Rivista Communication Research n. 2-2013 – Psicologia, Coaching, Formazione, Strategie, Potenziale Umano

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È meglio accendere una lampada, che maledire l’oscurità. Lao Tzu

Articoli e concetti per la formazione, il coaching, l’analisi strategica

Storie di Persone non ordinarie

Libri e Bibliografie

Schede servizi

ed inoltre…

  • Immancabile, il “Trovalibri“. Rimane, visto il grande interesse, il form di ricerca sull’intero catalogo di IBS, per tema o autore (clic sull’immagine per aprire la pagina di ricerca)

Selezione dei post più letti

Articoli: Top Posts sul Potenziale Umano

Articoli: Crescita Personale, articoli in evidenza: i post più letti del semestre

Articoli: Area Marketing & Sales

Articoli: Classifica generale Top Articoli e Pagine

Redazione a cura di Medialab Research

Contatti con il Direttore, dott. Daniele Trevisani

  1. Sito web Studio Trevisani Coaching, Potenziale Umano e  Formazione contenente indirizzo email
  2. Linkedin: http://www.linkedin.com/in/danieletrevisani
  3. Facebook https://www.facebook.com/dr.daniele.trevisani
  4. Twitter @dancoaching –Profilo Twitter

Master in Coaching

Master in Coaching, ed. 2

…al via la seconda edizione a Montegrotto Terme (PD) dopo il successo della prima. Iniziano inoltre i preparativi per l’edizione di Milano

Fissate le date per il nuovo ciclo del Master in Coaching & Mental Training accreditato Sicool, aperto a chiunque sia alla ricerca di un percorso serio sul coaching, psicologia, comunicazione, crescita personale:

master 2013-05-25-1929

Date del 2013

28/29 Settembre
26/27 Ottobre
23/24 Novembre
20/21/22 Dicembre

Date del 2014

25/26 Gennaio
22/23 Febbraio
28/29/30 Marzo

foto fraunhofer dan
lorenzo in aulaIl Master si svolge 1 weekend al mese, si articola attraverso Seminari Tematici (Master Lecture speciali), lezioni su temi di psicologia, comunicazione, crescita personale, lavoro d’aula in sottogruppi, lavori individuali, produzioni di materiali e ricerche. Prevede inoltre fasi di apprendimento sul tema delle emozioni e bioenergetica con esercizi di Training mentale.
2013-05-26-1934Unicità della sessione di Montegrotto Terme: esercizi in acqua. Oltre ad uno staff di 4 docenti Senior, l’ambiente didattico è davvero speciale. Il tutto è infatti arricchito dalla possibilità di realizzare importanti fasi di esercizi di Training mentale piscine termali. Il Master nella sede di Montegrotto – unico nel suo genere – ha la peculitarità di  disporre dell’accesso ad acque termali consentendo esercizi specifici in acqua (esercizi non obbligatori ma sempre estremamente graditi dai partecipanti).

Temi formativi del Master

Oltre ai temi e questioni rilevanti emergenti dalla ricerca in psicologia, comunicazione, potenziale umano, leadership e crescita personale, vengono affrontati ogni anno diversi ambiti professionali tramite seminari tematici.

Seminari tematici 2013/2014

Psicolologia Psicosomatica

Come la mente agisce sul corpo. Quando il corpo si ammala. La salute fisica connessa alla ricerca dello stato mentale ottimale. Le leggi del sonno, del recupero e della rigenerazione fisica e mentale. Alimentazione e psicosomatica. Respirazione, stili di respirazione e lavoro pratico sulla respirazione. Gli stati del sistema nervoso (simpatico e parasimpatico): come riconoscere i segnali di attivazione e intervenire precocemente per riallineare mente e corpo ai nostri desideri e stati ottimali. Potenziare le capacità di attivazione, di rilassamento, di concentrazione.

 

Bioenergetica applicata

Il principio carica-scarica. Il lavoro di Alexander Lowen e le moderne innnovazioni che derivano dalle contaminazioni olistiche con ginnastica, psicologia, arti marziali, neuroscienze. La connessione tra bioenergetica e ginnastica tradizionale. La connessione bioenergetica arti-marziali. Esercizi pratici di Neo-Bioenergetica applicata. Potenziare il corpo per potenziare la mente.

 

Comunicazione e Persuasione

Il modello Shannow Weaver e l’esame dei fattori della comunicazione persuasiva. Le Dissonanze. Il modello Tensione-Impulso-Movente-Azione. l modello del Comportamento Pianificato e la modifica delle mappe mentali. Il T-Chart: comprendere la psicologia del tempo per fare leve persuasive efficaci. La comunicazione persuasiva applicata tramite esercizi di ascolto e domande. Esercizi di comunicazione potenziata con tecniche retoriche, di visualizzazione e immaginazione guidata.

 

Formazione Formatori

I fattori dell’Andragogia: la scienza della formazione degli Adulti. I modelli per la Formazione Attiva. Tecniche di formazione attiva in aula. Tecniche di formazione attiva in outdoor.  Assertività e leadership d’aula. Comunicazione chiara ed efficace. Gestire giochi d’aula ed esercizi. Il lavoro in sottogruppi e il feedback interno ai sottogruppi. La motivazione ad apprendere e lo stimolo motivazionale.

 

La Comunicazione Assertiva

Cosa vogliamo, cosa non vogliamo. Identificare gli scostamenti tra come siamo e come vorremmo essere. distonie tra identità e immagine. “Tutto parte dalle Energie“: come le Energie condizionano la nostra capacità di comunicare. Imparare ad esprimere i propri bisogni ed esigenze. identificare credenze negative su di sè e sbloccarle. Imparare a dire No di fronte a richieste che distruggono le proprie energie. Imparare a dire Si di fronte alle opportunità. Dare e ottenere quello che si desidera nelle relazioni evitando soprusi e aggressività.

 

La Leadership e i Team

Dirigere un gruppo. Dare obiettivi. Verificare risultati, comportamenti, atteggiamenti. verificare il proprio stile di leadership. Leading by Principles & Leading by Example. La condivisione dei principli. Il lavoro sulla Memetica del gruppo e sugli stili di pensiero del gruppo. La valorizzazione dei Potenziali Personali e del Potenziale del Team. La comunicazione nel team: come comunica un team ad Alte Prestazioni.

 

La comunicazione non verbale e i segreti del Body Language

Quando il corpo contraddice le parole. Riconosce le bugie e le dissonanze. Il sistema cinesico e le distanze personali. Il sistema aptico e tattile. La prossemica e gli stili di comportamento non verbale. Le posture. Le sinestesie e congruenze verbali e non verbali. I movimenti del volto e il Facial Action Coding System. I movimenti del corpo. L’espressività corporea.

 

Comunicazione efficace vs. incomunicabilità

Quando la comunicazione è efficace e quando si genera incomunicabilità i segnali dell’incomunicabilità. Il modello delle 4 distanze (4 Distances Model) per riconoscere i 4 strati dell’incomunicabilità. Il lavoro sui ruoli. il lavoro sui codici comunicativi. Il lavoro sul Common Ground valoriale e la visione del mondo. Il lavoro per creare esperienze condivise e condivisione.

 

La Psicologia degli Archetipi

Riconoscere il nostro Archetipo dominante. I modelli che ci guidano e ci ispirano. Esame di video e role-playing per imparare a riconoscere gli Archetipi dai comportamenti. Il lavoro di connessione tra Archetipi e Obiettivi Personali. La ristrutturazione dei propri Archetipi e il viaggio di Crescita Personale. Esame di personaggi filmici e vide-spezzoni per potenziare le capacità di riconoscimento. Esercitazioni di sblocco personale.

