a ricevere maggiori informazioni può compilare questo form per poi proseguire con un contatto telefonico e un colloquio preliminare.