Specializzazioni

Oltre ai temi didattici comuni inerenti il coaching, sono possibili 3 specializzazioni che vengono espresse nello svolgimento della tesi individuale

  • Sports Coaching
  • Business Coaching
  • Life Coaching

Staff Docente

Lo staff docente ha fatto una scelta rigorosa che lo differenzia da molte altre proposte e scuole di coaching: si avvale unicamente di docenti Senior che devono possedere  – ciascuno – almeno 25 anni di esperienza diretta nel campo, oltre alla Laurea  e con comprovate esperienze scientifiche e di ricerca. L’attuale panorama di scuole compste da improvvisatori e persone senza conoscenze scientifiche ha richiesto questa scelta di fondo. Lo staff attuale è composto da:
  • lorenzo manfredinilorenzo in aulaDott. Lorenzo Manfredini -Psicologo – Psicoterapeuta – Supervisor di Counseling – Giornalista. Con 2 lauree all’attivo (Pedagogia e Scienze Motorie-Isef) è precursore in Italia delle metodologie di Dinamica Mentale già dagli anni pionieristici in cui esse sono emerse, è Direttore di Scuole di Counseling, e formatore di molti attuali protagonisti del mondo del coaching e della formazione in Italia. Coach di Campioni Mondiali in discipline quali apnea, volo a vela e sport estremi. Si occupa attivamente di Psicoterapia ad indirizzo Corporeo e Psicologia Umanistica, sia come pratica personale che cooperando con istituti di ricerca e ricercatori internazionali.
  • OLYMPUS DIGITAL CAMERAdaniele-massacarrara-conferenza-stati-umoraliDott. Daniele Trevisani – Consulente, Formatore, Coach, Scrittore. Autore di Bestseller quali “Potenziale Umano” e “Personal Energy”. Vincitore del premio Fulbright (Governo USA) come miglior ricercatore italiano nelle scienze della comunicazione, è inoltre coach di atleti di livello mondiale inclusi 5 Campioni Mondiali e Interncontinentali in Kickboxing, Boxe e Arti Marziali. Autore di 8 libri editi da Franco Angeli editore, consulente dell’Esercito e della Nato sui temi del fattore umano e di oltre 200 imprese.
  • Cr. Armando Lombardi. Counselor Sportivo -Trainer e Supervisor. Docente di Counseling a Orientamento Corporeo Naturopatico, già Docente a Contratto presso Scuola dello Sport del CONI Centro Olimpico Acquacetosa Roma e Coordinatore Attività Area Psicologica Nazionali Azzurre di Apnea. Trainer di Mental Coaching in Stage con componenti della Nazionale Azzurre di tiro con l’Arco Istintivo; Mental Coach di Atleti Nazionali del Nuoto di GranFondo e con Atleti di Endurance.
  • Dott. Angelo Gemignani. Psicofisiologo dell’Università di Pisa, del Centro Extreme della Scuola superiore Sant’Anna e ricercatore dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr. Opera negli studi inerenti lo stress su settori di confine quali l’esplorazione spaziale, i funzionamenti della mente e le neuroscienze applicate alle performance umane.

La scuola del Master Step aderisce a Sicool (Società Italiana Counselor e Operatore Olistico) e le ore formative del Master sono valide come crediti per il conseguimento dei diplomi previsti dalla Legge 2013 (Operatore Olistico e Counselor).

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Iscrizione

Costo 2013-2014: € 1.500 più iva
Modalità di iscrizione: chi è interessato a ricevere maggiori informazioni può compilare questo form per poi proseguire con un contatto telefonico e un colloquio preliminare.

In alternativa, è possibile scrivere direttamente al dott. Daniele Trevisani nell’indirizzo visibile al sito www.studiotrevisani.it – sarà nostra cura rispondere al più presto.
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Approfondimento sulle metodologie e aree di studio del Master in Coaching
L’edizione di Montegrotto Terme offre la pecualirità unica in Italia di realizzare esercizi di coaching speciali, sulle emozioni e sulla bioenergetica in ambienti acquatici, e specificamente in acque termali, sotto la guida di trainer esperti in attività acquatiche (Scuola Nazionale di Apnea) per esplorare dinamiche di respirazione, rilassamento, controllo emotivo e corporeo. Le attività in acque termali non sono obbligatorie ma sempre estremamente gradite e fonte di gratificazione in quanto generano un forte benessere psicofisico.
Edizione di Milano. Chi non possa partecipare all’edizione di Montegrotto Terme (PD) e sia interessato all’edizione di Milano in preparazione, può specificarlo nel Form per essere contattato non appena essa sarà fissata definitivamente.
L’edizione di Montegrotto Terme (PD), estremamente collaudata, si avvale inoltre della possibilità di fruire delle splendide strutture termali dell’hotel convenzionato, dotato di thermarium e ristorante, e soprattutto piscine con acque calde termali interne ed esterne.

Elenco di tutte le arti marziali mondiali (Wikipedia, al 2013)

Questo elenco contiene il link ad ogni disciplina, per approfondirne la storia e rende l’idea della grande varietà di questo mondo e delle tante culture che lo compongono. Può non contenere alcune discipline di nicchia o nuove creazioni ancora non codificate in modo ufficiale ma comunque praticate nel mondo.

Arti marziali africane

Camerun

Egitto

Kenya

Madagascar

Senegal

Sudafrica

Sudan

Altre arti marziali africane

Arti marziali asiatiche

Arti marziali cinesi (中國武術)

I centinaia di differenti stili di arti marziali cinesi sono chiamate collettivamente Kung-fu (功夫), Wu-shu (武術), Kuo-shu (國術), o Quan-Fa (拳法) a seconda delle persone o gruppi di esse che le praticano.

Indonesia

Arti marziali indiane

Arti marziali giapponesi (日本武芸)

(vedi anche budo, koryu budo and gendai budo)

Okinawa

Arti marziali coreane (韓國武術)

Mongolia

Borneo

Myanmar

le arti marziali Burmese sono collettivamente chiamate thaing

Cambogia

Laos

Tibet

Malesia

Filippine

Troppe per elencarle qui; controlla la lista degli stili eskrima. La maggior parte delle arti marziali native sono derivati dell’Eskrima. Le altre arti che sono state importate recentemente o anche create o che son qualcosa di diverso sono:

Samoa Orientali

Singapore

Sri Lanka

Taiwan

Thailandia

Arti marziali vietnamite

 

Uzbekistan

Arti marziali europee

Danimarca

Finlandia

Francia

Germania

Grecia

Gran Bretagna

Irlanda

Islanda

  • Glima o lotta islandese

Italia

Norvegia

Olanda

Portogallo

Polonia

Russia

Scozia

Serbia

Spagna

Svezia

Svizzera

Ungheria

Arti marziali mediorientali

Iran

Israele

Turchia

Arti marziali sudamericane

Argentina

Bolivia

Brasile

Cile

Colombia

Ecuador

Perù

Venezuela

Arti marziali nordamericane

Canada

U.S.A.

Hawaii

Messico

Costa Rica

Cuba

Haiti

Porto Rico

Altre arti marziali

 

Portale Sport: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di sport

Elenco di tutte le arti marziali mondiali (Wikipedia)

libro per il mental coaching nelle arti marziali e crescita personale

Un libro che piace molto a chi pratica arti marziali e sport di combattimento perchè ne cattura l’essenza riportandola alle azioni e sfide della vita di tutti i giorni, a casa, nelle aziende, nelle relazioni umane. In ogni contesto di vita, le arti marziali hanno tanto da insegnare a tutti.

Molto del lavoro sulle Arti Marziali è frutto di 30+ anni di pratica personale attraverso discipline diverse, come Maestro, e in seguito come Mental Coach di agonisti di tante discipline.

Per chi dirige invece Team Marziali e Agonistici negli Sport di Combattimento, il volume Team Leadership e Comunicazione Operativa parla esattamente di come valorizzare le capacità individuale, creare spirito di squadra, stare attenti alle componenti emotive del team e creare comunicazioni interne di qualità, per arrivare ad un team nel quale le persone ne escano accresciute, migliorate, prima di tutto come persone e non solo come praticanti di arti marziali o sport da ring. copertina_team_leadership_comunicazione_thumb

Ma cosa caratterizza il mondo delle arti marziali, quanto è vasto?

Questo elenco – a seguire – di Arti Marziali e Combat contiene il link ad ogni disciplina, per approfondirne la storia e rende l’idea della grande varietà di questo mondo e delle tante culture che lo compongono. Può non contenere alcune discipline di nicchia o nuove creazioni ancora non codificate in modo ufficiale ma comunque praticate nel mondo.

Altre risorse su:

Arti marziali africane

Camerun

Egitto

Kenya

Madagascar

Senegal

Sudafrica

Sudan

Altre arti marziali africane

Arti marziali asiatiche

Arti marziali cinesi (中國武術)

I centinaia di differenti stili di arti marziali cinesi sono chiamate collettivamente Kung-fu (功夫), Wu-shu (武術), Kuo-shu (國術), o Quan-Fa (拳法) a seconda delle persone o gruppi di esse che le praticano.

Indonesia

Arti marziali indiane

Arti marziali giapponesi (日本武芸)

(vedi anche budo, koryu budo and gendai budo)

Okinawa

Arti marziali coreane (韓國武術)

Mongolia

Borneo

Myanmar

le arti marziali Burmese sono collettivamente chiamate thaing

Cambogia

Laos

Tibet

Malesia

Filippine

Troppe per elencarle qui; controlla la lista degli stili eskrima. La maggior parte delle arti marziali native sono derivati dell’Eskrima. Le altre arti che sono state importate recentemente o anche create o che son qualcosa di diverso sono:

Samoa Orientali

Singapore

Sri Lanka

Taiwan

Thailandia

Arti marziali vietnamite

Uzbekistan

Arti marziali europee

Danimarca

Finlandia

Francia

Germania

Grecia

Gran Bretagna

Irlanda

Islanda

  • Glima o lotta islandese

Italia

  • Kenjitsu Hasakido Shuhari
  • Newfight
  • Scherma tradizionale italiana
  • Pugilatus caestis
  • Kick jitsu
  • Lotta gladiatoria (nell’antichità romana, vedi anche elenco delle categorie di gladiatori romani)
  • Lotta campidanese
  • Luctatio
  • T’Ien Shu
  • Sa strumpa
  • Kombo
  • Scherma col bastone da passeggio italiano o canna italiana
  • arti marziali di bastone italiane
  • Gambetto genovese (forma di lotta)
  • Tecniche italiane di coltello
  • Daoshi Bushido (Holistic MMA as Human Potential Research). A Discipline focusing on the merge of Mental Training and Fighting Skills, developed by Master Daniele Trevisani. It divides into internal techniques (Personal Energy) based on slow movements, and external approaches based on fighting drills from 15 different combat styles. The aim is that of preparing athletes on their full Human Factor Spectrum, or bringing new approaches to the training of Special Forces, Safety and Security, Risk Management, and also in Mental Training for managers, leaders and Team Commanders, in increasing mental skills during difficult operations.
  • Nova Scrimia. In Italy, UK, USA and Mexico, one of the main organization teaching Italian Martial Arts from the documented period that goes from the XV century to the XX century is Nova Scrimia. Nova Scrimia promotes the teaching of the Italian School of Fencing and Swordmanship, starting as described by Master Fiore dei Liberi in his 1410 treatise Flos Duellatorum in Armis et sine Armis, also known as “Fior di Battaglia” (The flower of Battle), and followed by either the rich and uninterrupted literature of Italian fencing, and by the direct teachings and lineage of the Italian fencing Masters of dueling, self defense and sport combat fencing methods and schools (swords, sticks, daggers/knives, unarmed). The curriculum is divided into modern methods and historical schools, both are studied and practiced for contemporary applications and current use in competitive fighting, dueling and defense. The methods include the use of medieval and renaissance swords, one and half hand sword (spada una mano e mezzo), side sword (spada da lato), the rapier (la striscia), the duelling sabre (spada e sciabola da duello o da terreno), venetian and bolognese dagger styles, short range fencing, different staff and stick fighting methods, Venetian Cornoler stick fighting and hand-to-hand combat (based on grappling and striking methods, ancient boxing and wrestling methods and free hand fencing). All these fencing methods are always characterized to be a “scherma accompagnata”, meaning a kind of fencing that always actively uses both hands, with or without a weapon (sword and dagger, two swords, sword and buckler, sword and cape, dagger and cape, two sticks, two daggers, etc.) and in any case it always makes use of the unarmed hand in an active fencing strategy, as if it is a second weapon, a typical characteristic of the Italian school of fencing. All methods, united by the same framework of the art and science of fencing, are practiced for combat and for self defense. Nova Scrimia is a research group that started unofficially in 1990 and was founded officially in 1999 in Italy. The founder group (or brotherhood) was enriched over time by experts, professionals and passionate people with different expertise: academic, scientific or historical background and curricula; people who brought and contributed with different Italian fencing traditions, people with solid different martial art curricula. Nova Scrimia Research Group is a collective and collegial work developed to preserve, protect, promote and actualize the Italian Martial Art tradition. Nova Scrimia Italian Martial Art school is based on: preserving the specific fencing principles (like geometry, anatomy and physics); following the science of fencing evolved in Italy and the efficacy of the Art collected and transmitted by the teaching over centuries of experience in duels and battles; maintaining the specific Italian attitude and culture of the dueling and of the fighting that characterize the Art; and finally adapting, at the same time, to the needs, knowledge, culture and technology of the present time.

Norvegia

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Arti marziali mediorientali

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Arti marziali nordamericane

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Altre arti marziali

Arti Marziali: Approfondimento Culturale

Con arte marziale si intende un insieme di pratiche fisiche, mentali e spirituali legate al combattimento. Originariamente utilizzate per aumentare le possibilità di vittoria del guerriero in battaglia, oggi sono una forma di percorso di miglioramento individuale e di attività fisica completa oltre che difesa personale.

Il termine è entrato nell’uso comune agli inizi degli anni sessanta quando vennero introdotte in occidente le arti marziali orientali e talvolta viene associata solo a queste ed in particolare alle arti marziali cinesi, giapponesi e coreane. In realtà già dal 1500 i sistemi di combattimento in Europa venivano definiti in questo modo, un manuale inglese di scherma del 1639 in particolare lo utilizzava riferendosi specificatamente alla “scienza e arte” del duello di spade, facendolo derivare dal latino poiché “arte marziale” significa letteralmente “arte di Marte“, il dio romano della guerra.[1]

Oggi, le arti marziali vengono studiate per varie ragioni: ottenere abilità di combattimento, autodifesa, sport, salute fisica e forma di ginnastica, autocontrollo, meditazione, responsabilizzazione sull’uso della forza, acquisire confidenza col proprio corpo, sicurezza nelle proprie capacità e consapevolezza dei propri limiti. A questo scopo in Giappone e in Cina, si pratica il taiso un particolare tipo di allenamento associato alla preparazione atletica di chi pratica arti marziali. Alcune arti marziali sono considerate “tradizionali” e sono legate ad uno sfondo etnico, religioso o culturale, mentre altre sono moderni sistemi sviluppati da un fondatore o da un’associazione.

Varianti e scopi

Esiste una grande varietà di arti marziali sviluppate in luoghi e periodi molto diversi tra loro. In generale, esse condividono un obiettivo comune: sconfiggere fisicamente una persona, o difendersi da un’aggressione fisica. In molte arti marziali, l’apprendimento va al di là dell’abilità di combattimento, includendo l’accrescimento delle capacità fisiche e mentali.

Le arti marziali possono essere suddivise sulla base di vari criteri, fra i quali:

Una caratteristica comune delle arti marziali è la codifica di tecniche di combattimento. Un metodo tradizionale di insegnamento, soprattutto nelle arti marziali dell’Asia orientale, è la “forma” (in cinese: lu 路, in giapponese: kata 型). Questa è una sequenza di tecniche prestabilite da eseguire contro uno o più avversari immaginari; in alcune discipline sono presenti forme in cui due o più praticanti si affrontano.

In generale, nei vari sistemi di combattimento si utilizzano una o più delle seguenti tecniche: tecniche di mano (pugni, mano aperta, gomiti), tecniche di gamba (calci, ginocchia), prese, proiezioni, leve articolari, pressione su punti vitali, armi.

Per focalizzazione tecnica

Disarmato

Le arti marziali a mano nuda possono essere raggruppate in quelle che si focalizzano sull’uso di colpi e quelle lottatorie, oltre che quelle che coprono entrambi i campi (spesso all’interno del contesto delle arti marziali ibride).

Percussioni

Lotta

Armato

Le arti marziali tradizionali che allenano il combattimento armato spesso includono un largo spettro di armi bianche, fra cui spade e armi inastate. Queste tradizioni si ritrovano soprattutto in arti come eskrima, silat, Kalarippayattu, kobudo e scherma tradizionale, specialmente quelle del rinascimento italiano e del rinascimento tedesco. Varie forme di arti marziali cinesi includono armi come parte del loro curriculum.

A volte, allenarsi con un’arma specifica può essere considerato uno stile di arti marziali di suo. Questo accade soprattutto nelle arti marziali giapponesi con discipline come il kenjutsu (spada), il bojutsu (bastone) o il kyudo (arco). Similarmente, le arti marziali occidentali e gli sport da combattimento includono le discipline della scherma moderna e sistemi di combattimento col bastone come la canne de combat o il singlestick, nonché il tiro con l’arco.

Per applicazione o intento

Discipline orientate al combattimento
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Sport da combattimento e Difesa personale.

Nelle arti marziali occidentali, l’obiettivo principale è sempre principalmente la sconfitta di un avversario, soprattutto il suo annientamento per sopravvivere in un contesto di difesa personale o in uno scontro armato in un campo di battaglia, ma anche la semplice dimostrazione di superiorità tramite un duello, all’arma bianca (scherma tradizionale) o a mani nude (“noble art of self defense”[2][3]). Con lo sviluppo delle armi da fuoco e la regolamentazione di leggi sui diritti civili che limitavano o condizionavano certe pratiche, le arte marziali in occidente si sono gradualmente trasformate in particolari sport da combattimento (come la scherma sportiva, la lotta olimpica o il pugilato) oppure sono riemerse con la connotazione dei cosiddetti “metodi” o “sistemi” difesa personale (come Kaisendo, CQB, krav maga, combatives, kepap, hashita, wilding o sambo) per far fronte a esigenze di autodifesa in un contesto urbano o per scontri da strada.

Le arti marziali orientali in genere considerano il confronto fisico giustificabile solo come mezzo di difesa. Molte di loro per contrappeso possono risultare connesse anche con la religione e la spiritualità. Numerosi sistemi sono stati fondati o diffusi o praticati da vari tipi di monaco, per esempio. Per esempio, il gatka è un’arte marziale armata creata dai sikh della regione del Punjab, mentre la casta dei Kshatriya hanno un’altra loro corrispettiva arte marziale chiamata Shastar vidya. Gli stili giapponesi, quando si preoccupano delle qualità non fisiche del combattimento, vengono influenzate fortemente dalla filosofia zen. Concetti come “mente vuota” o “mente del principiante” sono ricorrenti. L’Aikido, per esempio, può avere una forte connotazione filosofica sul flusso dell’energia e sullo scaturire della pace, come idealizzato dal suo fondatore Morihei Ueshiba. Le arti marziali coreane pongono enfasi sullo sviluppo filosofico e spirituale del praticante. Un tema ricorrente in molti stili coreani, come il taekkyeon e il taekwondo, è il valore della “pace interiore” in un praticante, raggiungibile solo tramite la meditazione individuale e l’allenamento.

La disciplina russa del Systema mostra tecniche di respirazione e rilassamento, come elementi del pensiero della chiesa ortodossa russa, per raggiungere la consapevolezza di sé e la calma interiore, oltre che per rendere beneficio al praticante secondo vari livelli: fisico, psicologico e spirituale.[4]

Molte arti marziali, soprattutto asiatiche, includono nel loro insegnamento anche pratiche di medicina tradizionale. Questo è prevalente soprattutto nelle arti marziali indiane tradizionali che possono insegnare varie forme di medicina indiana tradizionale.[5] Le arti marziali tradizionali cinesi insegnano alcuni aspetti della medicina tradizionale cinese come il qigong, l’agopuntura, e l’agopressione.

Alcune arti marziali in varie culture possono essere praticate in una forma simile alla danza per varie ragioni, come per evocare la ferocia in preparazione della battaglia o come dimostrazione di abilità in una maniera stilizzata (quest’ultimo motivo fa sì anche che varie arti marziali si concentrino sull’esecuzione di forme o su coreografie). Alcune discipline incorporano musica, soprattutto percussioni ritmiche.

Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Danza di guerra.

Storia e diffusione

La storia delle arti marziali è a doppia faccia, una militare ed una sportiva, a loro volta derivanti dalle esigenze più primordiali degli insediamenti umani e cioè la caccia e la difesa del territorio. Esse definivano rispettivamente il rapporto dell’uomo con l’ambiente e con altri uomini. In entrambi i casi, privo di armi naturali obiettivamente pericolose, l’uomo dovette ricorrere allo sviluppo tecnologico per la sopravvivenza.[6]

La storia delle arti marziali di tutto il mondo è complessa. Molti gruppi di persone hanno avuto bisogno di difendersi in qualche momento e hanno per questo sviluppato tecniche di combattimento. Sebbene queste tecniche di combattimento si siano rivelate col tempo obsolete, soprattutto con l’avvento delle armi da fuoco, le arti marziali sono sopravvissute. Questo è in parte dovuto all’importanza culturale che le arti marziali hanno rivestito in determinate aree, e in parte alle loro funzioni di ginnastica e allenamento fisico e mentale; altri motivi sono l’applicazione sportiva che alcune di queste hanno assunto col tempo, e l’utilizzo che ne viene fatto nell’addestramento militare di alcuni paesi.

Arti marziali in Asia orientale

Praticare arti marziali è ancora un’usanza molto diffusa in Cina
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Arti marziali cinesi, Arti marziali coreane e Arti marziali giapponesi.

La scarsa presenza di fonti storiche riguardanti le arti marziali in Asia non ci permette di stabilire con esattezza la nascita e l’evoluzione di queste arti. Si sa però che la maggior parte di esse deriva per lo più da alcune tecniche di lotta della Cina del nord sviluppatesi durante la dinastia Zhou (XI-III secolo a.C.). Da queste prese forma una serie di tecniche di combattimento che già allora erano considerate un’arte e che durante la dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.) venivano chiamate Chi Ch’iao, che significa “abilità e talento”, o Shou Po, ossia “mano che colpisce a pugno”.

Le tecniche di lotta diffuse in Cina entrarono in contatto con i principi filosofici del Buddhismo Chán intorno al VI secolo d.C.; questo incontro si fa tradizionalmente risalire all’arrivo del leggendario monaco Bodhidharma nel tempio di Shaolin, anche se questo avvenimento si confonde con la leggenda. I principi filosofici del buddhismo influenzarono moltissimo le arti marziali in Cina e in Giappone, elevandole da semplici metodi di combattimento ad arti per la ricerca della perfezione fisica e spirituale. Con la successiva diffusione di queste elaborate arti marziali per tutta la Cina, avvenne una gran differenziazione dovuta all’incontro con altre filosofie come il Taoismo e il Confucianesimo e alle condizioni geografiche in cui andarono a svilupparsi. Fu forte l’influenza che queste arti marziali provenienti dalla Cina ebbero sulle nascenti arti marziali nel resto dell’Asia.

L’insegnamento delle arti marziali in Asia ha storicamente seguito il tradizionale principio insegnante-discepolo, comune ad ogni tipo di apprendimento. Gli studenti apprendono attraverso uno stretto sistema gerarchico al cui vertice sta il maestro:

  • Sensei (先生?) in giapponese;
  • 老師S, lǎo shīP, Lao ShihW, letteralmente “vecchio maestro” o 師傅S, Shī fuP, Shih fuW, letteralmente “maestro padre” in cinese;
  • Sah Bum Nim (사범님?) in coreano;
  • Guru (गुरू) in hindi;
  • Kallari Gurukkal in malayalam dell’India meridionale.

In alcune arti marziali influenzate dal confucianesimo, gli studenti più anziani sono considerati come fratelli e sorelle maggiori, quelli più giovani come fratelli e sorelle minori. Tali intime relazioni servono per formare un buon carattere, pazienza e disciplina.

Nella tradizione di alcune arti marziali gli studenti devono ricevere una certificazione da un maestro che gli permette di continuare negli studi; in altri sistemi, specialmente in Cina, lo studente non riceve alcuna certificazione rimanendo semplicemente per anni sotto la continua guida e valutazione di un maestro. Questa pedagogia, che è ancora preservata e rispettata in molti stili tradizionali, si è indebolita a vari gradi in altri ed è stata completamente rifiutata da alcune scuole, soprattutto in occidente.

In occidente l’interesse per le arti marziali dell’Asia orientale è iniziato alla fine del XIX secolo, a causa dell’incremento degli scambi commerciali tra l’America e Cina e Giappone. Le prime dimostrazioni di arti marziali erano fatte da asiatici negli spettacoli vaudeville, e questo le rese, agli occhi degli occidentali, mere esibizioni drammatiche. Con la permanenza in Giappone di molti militari statunitensi dopo la Seconda guerra mondiale, cominciò l’adozione in occidente di alcune tecniche e poi successivamente dell’intero sistema delle arti marziali, e dagli anni sessanta arti giapponesi come il karate e il Jūdō divennero molto popolari. Allo stesso modo, con la guerra in Corea, l’esercito statunitense ebbe la possibilità di scoprire la principale arte coreana, il Taekwondo, e farla conoscere in occidente. Dagli anni settanta il cinema di Hong Kong cominciò ad interessarsi alle arti marziali cinesi (lì fu coniato il termine Kung-fu per queste arti), soprattutto grazie alle grandi capacità dell’attore Bruce Lee, inventore del Jeet Kune Do, sulla base degli insegnamenti del maestro Yip Man nello stile da combattimento Wing Chun, il quale contribuì enormemente alla diffusione del genere dapprima negli USA e successivamente nel resto del mondo. Già dagli anni ottanta i film di kung fu divennero un grande successo anche ad Hollywood.

Anche in altre regioni dell’Asia si sono sviluppate complesse arti marziali che a loro volta si suddividono in svariati stili, che sono molto meno noti in occidente. Tra esse va citata lo sport da combattimento thailandese denominato Muay Thai noto per via di alcune pellicole cinematografiche (come Ong Bak). In Indonesia si trovano un gran numero di arti che vanno sotto il nome di Silat, tra cui il Kateda e il Sindo. In India si trova la complessa arte del Kalarippayattu, in Malesia il Kuantao, in Vietnam i più noti Vovinam Viet Vo Dao e Thuật Cổ Truyền Việt Nam (tra cui Lam Sơn võ đạo, Hóa Quyền Đạo- Phakwondo, Bình Định, Tây Sơn, Hồng Gia Việt Nam, Nhat-Nam, Sa Long Cương). È difficile stabilire le origini di queste arti, che alcuni ritengono siano nate in questi luoghi, ma che hanno molti aspetti in comune con le più antiche arti provenienti dalla Cina, ad eccezione delle arti marziali indiane che sembrano essere ancora più antiche, o delle arti marziali malesi, indonesiane e filippine (Kali, Arnis, Eskrima) che hanno effettivamente una discendenza diversa, soprattutto indiana ed araba pur avendo successivamente assorbito anche dalle arti cinesi con le quali sono venute in contatto.

Arti marziali in Europa

Il pugilato era praticato già nell’Antica Grecia

Il manoscritto MS I.33, datato circa al 1290, mostra scherma con spada e brocchiero.
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Arti marziali europee.

Alcune forme di arti marziali erano già presenti nelle civiltà classiche europee. Nell’antica Grecia lo spirito di combattimento faceva parte dello stile di vita e il pugilato (pygme, pyx), la lotta (pale) e il pancrazio (pankration, da pan che significa “tutto” e kratos che significa “forza”) erano fra le forme di competizione olimpiche più apprezzate. A Roma erano praticate tecniche di pugilato derivanti dal pancrazio e nelle arene si scontravano gladiatori alle volte in combattimenti marziali.

Alcune forme di scherma tradizionale (quelle forme di scherma nate prima delle tre classiche armi da scherma inserite nei giochi olimpici moderni) sono sopravvissute, e molti gruppi stanno lavorando per ricostruire le antiche arti marziali europee. Il processo di ricostruzione avviene attraverso lo studio di dipinti e di rappresentazioni di diagrammi di movimento. Questo è comunque insufficiente a carpire la dinamica di un’arte marziale, e diventano necessari sperimentazioni pratiche. In genere le persone addette alla ricostruzione di un’arte marziale sono esperte anche in un’altra simile che abbia ancora una tradizione viva, dalla quale attingono principi comuni a entrambe.

Molte delle arti marziali praticate in Europa divennero presto obsolete con l’avvento delle armi da fuoco. Alcune come il pugilato, la lotta, la scherma sono sopravvissute divenendo sport. Anche in Italia c’erano diversi tipi di arti marziali, soprattutto quelle legate all’utilizzo di uno o due bastoni, spesso di lunghezze differenti, dato che non era spesso permesso a chi non era nobile di portare la spada. Un esempio sono il bastone genovese, il bastone pugliese o quello siciliano. Quest’ultimo, oggi denominato Liu Bo, era utilizzato prevalentemente dai ceti più poveri per autodifesa, ad esempio contro i briganti durante la dominazione borbonica, ed è ancora praticato. Arti marziali senza armi che sono sopravvissute sino ad oggi includono il pugilato inglese, la lotta olimpica, il savate francese, s’istrumpa sarda. Alcuni sistemi con armi sono sopravvissuti come sport tradizionali e come metodi di autodifesa, e sono ad esempio il Jogo do Pau del Portogallo, e il Juego del Palo delle isole Canarie.

Altre tecniche di arti marziali sono diventate sport a cui noi non diamo più un valore combattivo, tra queste ci sono alcuni esercizi ginnici come il cavallo con maniglie che simula la necessità di un cavaliere di cambiare posizione e di combattere sul dorso di un cavallo. Origini più antiche sono per il getto del peso e il tiro del giavellotto, entrambe armi usate specialmente dai romani, e le tecniche di Scherma moderna nelle sue tre specialità: Fioretto, Spada e Sciabola.

Arti marziali nelle Americhe

I popoli nativi del Nord America avevano i loro addestramenti marziali che cominciavano sin dall’infanzia. Molti nativi americani si consideravano guerrieri e si allenavano con archi, coltelli, lance, asce e mazze da guerra. Queste ultime erano considerate le armi marziali più nobili, con le quali si disputavano i duelli. I guerrieri acquistavano le loro abilità nell’arco e nella mazza per tutta la loro vita. Secondo le testimonianze storiche più recenti, dimostrarono un’impressionante abilità nell’uso delle mazze da guerra, tanto da essere paragonati ai maestri di spada europei.

Se si escludono le arti di combattimento degli indigeni americani, nel Nord America sono state principalmente importate quelle europee in seguito alla colonizzazione (come la boxe, la scherma e la lotta), e più tardi quelle asiatiche che hanno avuto una notevole diffusione e sviluppo nel XX secolo. Fa eccezione il jeet kune do, lo stile di combattimento elaborato dal celebre artista marziale e attore Bruce Lee. Sebbene fosse considerato dal suo stesso inventore un “non stile”, il jeet kune do possiede tecniche e strategie di combattimento proprie. Questo sistema di combattimento si distingue principalmente per il background tecnico essenziale e per essere caratterizzato da movimenti molto fluidi e adattabili. Bruce Lee si ispirò ai principi del pugilato e della scherma ed in piccola misura al wing chun e ad altri stili di combattimento cinesi. Il jeet kune do è principalmente un’arte di combattimento da strada basata sull’attacco e sul contrattacco che mette al primo posto il principio dell’intercettazione.

Nell’America meridionale la più famosa e diffusa arte marziale è la Capoeira, creata dagli immigrati africani in Brasile intorno al XVI secolo. Per evitare di essere puniti dai padroni, gli schiavi neri che praticavano la Capoeira la dissimulavano in una danza. Col tempo questi due aspetti si sono uniti formando un’arte che è a metà tra un ballo acrobatico e una tecnica di combattimento. Un’altra arte marziale di origine brasiliana è il Ju jitsu brasiliano: è lo sviluppo, principalmente ad opera di Carlos ed Hélio Gracie, degli insegnamenti di jiu-jitsu impartiti dal Diplomatico e Maestro Mitsuyo Maeda durante la sua permanenza in Brasile. A metà del secolo scorso ha avuto inizio la diffusione del Vale Tudo.

Arti marziali in Africa

Il Moraingy è un’arte marziale tradizionale del Madagascar che ha avuto origine nella costa occidentale dell’isola durante la dinastia Maroseranana (16751896) del regno dei Sakalava, che con il tempo si è diffusa in tutto il Madagascar e nelle vicine isole Riunione, Comore, Seychelles e Mauritius.[7]

Sondaggio sulle Discipline Marziali o Combat praticate (sono possibili più risposte)

Quali discipline marziali o combat pratichi o hai praticato? E’ possibile fornire più risposte. L’ordine di presentazione delle discipline è casuale, varia di volta in volta ad ogni presentazione del sondaggio, automaticamente, per evitare di dare priorità ad una o altra disciplina.

Coaching Mentale Dinamico e Alfagenico, in sintesi estrema….

….molti mi chiedono in cosa consista il Coaching Mentale per gli agonisti, lo spiego con grandissima sintesi:

Training Mentale Dinamico = reattività, riflessi, percezione aumentata, potenza nel colpo, lucidità tattica in combattimento, potenza fisica

Training Mentale Alfagenico = rilassamento, concentrazione, padronanza emotiva, ampiamento della coscienza, potenziamento tramite ipnosi e stati di trance, benessere emotivo e fisico

Dott. Daniele Trevisani

Il Manuale “Preparazione atletica e riabilitazione” di Davide Carli et al.

E’ finalmente disponibile il più completo manuale sulla preparazione atletica mai scritto in Italia. Il volume Preparazione atletica e riabilitazione. Fondamenti del movimento umano. Scienza e traumatologia dello sport, principi di trattamento riabilitativo.  (Click qui per la scheda libro sul IBS per acquisto online)

Libro Preparazione atletica e riabilitazione

Scritto da Davide Carli, con un contributo di Daniele Trevisani per la sezione sul Training Mentale per gli Sport di Combattimento.

Descrizione (fonte: IBS)

Questo non è un semplice manuale. È una summa di tutto il sapere che il perfetto preparatore atletico deve necessariamente avere a propria disposizione. “Preparazione atletica e riabilitazione. Fondamenti del movimento umano, scienza e traumatologia dello sport, principi di trattamento riabilitativo” è un’opera corposa che nasce da un’attenta analisi delle esigenze e dagli interrogativi che quotidianamente vengono posti dalla popolazione sportiva. Il testo in particolare illustra l’interazione esistente tra la scienza medica e la preparazione atletica, due mondi strettamente connessi tra loro. Nella prima parte del volume si affronta in breve la fisiologia del corpo umano. Dall’analisi delle principali leggi della contrazione muscolare si entra nel mondo della chimica per spiegare il funzionamento dei sistemi energetici che mettono in movimento i muscoli. Poiché il corpo umano è sì una macchina capace di correre veloce e andare lontano, ma non è esente da guasti o incidenti, la seconda parte del volume prende in esame il delicato argomento dell’infortunio. Le cause (l’importanza della prevenzione), le principali patologie, la fase della riabilitazione. L’ultima sezione del libro infine analizza tutti quegli aspetti che un buon preparatore atletico deve conoscere per far funzionare nel modo migliore la propria palestra.

 

Il confronto con se stessi… Simona si racconta

Tratto da un intervista su BoxeRingWeb.it a Simona Galassi Campionessa d’Europa …… Ps. dovete sapere che Simona Galassi, a 41 anni, e dopo 2 pesanti sconfitte che ne davano per finita la carriera con la perdita del titolo di Campione Mondiale di Boxe, ha deciso di risalire la china e ripartire prima dal Titolo Italiano e poi dal Titolo Europeo, contro ogni previsione, contro ogni cosiglio, in una battaglia epica contro il tempo e il destino… – E sta ricominciando a vincere. Sino alla riconquista del titolo Europeo di pochi giorni orsono. Un fenomeno seguito dagli scienziati dello sport e dagli psicologi sportivi di tutta Europa
Simona-Galassi-41_image_gallery
Dopo quindici anni ad alto livello dovresti
conoscere la Boxe come pochi. Come
definiresti questo sport?
“E’ un confronto con se stessi. E’ un mettersi
continuamente a nudo, conoscersi
profondamente. Nella boxe non puoi
prenderti in giro. In molti dicono che tutto si
risolve in una sfida sul piano fisico.
Sbagliano di grosso. Il pugilato è soprattutto
un confronto mentale. C’è tanta testa dietro
un successo. E’ la mente che deve essere
forte al punto da trasmettere i segnali giusti
al corpo che ha solo il ruolo di esecutore. E’
chiaro: la forza fisica ha un ruolo
importante. Ma è il cervello che vince il
combattimento.”

— Per chi vuole seguire le avventure di Simona Galassi e la sua battaglia contro il tempo e le previsioni di tutti… ecco il link al Diario di Simona, un blog di riflessioni ed esperienze

Ecco uno stralcio da – Il Diario di SIMONA Il Diario di SIMONA

05/05/2013

ALLENAMENTO FULL TIME!!!!

ALLENAMENTO FULL TIME!!!!

Nonostante la chance mondiale sia definitivamente sfumata e la certezza di un Titolo d’Europa non sia ancora una notizia ufficiale….il mio programma rientra nel vivo e i ritmi di lavoro tornano incalzanti….il lavoro di preparazione atletica con Davide Carli si sta trasformando da funzionale allo specifico dell’esplosività ed il lavoro è tosto ma con grandi risultati… da Ale Duran siamo tornati alla classica e nutriente dieta di pane e guanti e devo dire che sono soddisfatta del fatto che pian pianino sto metabolizzando i nuovi schemi motori su cui sto lavorando da mesi con Alessandro e sul ring sta venendo fuori una nuova spontaneità pugilistica che spero possa colmare alcune delle mie lacune soprattutto nello stile di combattimento puramente professionistico….a ciò si aggiunge il lavoro con Daniele Trevisani che il venerdì mi coinvolge nel mio terzo allenamento giornaliero in un lavoro un pò diverso dal solito: una commistione di apprendimento tecnico e mentale in forma dinamica (ovvero un’applicazione pratica ) e il training mentale nella sua forma più pura attraverso le sedute di rilassamento e visualizzazione( dove io puntualmente raggiungo uno stato di rilassamento tale dove i miei pensieri partono per la tangente e vanno per conto loro!!!) ….questa settimana abbiamo lavorato ad esempio sull’applicazione della potenza nei colpi e nella fase dinamica è stato interessante il percorso di avvicinamento all’apllicazione massima dell’efficacia: curare tutti gli aspetti, la respirazione, l’intenzione del gesto e gli aggiustamenti della distanza , dell’equilibrio che mi hanno portato al risultato di riuscire a rovesciare a terra con un colpo il sacco con base a terra che nei primi  tentativi si inclinava ma non intendeva subire il mio ko!!!!! …iniziamo intanto ad atterrare gli avversari scarsi…..ah ah !

Questa domenica di riposo è stata un pò spenta a causa del tempo grigio e della pioggia ma aver ritrovato i semplici momenti da passare con gli amici, quelli veri è stata una  vitale linfa nella risalita della lancetta dell’umore!!!

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– il Dott Daniele Trevisani è stato il Mental Coach di Simona per tutta la durata della preparazione nelle fasi sia di trainig mentale dinamico che training mentale alfagenico, assieme a Davide Carli per la preparazione atletica funzionale e Alessandro Duran per l’impostazione al match e boxing training

La memetica

Link-building-strategy-planfonte: rielaborato da Wikipedia

Memetica: scienza che studia come le idee si trasmettono e consolidano da individuo ad individuo

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Secondo Dawkins le culture possono evolversi in maniera analoga a come si evolvono le popolazioni e gli organismi viventi. Molte delle idee che passano da una generazione alla successiva possono aumentare o diminuire le possibilità di sopravvivenza della generazione che le riceve che a sua volta potrà ritrasmetterle. Ad esempio, più culture possono sviluppare un proprio progetto ed un proprio metodo per realizzare un utensile, ma quella che avrà sviluppato i metodi più efficaci avrà più probabilità di prosperare e svilupparsi sulle altre; col passare del tempo una sempre maggiore parte della popolazione adotterà quindi tali metodi. Il progetto dell’utensile agisce quindi in modo simile a come agisce un gene biologico appartenente a certe popolazioni e non ad altre, guidando con la propria presenza o assenza il futuro di ogni cultura.

Una caratteristica fondamentale del meme è quella di venire diffuso per imitazione. Quando l’imitazione fece la sua comparsa nell’evoluzione umana, si rivelò essere un buon sistema per aumentare le possibilità di ogni individuo di riprodursi geneticamente. Forse una selezione sessuale dei migliori imitatori fornì successivamente una spinta evoluzionistica verso i cervelli meglio capaci di imitare. In questo contesto, imitare significa sostanzialmente importare informazione dall’ambiente nel proprio cervello tramite gli organi di senso. L’ambiente può essere inanimato – come un libro – o più spesso un altro essere umano, da cui l’informazione viene presa e ri-eseguita. Le fonti inanimate di informazione sono chiamate sistemi di ritenzione.

Dal momento che i memi si propagano per imitazione da un individuo ad un altro, essi non possono esistere senza cervelli sufficientemente sviluppati da discernere gli elementi fondamentali del comportamento da copiare (cosa copiare e perché) e da capirne i potenziali vantaggi. I memi (o comportamenti acquisiti e propagati per imitazione) sono stati osservati solo in poche specie sulla Terra, tra cui gli ominidi, i delfini e gli uccelli che apprendono il canto dai loro genitori. È controversa l’idea che possano esistere memi meno complessi in altre specie – ad esempio, comportamenti imitativi indotti artificialmente nei cefalopodi e nei ratti.

Sia i geni che i memi possono sopravvivere più a lungo del singolo organismo che li reca in sé. Un gene utile (ad esempio un gene per una robusta dentatura nei leoni) può rimanere inalterato nel corredo genetico per centinaia di migliaia di anni. Un meme utile può propagarsi da un individuo ad un altro per tempi molto lunghi dopo la sua comparsa.

A differenza dei geni, il cui successo è legato alla sua utilità per la sopravvivenza dell’organismo che lo reca in sé, il successo di un meme è legato a fattori più sottili (quali la critica, la persuasione, la moda o la pressione del gruppo) che non sono stati ancora ampiamente indagati. Tra le tecniche con cui un meme si propaga si annoverano:

  1. la dimostrazione che un’idea o una tecnica sono utili (ad esempio, un falegname mostra ad un apprendista che due pezzi di legno si uniscono quando vengono messi insieme usando un chiodo ed un martello)
  2. l’identificazione di un problema che non ha soluzione (ad esempio, cosa succede – se mai succede qualcosa – dopo la morte?) ed il proporne una soluzione (ad esempio, si va in paradiso o all’inferno). La soluzione non può essere dimostrata sbagliata ed è quindi sufficientemente adatta per una propagazione successiva.
  3. la minaccia verso coloro che non diffondono un meme (ad esempio, non fare questo e andrai all’inferno) e la ricompensa verso coloro che lo diffondono (fa’ questo e andrai in paradiso)
  4. il richiedere che chi possiede un meme sia gentile col prossimo e dedichi molto tempo alla riflessione ed al dialogo su di esso (ad esempio un prete che faccia poco altro oltre a predicare la propria religione)

Al pari di un gene, un meme non persegue alcuno scopo prefisso né vuole nulla. Semplicemente, o viene replicato, oppure no.

L’evoluzione dei memi: selezione “artificiale”

L’evoluzione non richiede solo l’ereditarietà e la selezione naturale, ma anche la mutazione ed anche i memi hanno questa proprietà. Le idee che vengono trasmesse possono subire modifiche che si accumulano nel tempo. Questi cambiamenti nel “fenotipo” (l’informazione nei cervelli o in altri sistemi di ritenzione) sono anch’essi trasmessi. In altre parole, a differenza dell’evoluzione genetica, sono sia darwiniani che lamarckiani. Si prenda ad esempio, una leggenda o un mito, che spesso vengono abbelliti nel ri-raccontarli in modo che siano più memorabili e quindi più probabilmente raccontati di nuovo. Esempi analoghi più moderni possono essere le cosiddette “leggende urbane” o certi falsi messaggi che girano su internet.

Ciò che contraddistingue un meme da altre idee che vengono trasmesse da una persona ad un’altra è che la probabilità di un meme di venire trasmesso dipende da proprietà intrinseche del meme stesso, piuttosto che dalla natura delle persone (o delle memorie) coinvolte nella trasmissione. Ad esempio, la forma di un utensile si riflette sulla sua efficacia indipendentemente dalle abitudini delle diverse persone che lo usano. Miti e leggende forniscono spesso insegnamenti morali o svelano misteri, questo li rende più adatti a venire raccontati da persone aventi scopi molto diversi tra loro rispetto a storie simili ma prive di questi elementi.

Quanto è “naturale” questo tipo di selezione? Forse lo è quanto l’attrazione sessuale o un comportamento etico. Il rapporto del meme nei confronti di altre teorie evolutive (ad esempio quelle che separano i fattori ecologici, sessuali, etici e morali e non riservano alla “cultura” un ruolo separato o particolare) sembra quello di essere come una sorta di “pretendente al trono” – che cerca di spiegare queste idee più specifiche di evoluzione e di cultura – senza alcun modello da verificare. Questo, agli occhi di molti scienziati, riduce la cultura ad uno tra i tanti elementi della vita umana.

Una famosa osservazione di questo tipo fu quella di Margaret Thatcher, quando bruscamente si trovò a dire che “la società non esiste”. Evidentemente, dove altri vedono una “cultura” o “società” in senso lato, lei vedeva corredi di fattori che regolano la sopravvivenza, la seduzione e le scelte morali, specifici di ogni individuo, coppia o famiglia.

La forma assunta dai memi nel cervello

Nel 1981, i biologi Charles J. Lumsden ed Edward Osborne Wilson pubblicarono il libro Genes, Mind, and Culture: The Coevolutionary Process in cui presentano la teoria di una co-evoluzione di geni e cultura. Evidenziarono che le unità fondamentali della cultura devono corrispondere biologicamente a delle reti di neuroni che fungono da nodi della memoria semantica. Wilson successivamente adottò il termine meme come migliore nome possibile per definire tali unità fondamentali di eredità culturale e sviluppò il ruolo fondamentale dei memi nell’unificare le scienze naturali e le scienze sociali nel suo libro Consilience: The Unity of Knowledge.

Analogie biologiche: virus memetici?

In modo molto simile a come il concetto del gene egoista possa essere usato come punto di vista per meglio capire e studiare l’evoluzione biologica, il concetto di meme può essere usato per capire meglio alcuni aspetti altrimenti intricati della cultura umana (e anche dei comportamenti acquisiti degli altri animali). Tuttavia, se questo “meglio” non è sufficiente per delle sperimentazioni empiriche, rimane il dubbio se il concetto di meme sia sufficientemente valido dal punto di vista scientifico. La memetica è quindi una scienza nella sua infanzia e questo la rende una protoscienza e non una pseudoscienza.

Una controversa applicazione dell’analogia del meme egoista è l’idea che alcuni gruppi di memi possano comportarsi come “virus memetici”: gruppi di idee che si comportano come forme di vita indipendenti e continuano ad essere trasmessi anche a spese dei loro ospiti solo perché sono adatti a venire ritrasmessi. È stato suggerito che le religioni evangeliche ed i culti si comportino in questo modo, includendo la loro stessa trasmissione tra le virtù morali insieme ad altri convincimenti, anche se questi ultimi non assumono grande valore agli occhi del credente.

Altri notano altresì che la quasi totale diffusione di idee religiose tra i gruppi umani provi che esse debbano avere un qualche valore morale, etico, sessuale o ecologico. Molte, ad esempio, sono le religioni che invitano alla pace ed alla cooperazione tra i loro fedeli (“Non uccidere”) e che quindi possono promuovere la sopravvivenza biologica dei gruppi che recano in sé questi memi.

Resistenza al meme

Karl Popper sostenne di sì, usando le parole più forti possibile: “L’intelligenza è utile per la sopravvivenza se ci permette di estinguere una cattiva idea prima che la cattiva idea estingua noi”. Tuttavia la resistenza ai memi è tutt’altro che naturale, nonostante la società attuale (che fra l’altro può anch’essa essere considerata un meme) spinga all’acquisizione di questa. L’ignoranza in alcune culture è infatti considerata una virtù – in particolare l’ignorare certe tentazioni che la cultura crede disastrose se perseguite da molti individui.

Internet, forse il vettore memetico definitivo, sembra ospitare entrambe le sponde di questo dibattito. Benché ad un osservatore ingenuo sembri ovvio che nessun utente adulto di internet possa opporsi al suo uso da parte di altri adulti, nei fatti questo accade basandosi sui criteri più diversi, dall’etica alla morale. Si possono salvaguardare le persone dai memi più pericolosi? E chi decide?

Principia Cybernetica contiene una [4] ampia lista di diversi tipi di meme. Fa anche riferimento ad un saggio di Jaron Lanier [5], molto critico sull’idea del meme totalitario che assume la superiorità dei memi sui corpi.

Memetica e psicologia

Un campo di studio molto fertile ma ancora poco indagato è quello che studia le relazioni fra l’influsso memetico e la psiche individuale. Spunti interessanti sono presenti nell’opera di Susan Blackmore “La macchina dei memi”. Questa ipotesi si allaccia al concetto di processo di individuazione di Carl Gustav Jung. Secondo Jung, il processo di individuazione fa sì che ogni individuo sviluppi il proprio , che potrebbe essere inteso sia come complesso di archetipi sia come complesso di memi.

Proprietà memetiche

L’associazione memetica è la scoperta che i memi si raggruppano. Ad esempio, il meme “blue jeans” include i memi “cerniera lampo”, “tintura blu”, “doppie cuciture”, ecc.

La deriva memetica è il processo attraverso cui un’idea o un meme cambia mentre viene trasferito da una persona ad un’altra. Pochissimi memi mostrano un’elevata inerzia memetica, che è la caratteristica di un meme di venire espresso nello stesso modo e di avere lo stesso impatto a prescindere dalle persone che stanno trasmettendo e ricevendo. La deriva memetica può aumentare quando il meme è trasmesso tramite una comunicazione difficile, invece l’inerzia memetica cresce, per esempio, quando la forma usata è quella delle espressioni in rima o utilizza accorgimenti mnemonici.

Molta della terminologia memetica è creata usando come prefisso “mem(e)-” per termini di solito già esistenti in ambito biologico o usando “meme” al posto di “gene” nelle espressioni composte (corredo memetico, memotipo, ingegneria memetica, etc.).

Il concetto ha origine, nell’ambito di una visione biologico-evoluzionistica umana, all’interno del libro di Richard Dawkins Il gene egoista del 1976, tuttavia un concetto simile era già stato formulato da William S. Burroughs nel 1962.[2]

L’ipotesi di Dawkins è nata in ambito genetico, ricalcando l’approccio della genetica moderna, neodarwinista, all’evoluzione della vita, per ereditarietà, mutazione e selezione del “più adatto”, ed ha avuto buona fortuna, soprattutto mediatica, nel mondo scientifico non specializzato in studi sulla cultura. Tuttavia il concetto di meme è stato accolto abbastanza freddamente nelle scienze che si occupano specificamente della cultura e della sua trasmissione e modificazione (scienze socioantropologiche, cultural studies, folkloristica, ecc.).

Il capitolo de Il gene egoista (1976) sul meme, in una edizione francese

Nel suo libro Il gene egoista, l’etologo Richard Dawkins ha introdotto il termine meme per descrivere una unità base dell’evoluzione culturale umana analoga al gene, unità base dell’evoluzione biologica, in base all’idea che il meccanismo di replica, mutazione e selezione si verifichi anche in ambito culturale. Così come in biologia, la presenza di questi elementi, porta all’emergere spontaneo di effetti evolutivi, anche se per i memi questi si manifestano in senso diverso rispetto a quello biologico. Nel libro, Dawkins descrive il meme come una unità di informazione residente nel cervello. Si tratta di uno schema che può influenzare l’ambiente in cui si trova (attraverso l’azione degli uomini che lo portano) e si può propagare (attraverso la trasmissione culturale).

Questa definizione ha creato un grande dibattito tra sociologi, biologi e scienziati di altre discipline, perché Dawkins non ha dato una spiegazione sufficiente di come la replica di unità di informazione nel cervello controlli il comportamento umano e, alla fine, la cultura. A causa di ciò, il termine “unità di informazione” è stato definito in molti modi diversi da scienziati diversi. A quasi trent’anni di distanza il dibattito è ancora in corso sul valore della memetica come disciplina scientifica.

Il dibattito è stato recentemente ravvivato dalla pubblicazione del libro La macchina dei memi (1999) di Susan Blackmore in cui introduce il concetto generalizzato di replicatore, liberando così l’analogia con la genetica da vincoli eccessivi.

Memetica

La memetica è lo studio semi-formale dei memi e dei modelli evoluzionistici che spiegano la loro diffusione. Può essere considerata a pieno titolo come una protoscienza interdisciplinare che indaga i modelli evolutivi sul trasferimento di informazioni, di conoscenza e delle preferenze culturali basati sull’intuitivo concetto di meme. Più in generale la memetica è un approccio sistemico (systemics) e socio-cognitivo legato esclusivamente con le proprietà sinergetiche dei sistemi/agenti intelligenti e loro società.

La memetica ipotizza che, analogamente ai modelli standard biologici che spiegano la somiglianza fra generazioni con i geni, così si possono spiegare le “eredità culturali” attraverso replicatori chiamati memi.

Tutto ciò che può essere definito cultura è certamente diverso dal patrimonio genetico, ma in comune con questo ha la capacità di trasmettersi attraverso individui, anche se con modalità di trasmissione differenti.

Campi di studio

La memetica applica concetti mutuati dalla teoria dell’evoluzione (in special modo la genetica delle popolazioni) alla cultura umana. Cerca di spiegare fenomeni estremamente controversi, quali la religione o i sistemi politici, usando modelli matematici. C’è tuttavia anche scetticismo nell’utilizzare l’analogia tra meme e gene, soprattutto sulla possibilità di eseguire verifiche sperimentali.

La memetica deve essere distinta dalla sociobiologia. Nella sociobiologia le entità che si evolvono sono i geni, mentre nella memetica sono i memi. La sociobiologia studia le basi biologiche dei comportamenti umani, mentre la memetica considera gli esseri umani non solo come prodotto della loro evoluzione biologica, ma anche della loro evoluzione culturale.

….che memi ti circolano dentro? l’analisi memetica

Il meme è una entità consistente in una informazione riconoscibile dall’intelletto, relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente o un supporto simbolico di memoria, per esempio un libro, ad un’altra mente o supporto.
In termini più specifici, un meme sarebbe “un’unità auto-propagantesi” di evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica quindi un elemento di una cultura o civiltà trasmesso da mezzi non genetici, soprattutto per imitazione.[1]